FOCUS | La strategia de LaLiga per prevenire il calcioscommesse - Intervista a Iñaki Arbea
Educazione, comunicazione, supporto. Si basa su questi valori la strategia adottata da LaLiga per evitare che i tesserati dei club professionistici spagnoli possano cadere nella diabolica tentazione del calcioscommesse, danneggiando le proprie carriere e l'immagine di uno dei brand calcistici più importanti e popolari del mondo.
A dettare le linee guida sul tema scommesse all'interno del massimo organo calcistico per club è il Dipartimento d'Integrità, guidato da José Ignacio Arbea Sarasa, che è intervenuto nella prima puntata del LaLiga Live Podcast prodotto da 90min e Stadeo, per spiegare in maniera dettagliata il fenomeno calcioscommesse e le contromosse adottate dal calcio professionistico spagnolo per supportare i propri atleti.
Sarasa, che ricopre questo prestigioso incarico dal 2017, è un ex poliziotto. Nel 2015 era a capo della squadra investigativa nel famoso "Caso Osasuna", che segnò una delle pagine più nere nella storia recente del calcio spagnolo e che gli permise di acquisire competenze importanti in materia fino a farlo diventare uno dei massimi esperti del paese sulla corruzione sportiva.
Qual è la strategia de LaLiga per evitare che vengano truccate delle partite e che i calciatori scommettano?
"Innanzitutto dobbiamo partire dal contesto. Negli ultimi anni la crescita degli introiti nell'industria sportiva e non parlo solo di calcio è stata esponenziale. Questo ha fatto sì che contemporaneamente crescessero anche le attenzioni delle organizzazioni criminali che vedono il calcio e il mondo delle scommesse come una grande opportunità per riciclare denaro. Noi come gli altri campionati europei abbiamo quindi bisogno di proteggere la nostra integrità e il valore del nostro brand. C'è un inevitabile bisogno di proteggersi e da qui nasce il dipartimento di sicurezza e integrità de LaLiga. Abbiamo creato un programma d'integrità globale che protegge e informa i nostri calciatori".
Quali sono le iniziative che aiutano i calciatori a comprendere la questione?
"All'interno del programma d'integrità globale ci assicuriamo che comprendano cosa possono e non possono fare e quali sono i pericoli. Li informiamo e cerchiamo di educarli attraverso la presenza negli spogliatoi, negli stadi e nei centri sportivi. Attraverso dei corsi d'integrità annuali obbligatori spieghiamo la normativa ai calciatori, quali sono i comportamenti illeciti e come operano i gruppi organizzati. Assistere a questi corsi è uno dei requisiti fondamentali per poter giocare ne LaLiga e tutti gli atleti sono obbligati a firmare un documento in cui dichiarano di aver compreso la normativa. Il consiglio che diamo ai calciatori è quello di non scommettere su nulla, e i club di prima e seconda divisione fanno inserire delle clausole nei contratti dei propri calciatori in cui vietano ogni tipo di scommessa. Grazie a queste iniziative sono già diversi anni che nel calcio professionistico spagnolo non ci sono stati casi di calcioscommesse".
Su cosa possono scommettere i calciatori spagnoli e quali sono le pene previste?
"In Spagna così come in Italia c'è una normativa importante che ci permette di sanzionare i calciatori quando scommettono sulla competizione in cui giocano. C'è la legge del gioco che può sanzionare un calciatore che scommette sulla competizione in cui gioca con una multa che può arrivare a 100.000 Euro e poi c'è il regolamento della Federcalcio spagnola oltre a multare ha la facoltà di squalificare un calciatore fino a 5 anni. Se un calciatore prova invece ad alterare il risultato di una partita con scopo di lucro subentra il codice penale e la condanna può arrivare fino a 4 anni di reclusione. Non so come funziona negli altri campionati, però so che FIFA e UEFA hanno dei corsi d'informazione e sensibilizzazione a cui gli atleti accedono attraverso le differenti federazioni europee".
Che tipo di relazione avete con UEFA e FIFA?
"Ogni volta in cui pensiamo che possa esserci un'anomalia durante le partite di club stranieri che vengono a giocare in Spagna, durante le partite amichevoli o da parte di giocatori stranieri sul nostro territorio lo segnaliamo alla UEFA, perché soprattutto in questo ambito la collaborazione tra tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, è fondamentale".
Qual è invece la strategia per monitorare le attività di betting sulle vostre competizioni?
"Oltre al programma d'Integrità globale, abbiamo un sistema interno che ci permette di monitorare le attività di betting di oltre 40 provider in tutto il mondo, sia delle nostre competizioni, che di tutto il calcio spagnolo. Qualsiasi tipo di anomalia viene immediatamente comunicata alla UEFA, alle compagnie di betting con cui abbiamo una partnership e alle associazioni internazionali d'integrità. Nel corso di questi anni mi è capitato di dover investigare su molte attività legate a partite del mondo non professionistico e grazie al nostro sistema siamo riusciti a intervenire tempestivamente ed evitare la combine. Inoltre in ogni gara delle nostre competizioni è presente un ufficiale d'integrità che monitora tutto ciò che fanno i calciatori dal momento in cui arrivano allo stadio fino a quando vanno via e offre supporto in caso ci siano dei dubbi o abbiano bisogno di chiarimenti".
Quali sono le categorie considerate professionistiche nel calcio spagnolo?
"Solamente quelle organizzate da LaLiga, quindi la prima e la seconda divisione. Il resto delle competizioni, dalla terza divisione in giù, sono organizzate dalla Federcalcio spagnola e non sono considerate professionistiche".
In relazione a tutto questo, qual è il pericolo più grande per club e calciatori al momento?
"Nel finale di stagione ci possono essere dei pericoli maggiori soprattutto se ci sono squadre che non hanno più obiettivi da raggiungere. Su questo lavoriamo attraverso l'educazione, facendo arrivare in maniera chiara il messaggio che un calciatore professionista deve giocare sempre al 100% perché è il suo lavoro. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che tutte le partite di calcio professionistico sono appetibili per la criminalità organizzata, che le vede esclusivamente come un pezzo per guadagnare ingenti somme di denaro o riciclare i proventi di altre attività illecite. Circa un mese fa, un calciatore di un club che partecipa a una delle nostre competizioni mi ha chiamato per informarmi che gli era arrivato un messaggio sui social che proponeva una combine in cambio di denaro. Il calciatore, consapevole della situazione, ci ha chiesto aiuto su come comportarsi e ci ha dato le informazioni necessarie per informare le autorità. Il nostro compito non è solo informare i nostri atleti, ma anche proteggerli da qualsiasi tipo di pericolo".