Il gemello perduto: Montiel e una parabola opposta a Vlahovic, patrimonio a rischio

Tofol Montiel
Tofol Montiel / Alessandro Sabattini/Getty Images
facebooktwitterreddit

Il giovane in rampa di lancio esercita un fascino sempre particolare nel calcio, soprattutto in un contesto come quello italiano che si rivela spesso arduo e poco generoso per i talenti più giovani che sperano di affermarsi come realtà e non più come promesse. E proprio l'Italia, considerata la missione più che mai in salita per chi vuole imporsi bruciando le tappe, fornisce una doppia chiave di lettura del tema: da un lato chi riesce a emanciparsi e a spiccare il volo, Dusan Vlahovic l'emblema, con il contraltare di chi sembra altrettanto talentuoso e valido ma, da tempo, stenta a trovare spazio e appare persino ai margini.

Tofol Montiel
Montiel in viola / Nicolò Campo/Getty Images

Anche in questo caso si resta a Firenze, per rendere ancora più efficace il paragone, e ci si riferisce al "gemello" di Vlahovic nella Primavera viola 2018/19: Tofol Montiel. Entrambi classe 2000, entrambi a quota 11 gol in quella Primavera, Vlahovic e Montiel rappresentano alla perfezione le due facce di una stessa medaglia, la scalata che riesce alla perfezione e quella che, al contrario, si rivela faticosa e piena di salite più ripide del previsto. Nell'agosto del 2019 sembrava che il binomio potesse restare inscindibile anche in prima squadra: Fiorentina in svantaggio in Coppa Italia contro il Monza, Montella manda in campo i due gioielli e questi ripagano con due assist (Montiel) e due gol (Vlahovic). I viola sembravano dunque aver scoperto, premiati da un risultato riacciuffato in rimonta, quanto potesse funzionare quella coppia così ben assortita: lo spagnolo tecnico e sgusciante, ispiratore ideale per un centravanti potente e fisicamente piazzato come il serbo.

L'espressione croce e delizia trova un esempio più calzante che mai nelle doti di Montiel, talento tutto tecnica e creatività che vede nel fisico, spesso indicato come troppo gracile per giocare ad alti livello, il prezzo da pagare, un infelice contrappasso. Al contempo la collocazione tattica dello spagnolo ha generato altrettanti grattacapi nei tecnici che, dopo Montella, si sono succeduti sulla panchina viola: il 3-5-2 di Iachini non prevedeva uno spazio per il giovane fantasista, il solo Prandelli ha provato a sfruttarlo e lo ha buttato nella mischia a Udine in Coppa Italia, il proverbiale coniglio tirato fuori dal cilindro che condusse al gol decisivo, siglato dallo stesso Montiel con un velenoso sinistro.

I numeri del resto, per quel poco tempo avuto a disposizione, sarebbero decisamente dalla sua: 37 minuti in Coppa Italia con la prima squadra conditi da 2 assist e da un gol; non si può insomma dire che Montiel non abbia risposto presente quando chiamato in causa. Il padre del giocatore, a La Nazione, ha descritto tutta la voglia del figlio di tornare protagonista: "Ha recuperato ed è fiducioso. Lui ha tanta voglia di dimostrare tutto ciò che ha dentro e aspetta solo di avere qualche opportunità per farlo".

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Insidefoto/Getty Images

A differenza di altri giovani, anche giovanissimi, valutati da Vincenzo Italiano a Moena, però, Montiel ha dovuto saltare una buona parte della preparazione ed è tornato ad allenarsi solo a fine luglio: adesso il giocatore si trova in un limbo certo non comodo, in bilico tra il ruolo poco desiderabile di "esubero" e quello di promessa da recuperare. Una delle sfide di Italiano, a questo punto, potrebbe essere quella di recuperare il giocatore e di trovargli un ruolo nel suo 4-3-3, permettendogli di ritagliarsi ancora qualche minuto in Serie A: la missione, dopo anni all'insegna di una disillusione costante, è quella di non disperdere un patrimonio che sembrava davvero all'altezza del "gemello" Vlahovic. Il tutto mentre le offerte, sul fronte del mercato, latitano o comunque non convincono.