Franck, il direttore d'orchestra: Ribery sempre più fulcro del mondo Fiorentina
Chi è l'allenatore della Fiorentina? Beppe Iachini. E il direttore sportivo? Semplice, Daniele Pradè. Risposte facili ma non troppo, quando una squadra può vantare Franck Ribery tra le sue fila. Le qualità tecniche del francese non sono mai state in dubbio, infortuni permettendo si sono anche viste a sprazzi con la maglia viola, ma ci sono risorse e qualità che la piazza gigliata ha saputo scoprire e apprezzare nel corso dei mesi, senza poterle sospettare in precedenza.
Che il francese diventasse l'uomo immagine del club non era certo una sorpresa, era preventivabile fin dall'arrivo in pompa magna nel capoluogo toscano, ma al di là del marketing e delle giocate sul campo è innegabile che, adesso, Ribery rappresenti un punto fermo che sconfina oltre il rettangolo da gioco, persino dietro la scrivania o in panchina. Quando si tirano in ballo grandi nomi, accostati ai viola, si cita subito Ribery come possibile "calamita" per raggiungere i big (magari ex compagni di squadra al Bayern). Non solo: nell'atteggiamento, soprattutto dopo l'arrivo di Iachini in panchina, è emersa tutta la capacità del francese di essere un leader, un trascinatore.
Non solo con la foga, e qui sta la sorpresa, ma anche con la testa: un faro in grado di illuminare il resto del gruppo, soprattutto giovani in rampa di lancio ancora bisognosi di esperienza e di gavetta. Una leadership matura, insomma, che parte da ogni singolo allenamento e si riflette sul resto. Quel che avviene in campo, con l'ex Bayern pronto a seminare il panico tra le linee avversarie e a dialogare coi compagni più talentuosi, si rovescia così sul mondo Fiorentina a 360 gradi: il direttore d'orchestra c'è, dunque, il segreto adesso sta tutto nei musicisti giusti e nella melodia d'insieme che potrà uscirne.
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