La Flop 5 dei peggiori calciatori della 34ª giornata di Serie A
Scucitasi aritmeticamente lo scudetto già sabato dopo la vittoria dell'Inter, la Juventus vede ufficialmente una squadra succedergli nell'albo d'oro proprio nella domenica in cui i torinesi erano di scena a Udine, teatro della storica impresa del 5 maggio 2002. Coincidenza beffarda, che però la squadra di Pirlo fa poco per onorare", offrendo un'altra prestazione da dimenticare sotto ogni aspetto. L'ancora di salvezza chiamata Cristiano Ronaldo, comunque autore di una prestazione tutt'altro che da ricordare prima della doppietta, tiene in vita almeno l'obiettivo primario, ma la rivoluzione sembra inevitabile. Vietato stupirsi, allora, se un terzo dei peggiori della settimana è occupato dalla neo seconda in classifica.
1. Paulo Dybala (Juventus)
All’interno di una delle peggiori e più sconcertanti prestazioni stagionali della Juventus, in una gamma per la verità piuttosto ampia, è tutt’altro che facile individuare il giocatore cui affibbiare l’insufficienza più profonda. Un Ronaldo assente si salva con la doppietta, McKennie è il primo colpevole sul gol, Szczesny risente delle voci su Donnarumma, ma la prova dell’argentino è davvero sconsolante. La Joya sembra già un corpo estraneo alla squadra vista la totale rinuncia a cercare di duettare con Ronaldo e in generale l’approccio quasi ciondolante alla partita. Titolare per necessità per l’assenza di Morata, forse avverte la scarsa fiducia di allenatore e società, ma sedersi non è mai una soluzione e peraltro anche il numero 10 è co-responsabile in maniera significativa nella dormita sul gol di Molina. La sua gara è un singhiozzo: cerca qualche giocata, ma non gli riesce e si eclissa e lo stesso schema si ripete più volte.
2. Luis Muriel (Atalanta)
La Dea lascia due punti pesanti in un campo amico, quello che l’ha accompagnata a lungo nelle prime gare europee delle ultime, esaltanti stagioni. L’espulsione di Gollini è discutibile, ma sicuramente il portiere commette un’ingenuità. Se però tradisce anche il colombiano, solitamente una certezza da subentrante, per Gasperini rischia di mettersi male. Gosens e la saggezza tattica del tecnico che aveva scelto di tenere in campo tutti gli attaccanti dopo l’espulsione del portiere stavano producendo un capolavoro, ma c’erano i margini per vincerla anche dopo il pareggio. E invece il numero 9 fa scena muta, non andando oltre il penalty procurato, ma calciato sciaguratamente. Poi si estranea dalla partita.
3. M'Bala Nzola (Spezia)
Con due punti nelle ultime quattro partite gli Aquilotti rischiano di dover soffrire fino all’ultimo per la salvezza. Contro il Verona è un’occasione persa, ma solo a livello di calendario e di motivazioni, perché la creatura di Italiano gira poco e male. Il simbolo del pomeriggio sottotono è la prova deludente del francese, sempre più lontano dal giocatore che aveva sorpreso nel girone di andata anche adesso che il lungo infortunio è alle spalle. Magnani non fatica a controllarlo vincendo nettamente anche il duello fisico. Poco coinvolto, fa poco per entrare nel gioco e completa la giornata con un ingenuo gol di mano che gli costa la squalifica in vista del Napoli.
4. Adama Soumaoro (Bologna)
Il talento c’è, ma si vede con troppa discontinuità ed è offuscato da alcune ingenuità davvero clamorose per un difensore che approda in Serie A. Provare a contenere il Vlahovic del 2021 sarebbe un compito arduo anche per il miglior Chiellini, ma il francese sbaglia davvero tutto. Ci mette il fisico, ma non basta, finendo anzi condizionato dall’ammonizione precoce che lo porta a giocare sotto pressione commettendo tanti errori, tecnici e tattici. Il rigore procurato ricorda quello goffo all’esordio in rossoblù contro il Milan, completa l’opera ostacolando Skorupski nell’azione del 3-2.
5. Marash Kumbulla (Roma)
Pure nel caso dei giallorossi individuare il peggiore è un’impresa. Dopo il tracollo di Manchester la squadra ha mollato la presa e a Genova di fatto non scende in campo. Insufficienze a raffica, da uno Dzeko spento al portiere Fuzato, terzo estremo difensore della stagione, ma già bruciato dopo 90 minuti. Il difensore ex Verona però batte tutti con quella scivolata sciagurata in occasione del gol di Silva che apre e di fatto chiude la partita. Intervento inaccettabile per un difensore di Serie A, seppur con poca esperienza, l’italo-albanese suggella così una prima annata da romanista disastrosa o quasi. Si fa pure male nel secondo tempo alzando bandiera bianca.
6. Allenatore: Andrea Pirlo (Juventus)
Il Generale ha dimostrato di essere fortunato, quantomeno in questa occasione, ma chissà se basterà per la conferma. Le possibilità sembrano scendere di settimana in settimana, anche in caso di qualificazione alla Champions, perché la prestazione di Udine è qualcosa di molto vicino ad un incubo. Il non inconsueto approccio molle è sublimato dalla sconcertante disattenzione collettiva sul gol di Molina, da chi si allaccia le scarpe a chi non va in pressione per evitare che gli avversari calcino in fretta, fino al portiere. E che dire della reazione, che praticamente non c’è. Squadra senza gioco, ma anche con poca grinta e poco carattere. Le prime sostituzioni non sortiscono effetto, l’ingresso di Rabiot sì e al resto ci pensa un Ronaldo fino a quel momento disastroso. Da salvare solo il finale, come l’ex numero 21 si augura per la propria stagione…
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