La Flop 5 dei peggiori calciatori del ritorno degli ottavi di finale di Champions League

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Sì, c'è anche il più grande. Non era possibile indugiare sulla contro-prestazione di Cristiano Ronaldo nelle gare di ritorno degli ottavi di Champions League. Il fuoriclasse portoghese tradisce nel "derby personale" contro i Dragoni, attraverso una prestazione troppo piatta per non essere figlia di un pizzico di sfiducia, figlio dei troppi inciampi che i bianconeri hanno avuto dai tempi delle ultime gare da dominatore di Cristiano in Europa con la maglia della Juve, quelle contro l'Ajax nei quarti dell'edizione 2019. Una vita fa, ma intanto il sogno della Sesta è svanito ancora una volta. Così come per il "gemello" Leo Messi, che ha però la scusante di un Barcellona nella bufera e di aver trovato di fronte una piovra chiamata Keylor Navas...

1. Cristiano Ronaldo (Juventus)

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo / Jonathan Moscrop/Getty Images

Fa specie rimarcarlo per un giocatore leggendario e abituato ad accendersi proprio nelle notti di gala europee, ma quest’anno il fuoriclasse di Madeira è sembrato più scollato dai compagni anche a livello empatico. In campionato, contro Milan e Atalanta, c’erano stati i primi segnali, nella doppia sfida decisiva contro il Porto la conferma. Non solo mai decisivo, ma spento, quasi rassegnato e incredibilmente lontano dalla porta, lui animale d’area, alla fine anche dannoso con quello sciagurato movimento in barriera che chiude la serata. L’assist a Chiesa non può bastare perché la parabola in discesa non può far pensare ad un calo di motivazioni: onnipresente contro l’Ajax, sufficiente contro il Lione, ora il crollo.

2. Layvin Kurzawa (Paris Saint-Germain)

Layvin Kurzawa
Layvin Kurzawa / Maja Hitij/Getty Images

Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta nel pescare il peggiore nella squadra di Pochettino, che non passa il turno in carrozza contro il Barcellona nonostante la larga vittoria dell’andata. Florenzi soffre tanto perché Jordi Alba e Dembélé lo inchiodano impedendogli di spingere e mettendone a nudo anche i limiti nella fase difensiva, ma fa peggio l’ex Monaco, che non ne indovina una in un primo tempo da incubo nel quale il rigore procurato goffamente e respinto da Navas è solo la punta dell’iceberg. In costante affanno sugli attacchi di Dest, rischia più volte la seconda ammonizione, ma Pochettino non lo brucia e lo sostituisce solo all’intervallo.

3. Mehdi Taremi (Porto)

Mehdi Taremi
Mehdi Taremi / Jonathan Moscrop/Getty Images

Beata gioventù si potrebbe dire. Se non fosse che si è di fronte ad un giocatore di quasi 29 anni. Acquistato dal Rio Ave per fare da comprimario in attacco, si ritrova titolare nelle serate più importante della stagione, risultando protagonista nel bene e nel male nell’arco dei 180 minuti. Al netto del pesantissimo gol dell’andata, però, se alla fine il bilancio è positivo il merito è soprattutto… degli juventini, ovvero di Demiral che lo abbatte in area regalando il rigore in apertura del match di ritorno e di Ronaldo che fa passare la punizione di Oliveira facendo dimenticare l’inferiorità numerica alla quale la squadra di Conceiçao era stata costretta per oltre un’ora, supplementari compresi, a causa della folle doppia ammonizione rimediata dall’iraniano in un minuto. Imperdonabile a questi livelli.

4. Marco Sportiello (Atalanta)

Marco Sportiello
Marco Sportiello / Jonathan Moscrop/Getty Images

Da dodicesimo alla maglia da titolare contro il Real Madrid, anche se non al “Bernabeu”, il passo è stato troppo lungo. Le ripetute esclusioni di Gollini dalla formazione titolare sarebbero dovute a scelte squisitamente tecniche, la società rispetta le idee di Gasperini come avvenuto con il caso Gomez, ma così il rischio di farsi del male è evidente. L’erroraccio che costa lo svantaggio a Valdebebas, e di fatto chiude la partita, è figlio anche di indicazioni tattiche ben precise, ma in generale il numero 57 nerazzurro non è mai parso all’altezza della situazione, non solo nel gioco con i piedi, ma anche a livello tecnico e di personalità, tanto nel gol del 3-1 e in fondo neppure negli interventi decisivi compiuti a giochi ormai fatti.

5. Oscar Mingueza (Barcellona)

Oscar Mingueza
Oscar Mingueza / Soccrates Images/Getty Images

Trovarsi titolare alla prima stagione tra i grandi non è facile per nessuno, ancora di più se la squadra sta vivendo un momento difficile fuori e dentro il campo. Così passare dal gol all’Huesca alla prestazione horror di Parigi rappresenta quell’andamento all’insegna di alti e bassi che è tipico di un 21enne. Resta però la sensazione che, per tornare a fare la voce grossa in Europa, il Barcellona per la prossima stagione debba pensare a un rinforzo di qualità sulla destra difensiva, perché il prodotto della Masia, dopo essere partito bene, si perde in seguito all’ammonizione rimediata per fermare il marziano Mbappé. Temporeggiare era la scelta ideale e invece ecco l’entrataccia e a quel punto la sua partita era bella che andata, perché giocare con un giallo di fronte a KM è quasi impossibile. Almeno per un giocatore meno che normale, inevitabilmente sostituito prima dell’intervallo.

6. Allenatore: Mauricio Pochettino (Paris Saint-Germain)

Mauricio Pochettino
Mauricio Pochettino / John Berry/Getty Images

Tutto è bene quel che finisce bene, ma dopo la goleada dell’andata, e al cospetto di un Barcellona attuale, era lecito aspettarsi una qualificazione meno sofferta. E invece, se non fosse stato per le parate di Navas e i muri di Marquinhos, la serata sarebbe stata molto travagliata. Manda in campo una formazione troppo sbilanciata e in costante sofferenza sulle fasce, ma soprattutto non riesce a fornire alla squadra la personalità necessaria per tenere in pugno la partita. Discutibili e tardivi anche i correttivi a livello tattico e di sostituzioni. La sua squadra non sarà un’orchestra come il Manchester City, ma dal prossimo turno bisognerà cambiare registro per evitare l’ennesima delusione europea.


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