Fiorentina, una vittoria per ripartire e un passo decisivo verso la salvezza
C’è un’immagine che descrive perfettamente l’anticipo della 32esima giornata di Serie A. L’abbraccio corale sul goal di Caceres fotografa e racconta quello che la Fiorentina sta passando, insieme al presidente, alla società e alla tifoseria. Quella che si arrabbia sui social ma che è sempre pronta a sostenere la squadra, a soffrire con lei per raggiungere l’obiettivo diventato ormai fondamentale in una stagione (l’ennesima) da dimenticare. Finalmente, dopo un mese dall’ultima volta, la Viola è tornata alla vittoria. La prima dello Iachini 2.0, dopo aver collezionato un misero punto in tre partite.
Tre punti, quelli strappati all’Hellas, che valgono doppio: 3 per la classifica e 3 per il morale. Tre punti conquistati con la voglia di riscatto, la sofferenza, il cuore. La Fiorentina non si è sciolta come contro il Sassuolo. Ha saputo leggere la partita, difendersi quando doveva e non si è abbattuta davanti agli errori. No, stavolta ha reagito, è rimasta unita e si è adeguata alla lotta. Cinica nel conquistarsi quel rigore allo scadere del primo tempo in una partita dove non è mai stata la protagonista e nel proteggere quel tesoro conquistato con sangue, sudore e lacrime. Una cosa non scontata visti i precedenti.
Già, perché quel primo tempo l’avrebbe meritato il Verona. Molte volte è arrivato alla conclusione, sia su azione che sui calci piazzati, soprattutto con Lasagna. Dragowski sarà poco abile con i piedi, ma tra i pali si è dimostrato grandioso. Venuti poi si è immolato sulla porta, salvando una palla che valeva quanto un goal, per poi concedersi quella galoppata sulla fascia con la quale è stato conquistato il rigore. Un fiorentino cresciuto nella Fiorentina, l'eroe che nessuno si aspettava: c’è niente di più poetico?
Una sofferenza che è piano piano svanita nel momento in cui Iachini ha fatto la mossa vincente: ha invertito Amrabat e Bonaventura. Il primo, portato nella zona di Bessa e Lazovic, ha chiuso bene gli spazi da quel lato grazie al suo strapotere fisico, dimostrando finalmente di essere lo splendido giocatore visto proprio al Bentegodi l’anno scorso. Il secondo, invece, ha avuto più libertà d’inserimento e di essere così più pericoloso, procurandosi quel calcio di rigore che ha cambiato la partita. Due calciatori che, se fatti giocare nel proprio ruolo possono diventare punti fermi da cui ripartire.
Nessun dubbio su Vlahovic, sempre più completo, esaltato dalla battaglia dove ha messo in luce le sue qualità fisiche e tecniche. Punto di riferimento offensivo, 16 goal non si vedevano a Firenze da Giuseppe Rossi. E ancora la stagione non è finita. Chi, invece, sta diventando sempre meno fondamentale in questa Fiorentina è Ribery, controfigura di sé stesso, anche se lo zampino in qualche azione (poche) ha provato a mettercelo.
La grande sorpresa è stata la difesa. Senza Milenkovic, probabilmente il difensore più forte in rosa, si temeva il peggio. Anche se le occasioni concesse sono state troppe nel primo tempo, Pezzella ha retto bene, sostenuto da un Quarta sempre più importante nelle gerarchie della squadra e da un Caceres così come ce lo ricordavamo. Unico neo è stato Biraghi che, almeno una volta a partita, deve perdere un giocatore che poi (casualmente) va a fare goal.
Niente cambi senza senso nel finale (vedi Callejon mezzala), nessuna concessione agli avversari. E soprattutto la vittoria. Contava solo quello. Certo, la battaglia non è finita. Il calendario non sorride ai Viola, che in casa dovrà affrontare Juventus, Lazio e Napoli. In trasferta, invece, è più tranquillo, anche se, con la sua posizione in classifica, ogni partita è fondamentale in ottica salvezza. Come il derby dell’Appennino. Si chiude con il Crotone, ormai con un piede nella fossa. Ma la sfida più importante sarà la trasferta a Cagliari: lì si deciderà chi andrà in B e chi rimarrà in A. Un Cagliari che deve giocare stasera una sfida ostica contro l’Udinese. Spettatore attentissimo sarà la Fiorentina che, per questa giornata, costringe le altre squadre a non sbagliare se non vogliono rischiare il baratro.
Ma al di là del calendario, la vittoria a Verona permette ai Viola di guardare con maggior serenità alla salvezza, dando un po' di respiro a un ambiente depresso. Questo è il momento di godersi i tre punti, stretti in quell’abbraccio scaccia crisi, simbolo di una città che, con orgoglio, ancora non si è arresa.