Frank Lampard, il centrocampista dal gol facile

Frank Lampard
Frank Lampard / 90min
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Non dev'essere semplice ripercorrere le orme di tuo padre, ex storico calciatore di un top club europeo come il Chelsea. Non dev'essere nemmeno così semplice entrare a far parte del campionato élite mondiale per antonomasia, la Premier League. Non dev'essere scontato diventare storia, bandiera, simbolo, leader di una squadra, soprattutto quando questa è la stessa in cui ha militato tuo padre. Mission impossible? Per tutti, ma non per Frank Lampard.

Frank Lampard
Frank Lampard / Ross Kinnaird/Getty Images

Nato in un piccolo sobborgo londinese nel 1978, Frank Lampard Jr. cresce calcisticamente nelle giovanili del West Ham United. Difficile immaginarlo praticando un altro sport, essendo figlio del celebre Frank (suo omonimo) e nipote di due personaggi particolarmente influenti nel calcio inglese dell'epoca, quindi Harry e Jamie Redknapp. Con la maglia degli Hammers, Frank disputa tutta la trafila delle giovanili, sino ad esordire in Premier League, tra i professionisti, con la maglia dei gallesi dello Swansea, squadra a cui era stato prestato per sei mesi (1995-96). Una volta tornato a casa, ritrova lo zio Harry, che lo forgia sotto i tre profili più importanti per un calciatore: tecnica, tattica e carattere. Mentre per i primi due aspetti parlano i numeri della carriera, interessante è analizzare la crescita caratteriale del giovane Lampard, che dapprima si scontra con l'allora stella Hammers Paolo Di Canio poi successivamente, dopo l'esonero dell'amato zio, compie la non semplice scelta di lasciare il borgo di Newham. Destinazione? Uno dei tanti borghi rivali, una delle tante zone di Londra acerrima nemica dei supporter del West Ham: Hammersmith and Fulham.

Lampard con la maglia del Chelsea
Lampard con la maglia del Chelsea / Ben Radford/Getty Images

Lampard, infatti, prende la decisione che svolterà definitivamente la propria carriera. Viene acquistato dal Chelsea nel giugno 2001, grazie alla volontà di Claudio Ranieri, lo stesso tecnico che, a detta del centrocampista inglese, gli permetterà di maturare in modo costante e definito dal punto di vista tecnico-tattico, facendolo applicare enormemente anche in fase difensiva. Dal 2001 al 2014, Frank riscrive, anzi, scrive forse per la prima volta, la storia del club Blues, società che prima dell'inizio del XXI secolo non era ancora posseduta dal tycoon russo Abramovich e non aveva quindi ancora il prestigio per cui oggi viene riconosciuta in tutto il mondo. Fa il suo esordio nell'agosto 2001 e durante il triennio sotto la guida di Ranieri accompagna il Chelsea sino al secondo posto in Premier League (dietro l'Arsenal degli Invincibili) ed alla semifinale di Champions League, dovendosi arrendere al Monaco. Nel 2004, i Blues chiamano sulla panchina il celebre Josè Mourinho, fresco vincitore del trofeo europeo col Porto; durante la gestione del tecnico portoghese, solito utilizzare il 4-3-3, il centrocampista contribuisce ancor di più alle imprese della squadra, divenendone mezzala di inserimento e leader tecnico. La maglia numero 8 è presenza costante, faro, punto di riferimento per i compagni ed il Chelsea in quella stagione giunge ancora una volta sino alle semifinali di Champions, vincendo però il campionato inglese.

Clive Brunskill/Getty Images

Esattamente il 30 aprile 2008, Lampard comincia un altro storico percorso, tanto celebre quanto commovente; lo stesso percorso che, dopo ogni gol, lo porterà ad esultare con le braccia alzate, lo sguardo fisso al cielo, in ricordo della madre scomparsa a causa di una polmonite. Quest'esultanza prende forma il 30 aprile, appunto, nel match contro il Liverpool, e si compirà per ben altre 112 volte, tra club e nazionale inglese. Frank ricorda dopo ogni sua marcatura la madre, figura quasi "marginale" all'interno di una famiglia di soli calciatori, ma che permise al figlio, in questo modo, di legarsi a vita alla maglia dei Blues, nonostante le costanti pressioni esercitate da diversi club. Tornando alla carriera giocata, infatti, lo stesso Mourinho, nella sua esperienza all'Inter, chiese più volte al presidente Moratti di intavolare trattative con Abramovich nel tentativo di strappare ai londinesi la stella inglese, che però rifiutò categoricamente. La crescita del ragazzo continua anche con Carlo Ancelotti sulla panchina Chelsea (2009-11) ed infatti, nonostante l'allenatore reggiano avesse arretrato di diversi metri il raggio d'azione del centrocampista inglese, questo rispose siglando il suo record di gol in una singola stagione; ben 27 reti in 51 presenze, contribuendo alla vittoria del Double Premier League-FA Cup.

ADRIAN DENNIS/Getty Images

Dopo Ancelotti e dopo la fallimentare esperienza di Andre Villas-Boas, patron Abramovich promuove come tecnico ad interim sulla panchina dei Blues un altro italiano, Roberto Di Matteo, che guiderà la squadra sino al termine della stagione 2011-12. In quell'anno, esattamente il 19 maggio 2012, Lampard compie il sogno di ogni calciatore, il sogno di ogni bambino e di qualunque appassionato di football: il Chelsea è Campione d'Europa. Vince la Champions League ai rigori, ai danni del Bayern Monaco, favoritissimo di quella competizione e "padrone di casa", essendosi disputata la finale di quell'anno all'Allianz Stadium di Monaco, appunto. Lampard è sempre più bandiera di quella squadra, cuce un rapporto inossidabile con la tifoseria ed assieme a Didier Drogba e capitan John Terry traghetta i Blues anche alla vittoria dell'FA Cup. Nelle ultime due stagioni con la maglia del Chelsea (2012-13 e 2013-14), Frank si toglie tre soddisfazioni personali: nel 2013, infatti, diventa il primo marcatore ad aver segnato almeno 10 reti in 10 stagioni di Premier League consecutive (a dimostrazione del suo feeling con la porta avversaria, sin da subito avuto) e supera, nel marzo dello stesso anno, Bobby Tambling, divenendo il miglior marcatore della storia del Chelsea. Infine, il 2 aprile 2014, nella gara persa col PSG in Champions League, Frank taglia il traguardo delle 100 presenze nella massima competizione europea.

Pool/Getty Images

Tre Premier League, quattro FA Cup, due League Cup, due Community Shield, una Champions League, una Europa League ed una coppa Intertoto; questo il modesto bottino di Frank Lampard durante la sua immensa carriera, ricca di trofei ed anche, soprattutto, costellata da un carattere forte, quasi ribelle, sicuramente sentimentale. Il numero 8 inglese segna un'epoca calcistica, di etica ed immagine: rappresenta la sua squadra in maniera impeccabile, dentro e fuori dal campo, pur quando il presidente Abramovich inizia a fare del marchio Blues un brand a livello mondiale, comprando giocatori dalla prospettiva e dal talento roseo. Conduce il Chelsea a livelli altissimi, ne fa una squadra conosciuta e rispettata, ovunque, temuta, anche grazie alle sue reti ed alla sua capacità di inserimento: 429 presenze, 147 reti. Numeri da capogiro, per uno dei più forti numeri 8 che il mondo del calcio abbia avuto l'onore di conoscere. Esempio di professionalità per tante generazioni di giovani aspiranti calciatori, vista la sua ossessione ed il suo perenne lavoro di auto-miglioramento.

"C'è solo un club che vorrei guidare, so che può sembrare eccessivo, ma non vorrei passare per un club minore. Il Chelsea è l'unico club che vorrei guidare". Ed a quanto pare, ci farà seguire ancora per tanto le sue gesta. Come solo lui ha sempre saputo fare.


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