La Flop 5 dei peggiori calciatori dell'andata delle semifinali di Champions League
È stata l'andata dei centrocampisti. Tra Madrid e Parigi nei primi 90 minuti delle due semifinali di Champions League sono stati diversi i big a steccare, ma nessuno di questi alberga a centrocampo. Sarà stato anche per questo che si è assistito a partite intense, ma non spettacolari, prive di grandi occasioni da rete. Chi doveva proteggere le rispettive difese non ha tradito le attese, a differenza dei big dell'attacco e di qualche portiere. Un solo centravanti di ruolo a segno, il solito Karim Benzema, anche se una delle Magnifiche 4, il Manchester City, come noto di numeri 9 di ruolo non ne contempla. A differenza del Psg dove le bocche d fuoco tra campo e panchina non mancano, ma hanno sparato a salve o hanno dimenticato le munizioni...
1. Kylian Mbappé (Paris Saint-Germain)
Se il Manchester City è rimasto a galla in una prima ora di gioco molto sofferta il merito va alla coriacea fase difensiva della squadra di Guardiola, ma anche all’evanescenza sottoporta degli attaccanti di Pochettino. Neymar quantomeno si dà da fare e regala qualche giocata spettacolare, mentre il campione del mondo stecca di brutto e in maniera del tutto inaspettata non riuscendo mai ad accendersi, ma anzi finendo ingabbiato dall’organizzazione tattica e dai raddoppi costanti degli avversari che, memori degli errori del Bayern, non gli concedono mai neppure mezzo metro. Certo da un fuoriclasse così era lecito attendersi un piano B alla sottrazione degli spazi vitali e invece si innervosisce presto. Solo Cancelo spende un’ammonizione per fermarlo e solo Verratti ha, senza riuscire a sfruttarla, un’occasione da rete uscita dal suo piede.
2. Timo Werner (Chelsea)
Se Pulisic dà un segnale di vita in una stagione non esaltante, mostrando la propria classe in un palcoscenico così importante, non altrettanto si può dire del tedesco, unica scommessa persa nella formazione iniziale scelta da Tuchel. Il gol sbagliato in modo clamoroso in avvio si commenta da solo illustrando come l’ex non sia per il momento all’altezza di uno scenario così elevato. Prima e dopo ci mette tanta corsa a vuoto, movimenti sbagliati rispetto a quelli dei compagni ed errori tecnici gratuiti e inspiegabili che vanificano le scelte dello stesso Pulisic e i palloni che Mount prova a mettergli a disposizione.
3. Vinicius Jr. (Real Madrid)
Respinto per il momento, con discrete perdite, in un contesto così elevato. Benzema lo sovrasta sotto tutti i punti di vista. Passi per la combattività oltre all’esperienza, il brasiliano stecca a sorpresa anche sul piano tecnico e su quello della creatività. Bravo Tuchel a costruirgli addosso una vera e propria gabbia per soffocarne gli spunti nello stretto, l’ex Flamengo si fa però venire ben poche idee per provare ad uscirne vivendo sostanzialmente una partita da spettatore non pagante che penalizza un Real già in evidenti difficoltà sotto l’aspetto tattico. Tocca pochissimi palloni senza accendersi mai. della L’età è dalla sua parte, ma il mito Ronaldo Il Fenomeno avrebbe certamente fatto di più anche in questo contesto…
4. Keylor Navas (Paris Saint-Germain)
Calcio, materia infida. Il costaricense ha messo molto del proprio per trascinare fino in semifinale una squadra spesso poco brillante e in grande sofferenza, in particolare nel ritorno degli ottavi contro il Barcellona. Poi, proprio nel momento cruciale, la papera che non ti aspetti. De Bruyne è più fortunato che bravo con quel tiro cross, ma da un portiere così esperto è lecito aspettarsi un altro tipo di lettura non solo della parabola, ma anche dei possibili interventi di compagni ed avversari. L'ex Real è sfortunatissimo, perché il suo primo errore stagionale in Europa rianima una squadra fino a quel momento confusa e con ogni probabilità orienta il doppio confronto. E dire che anche questa volta fino a quel momento era stato perfetto, seppur poco sollecitato.
5. Nacho Fernandez (Real Madrid)
Aveva salvato la baracca nei turni precedenti, ma questa volta stecca anche lui. La coppia con Varane in verità non commette errori evidenti, a parte quello nell’azione del gol del Chelsea, seppur pesantissimo, sia perché mette in salita serata e doppio confronto, sia perché fa specie vedere un giovane come Pulisic far cadere in trappola due giocatori esperti come il francese e lo spagnolo, che legge male il movimento. In generale gli attacchi di Atalanta e Liverpool erano stati più leggibili, di fronte all’imprevedibilità del Chelsea emergono vecchi difetti.
6. Allenatore: Zinedine Zidane (Real Madrid)
Dura la vita dell’allenatore di una squadra blasonata, ma piuttosto lontana dai tempi d’oro. In gara 1 contro un avversario più giovane e meno esperto, ma anche più fresco e forse affamato, lo stratega Zizou sceglie di replicare l’atteggiamento prudente che aveva dato frutti contro Atalanta e Liverpool. I risultati sono però modesti perché il Chelsea sta meglio ed ha più qualità e Tuchel non sbaglia mosse. Alla fine contiene i danni guardando allo svolgimento della partita, ma fa specie vedere la sua mediana di campioni boccheggiare contro i ragazzi in Blue, come fa specie, soprattutto a Florentino, vedere una squadra così rinunciataria per quasi un’ora.
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