Furlani parla delle ambizioni del Milan e rassicura i tifosi su Theo e Maignan

Giorgio Furlani
Giorgio Furlani / Alessandro Sabattini/GettyImages
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Da poche ore il Milan ha raggiunto gli Stati Uniti dando il via alla tournée che lo vedrà affrontare in amichevole alcune delle più grandi squadre d'Europa. Per l'amichevole contro il Manchester City, prevista per sabato 27 a mezzanotte, sarà presente anche lo stato maggiore rossonero, tra cui il CEO Giorgio Furlani, che ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Bloomberg TV per parlare delle strategie di RedBird per l'espansione del club in terra statunitense. Non è però mancato un riferimento al mercato e in particolare a due big della rosa.

Le ambizioni del Milan:
“La nostra ambizione è di lottare per il titolo in Italia ogni anno ed essere competitivi in Champions League, mantenendo al contempo il nostro business sostenibile. Due anni fa è stato il primo anno in cui il Milan è stato in attivo in 17 anni, e lo scorso è stato il secondo anno consecutivo. Questo significa che non siamo costretti a vendere giocatori per mancanza di capitale o problemi di liquidità"

Su Theo e Maignan:
“Da tifoso ti posso dire (rivolgendosi all’intervistatore, ndr) che su Maignan e Theo non devi preoccuparti".

Su RedBird:
“Siamo di proprietà di una società americana, Redbird Capital Partners, un importante investitore in sport, media e intrattenimento. Lavoriamo a stretto contatto con loro. Siamo diventati anche più americani in campo, abbiamo due giocatori americani. Ma le nostre decisioni sono interamente sportive: non basate sul passaporto, ma sulla qualità del calciatore. Ne è l’esempio Christian Pulisic, che ha anche un certo appeal commerciale negli Stati Uniti”.

Le strategie di espansione del marchio:
"Dal punto di vista commerciale, abbiamo aperto un ufficio a Dubai e siamo il primo club di calcio europeo a farlo. Abbiamo una relazione di oltre 15 anni con Emirates e altri partner commerciali nella regione, come il Kerzner Group. Il nostro approccio alla regione si sviluppa attraverso partnership commerciali, non iniezioni di capitale”.

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