Gascoigne sull'Isola dei Famosi: Gazza, perché tradisci i tuoi anni '90?

Paul Gascoigne
Paul Gascoigne / GLYN KIRK/Getty Images
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Per chi si è mosso ubriaco tra i vagoni del treno, ridotto a uno straccio e guardato storto dai passanti impauriti e non certo pronti a celebrarlo, dovrebbe essere arduo scoprire e superare nuove frontiere di pudore. Che timidezza può esserci o che riguardo nell'esporsi quando, di fatto, i tabloid ti hanno fotografato e messo a nudo? Lo sguardo perso nel vuoto, pochi stracci a coprirti, il volto smunto e ben lontano da quello pieno, rubicondo e sfrontato che imperversava sui campi europei fino alla fine degli anni '90 o pochissimo più in là.

Paul Gascoigne
Paul Gascoigne a processo / Nigel Roddis/Getty Images

Forse la sola frontiera possibile da superare è mostrarsi a un pubblico che non gli appartiene: "Ma chi è questo? Da dove spunta?", potrebbe chiedersi qualche appassionato dei reality, che infatti se lo chiede davvero. Una pugnalata per chi, d'altro canto, sarebbe portato a chiedersi da dove spunti la fauna consueta di questi show, bravi a ruotare e a spingere a fasi alterne quel tronista, che poi diventa gieffino, che poi diventa isolano, che poi diventa tentatore. E invece ci si chiede da dove spunti Gazza. Paul Gascoigne spunta dai suoi anni '90, dall'ultima epoca che dava il modo di immaginare qualcosa anziché, noiosamente, di conoscerlo. Cioè qualcuno avrebbe potuto raccontarti che Gazza aveva fatto entrare uno struzzo al campo di allenamento degli Spurs e che poi lo aveva inseguito per riportarlo allo zoo, tu potevi ascoltare sorpreso e ridere, senza che ci fosse bisogno del video virale che ritraesse lo struzzo e Gazza dietro a correre.

Paul Gascoigne
Paul Gascoigne alla Lazio / Michael Cooper/Getty Images

Chi pretende l'ostentazione a tutti i costi, i milioni di visualizzazioni per pesare l'importanza, il meme che imperversa su ogni social e nei gruppi whastapp, probabilmente non conosce (o non ricorda) quegli anni '90, non comprende più i loro simboli. La nuova frontiera che Gazza qui supera è quella di uscire dal suo tempo e di finire in pasto ad altro, in un'Italia sempre assetata di casi, di provocazioni forzate che poi diventano scandali buoni per moralizzare lo spettatore. I popcorn sono già pronti nell'attesa di uno scivolone, di una rissa, di una birra portata di straforo in mezzo ai naufraghi, di un'espressione fuori luogo e dalla presa di distanza rituale in prima serata.

England v Holland
Gazza con Ince / Stu Forster/Getty Images

Oppure c'è chi può vederla come una storia di riscatto, come la voglia di uscire finalmente alla luce del sole e di lasciarsi alle spalle anni di racconti torbidi, maledetti e dannati. Può essere presa anche da questo verso, lo dirà un quotidiano fatto di letti improvvisati sulla spiaggia e di pesca a mani nude nelle acque honduregne, ma nel giochino dell'intruso da individuare, se ci trovassimo di fronte un elenco composto da Elisa Isoardi, Francesca Lodo, Awed e Paul Gascoigne, sapremmo tutti su chi finirebbe il nostro indice, senza troppo indugiare. A questo pubblico resterà forse qualche schermaglia in inglese con il rivale di turno, per chi deve accendere il fuoco, o qualche battaglia notturna contro un mosquito più molesto degli altri. Chi non trovasse sano questo corto circuito, questa gita indesiderata fuori dal tempo, potrà sempre immaginarsi Paul che corre dietro a uno struzzo, in mezzo ai compagni di squadra piegati in due dal ridere.


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