Garcia rivela un retroscena su Di Lorenzo e parla della posizione di Raspadori

Il tecnico del Napoli ha anche avanzato una possibile soluzione tattica
Rudi Garcia
Rudi Garcia / Giuseppe Bellini/GettyImages
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Ad aprire le danze della Serie A 2023-24 sarà il nuovo Napoli targato Rudi Garcia, impegnato sul campo del Frosinone. Subentrato a Spalletti, il tecnico francese avrà il compito di difendere lo Scudetto conquistato lo scorso anno, ma questo non sembra intimorirlo, anzi. Nella lunga intervista concessa a DAZN, Garcia ha infatti parlato anche delle possibili soluzioni tattiche che la sua squadra adottera.

Sul tifo partenopeo: "Io ho vinto il campionato al Lille, 52 anni dopo, la Coppa di Francia l'anno seguente, che mancava da 55 anni, era una vita che non vincevano ed è stato molto bello vincere lì e sono rimasto dopo aver vinto. La passione a Napoli però è oltre, è una religione secondo me il calcio qui. Per me questo è il calcio, dovrebbe essere sempre così. La sveglia? Io dopo la doppietta potevo andarmene, ma l'ho vissuto in prima persona il fatto che l'anno dopo pensi di fare lo stesso e invece fai un po' di meno, è umano, è inconscia. La sveglia è il mio compito, dire ai ragazzi: avete raggiunto quel livello ma io non mi accontento e voglio lo stesso livello dell'anno scorso. Confermarsi è sempre più difficile".

Sui cambiamenti tattici: "Una qualità dei miei giocatori è lo spirito collettivo. Sono bravi nel gioco di prima. Stiamo coltivando questa caratteristica, giocando di prima se arriva l'avversario la palla è già andata via. Si può sempre migliorare, il mio compito è non farli addormentare, fargli aprire ancora di più l'orizzonte perché non c'è solo un modo di fare e ho parlato anche di una squadra più camaleontica. Se un sistema di gioco funziona non c'è motivo di cambiare, ma ci sarà un giorno... perché mica puoi vincere tutte le partite, anche l'anno scorso mica l'hanno vinte tutte. Quando arrivi in un ambiente vincente, ogni volta che provi a migliorare qualcosa ti fanno vedere il cartellino e ti dicono che l'anno scorso funzionava. Ma se volete che funzioni ancora serve uno step in più e portare nuove cose. Per un gruppo è importante avere nuove, altrimenti ti annoi".

Raspadori può fare l'esterno? "Certo, mezzala, esterno, trequartista, anche punta come ad Amsterdam, lo fece in modo importante. Dobbiamo avere la capacità di avere anche due punte, quando hai il Cholito sei armato. Victor è un trascinatore pazzesco, appena metti una competizione sul campo vuole vincere, porta la sua squadra, un po' come Cristiano chiama la squadra, fa la foto-ricordo, mi piace tanto, è tra i migliori centravanti al mondo. Ho letto che alcuni lo volevano, poche cose (ride, ndr). Potrebbe giocare solo offensivamente, ma difenda e pressa come un matto. Bellissimo. La qualità del gruppo è questa, non solo un gioco di qualità, ma lavorano".

Victor Osimhen, Rudi Garcia
Victor Osimhen, Rudi Garcia / Nicolò Campo/GettyImages

Kvaratskhelia? "Può migliorare ancora tanto. Con la palla tra i piedi, ha un genio nei piedi... quando dribbla è bello da vedere. Di Lorenzo? Devo stare attento a ciò che dico perché fanno i titoli. Lui è un uomo di grande qualità, pensa agli altri, è già un capitano per questo, poi è un leader, un esempio, e poi un gran bel giocatore. Io faccio sempre così, mi do un periodo del ritiro per dire chi sarà capitano della mia squadra, perché lo scelgo io, dopo colloqui e dopo averlo visto col gruppo, ma non ho avuto nessun dubbio sul fatto che il mio capitano sarà lui. Può essere solo lui, ci sono altri leader e poi c'è anche scaramanzia intorno a me. Novità devo portarle, ma alcune volte dovrò anche adattarmi non alla scaramanzia, ma io credo alle onde positive".

Colloqui con ADL? "Non faccio un powerpoint prima di parlare con i presidenti. Non c'è studio. Vado con la mia personalità, le mie idee, parlo con i presidenti, come accaduto a Lione, ovunque, ho la mia idea del calcio e se c'è sintonia, e sembra esserci stata, si va avanti. Il presidente ha poi la sua squadra, c'erano Chiavelli, Micheli, sanno tutto di te, se ti fanno venire sono interessati a quello che puoi portare".

Obiettivi per essere felice? "Il Napoli prima di tutto deve giocare la Champions anche l'anno prossimo, poi vediamo se quarto, terzo, secondo o primo. Vediamo. Poi in Champions serve una rosa forte, io ho fatto belle campagne Champions, anche la semifinale a Lione. L'Europa League è diversa, puoi concentrarti sul campionato perché il girone lo superi e dagli ottavi diventa serio, ma in Champions è il contrario, i giocatori sono fissi sulla Champions e devi dirgli che il pane quotidiano è il campionato. La Champions la fai tramite il campionato e dovremo essere bravi sulle due competizione e la rosa serve per avere due scelte".