Fuoriclasse all'ultima chiamata: chi ha più da perdere tra Messi e CR7?

Eccoli lì, incastrati in un'immagine del passato. Una delle tante con le maglie di Barcellona e Real Madrid, scatti che non vedremo più e di cui forse sentiamo già un po' la mancanza. Il tempo corre veloce, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo non sono più quelle macchine da gol che hanno dominato Liga e Champions League per più di un decennio. Hanno iniziato a cedere il passo ai nuovi talenti di tutto il mondo, mettendosi al loro fianco in versione "normale" e riequilibrando così la corsa per essere il migliore.

Sarà il loro ultimo Mondiale? Salvo clamorose sorprese, sì. Lionel Messi se lo sta godendo a pieno, ha preso per mano un'Argentina che Lionel Scaloni gli ha affidato completamente. "Non esce dal campo se non me lo chiede lui", per intenderci. L'ha portata prima agli Ottavi segnando contro Arabia Saudita e Messico e poi ai Quarti di Finale aprendo i conti contro l'Australia.

Il rigore sbagliato contro la Polonia se lo è messo alle spalle in fretta, consapevole di avere il supporto di tutta la squadra in Qatar, di decine milioni di fan e dei tifosi argentini che stanno accompagnando questa Nazionale con una passione incredibile. Nella prossima sfida ci sarà l'Olanda, contro cui Messi ha vinto proprio ai calci di rigore nella Semifinale di 8 anni fa in Brasile.

L'altro eterno Campione gioca con il Portogallo come punta centrale di una trequarti formata da Joao Felix, Bernardo Silva, Bruno Fernandes e Otavio. La stella e il capitano di una Nazionale forte, ma troppo spesso sottovalutata. Nella fase a gruppi le ha giocate tutte da titolare. Si è procurato e ha realizzato il primo gol portoghese del Mondiale con un calcio di rigore contro il Ghana, ha propiziato il vantaggio di Bruno Fenrnades contro l'Uruguay, mentre è stato sostituito all'ora di gioco nella sfida con la Corea del Sud.

Una sostituzione da cui è nata la polemica con Fernando Santos che ha tenuto banco nell'ultima settimana. Nell'Ottavo di Finale con la Svizzera non è sceso in campo dal primo minuto, il CT gli ha preferito Gonçalo Ramos, il quale, quasi da predestinato in un passaggio del testimone, ha siglato un'incredibile tripletta. Il Portogallo ha travolto 6-1 gli elvetici e si è preso i Quarti di Finale contro il Marocco, ai quali arriverà con un grande dubbio: chi giocherà titolare al centro dell'attacco?

Chi ha più da perdere?

18 dicembre 2022. Stadio Lusail, Qatar. Messi e Ronaldo si scambiano i gagliardetti di Argentina e Portogallo, si affrontano, segnano e a fine partita festeggiano con i propri compagni e tifosi la vittoria della Coppa del Mondo. Hanno dominato la classifica marcatori e sono stati eletti migliori giocatori della competizione. È quello che potrebbe accadere in un universo parallelo, con regole differenti.

Nel nostro purtroppo no, c'è spazio per un solo vincitore. Accantonando la retorica secondo cui "ci si ricorda soltanto di chi vince", siamo costretti a goderci l'ultimo vero e sentito (più per gli appassionati che per gli interpreti) dualismo tra il campione argentino e quello portoghese. Abbiamo detto delle differenze di prestazioni e di peso in questo Mondiale e, proprio seguendo quella linea, appare chiaro chi ha più da perdere.

A Messi, nella banale narrazione che lo riguarda in ottica Argentina, è sempre stata imputata la mancanza di un Mondiale nel Palmarés. Il confronto non voluto con Maradona, ma generato automaticamente dalle sue prestazioni sul campo, ha creato negli anni una pressione probabilmente malsana. La svalutazione del suo percorso in Nazionale (4 Finali perse e 1 vinta) forse non ha precedenti.

Vincere un Mondiale significherebbe impossibilitare chiunque a qualsiasi tipo di critica. L'Argentina è un'ottima squadra, ma non si può certamente dire sia la favorita alla vittoria finale. Più la data si avvicina però, più cresce la sensazione che questo possa essere il Mondiale di Leo Messi, più l'Argentina avanza più aumenta la grandezza della delusione a cui far fronte in caso di mancata vittoria.

Sponda Cristiano Ronaldo la situazione è completamente diversa. Al Mondiale è arrivato da calciatore del Manchester United, dal quale si è poi separato svincolandosi in seguito a un'intervista. Giungere in Qatar nel miglior periodo di forma è stato per lui impossibile. Accantonato da Ten Hag con i red devils, non ha ricevuto un minutaggio sufficiente per imporsi come leader del suo Portogallo.

Una Nazionale con cui ha numeri da capogiro, che è diventata sempre più sua nell'Europeo del 2016, in cui in seguito a un infortunio in Finale, è riuscito a essere protagonista guidandola dalla panchina insieme a Fernando Santos. 6 anni dopo qualche crepa ha rischiato di far crollare la solidità di tutta la struttura portoghese. L'inventato litigio con Bruno Fernandes, la frase rivolta all'allenatore dopo la sostituzione contro la Corea, le voci smentite dallo stesso Ronaldo sui social riguardanti un suo prematuro addio dal Qatar.

Più passa il tempo e più sembra essere un Ronaldo contro tutti. Al momento il Portogallo non è tra le favorite alla vittoria Finale, anche se le prestazioni stanno facendo ricredere più di qualcuno. Cos'ha CR7 da perdere? Il suo ultimo sogno Mondiale, ma soprattutto la possibilità di riscatto (e rivincita) di fronte a tutto il mondo.

La soluzione al problema finale non ci sarà mai. Per chi sogna un confronto all'ultimo gol tra Messi e Ronaldo verrà deluso. Cambiando sport, non c'è stato per Nadal e Federer e non ci sarà nemmeno per i due calciatori più forti (finora) del XXI secolo. Certo però, la possibilità di vedere Argentina-Portogallo come ultimo atto dell'ultimo Mondilae di entrambi il prossimo 18 dicembre gli assomiglierebbe molto.