Gasperini: "Ero pronto a lasciare l'Atalanta. Sul mercato serviva un campione"
Di Marco Deiana
Nella giornata di domani partirà ufficialmente la stagione 2022-23 dell'Atalanta. Una Dea che si ritroverà a Zingonia senza coppe da disputare ma sempre con Gian Piero Gasperini alla guida della squadra. Una conferma non scontata, come dichiarato dallo stesso tecnico nerazzurro a La Gazzetta dello Sport. Il Gasp alla rosea ha parlato di tantissimi aspetti sul mondo dell'Atalanta. Queste le sue parole.
"Con i Percassi c'è un rapporto di stima e gratitudine reciproca. Ero pronto ad andar via e l'ho fatto presente alla proprietà ma non hanno voluto accettare questa soluzione. Ora ci unisce lo slancio di ripartire. L'ingresso di investitori americani è stata una grande emozione per me e un'occasione fantastica per loro. Ho parlato una sola volta, e per appena cinque minuti, con Pagliuca quando è venuto a vedere una partita. Se sono ancora qui è per il forte legame che mi unisce con la città e questo l'ho percepito durante l'ultima gara contro l'Empoli"
"Sarà una Dea da battaglia, animata da spirito di rivincita. Uscire dalle coppe ci ha dato rabbia e vedremo che squadra nascerà. Per ora non ha chiuso neanche un affare ma non ho nulla da rimproverare"
"Questa è stata un'estate di studio, di accorgimenti ma non di rivoluzioni. I principi rimangono gli stessi. Ieri la difesa a tre era eresia, oggi Mourinho gioca a tre dietro e il Real Madrid ci ha affrontati con la difesa a tre, così come il Chelsea ha vinto una Champions League a tre dietro"
"I miei scontri sul mercato sono nati sempre dalla stessa esigenza: non restare fermi. Siamo rimasti troppo a lungo con gli stessi giocatori. Abbiamo avuto delle cessioni importanti e introiti importanti dalla Champions League, ma siamo rimasti statici, soprattutto davanti. Di esterni almeno ne sono passati una ventina. Davanti invece siamo rimasti gli stessi e nel frattempo abbiamo perso giocatori come Gomez e Ilicic, oltre a Zapata out per infortunio per lungo tempo. Le squadre si migliorano quando si rafforzano in attacco: non è un caso che l'Inter abbia preso Lukaku e la Juventus abbia investito tanto per Vlahovic. Questo è stato lo scontro con la società, oltre ad essere il mio rammarico. Siamo rimasti gli stessi perché si segnava tanto, invece era il momento giusto per portare un nuovo campione in squadra. L'Atalanta ha speso, ma in attacco no".
"Boga? Il suo problema è che è stato pagato come un campione carismatico e decisivo, al momento invece è un individualista e basta. È giovane, imparerà. Ai tifosi dico che non parlo di salvezza, ma non possiamo avere la convinzione di essere una big. Noi non siamo una big, lavoriamo per diventarlo. E diamo battaglia. Ci divertiremo".
Segui 90min su Instagram.