Gerry Cardinale racconta la sua strategia per la crescita del Milan
Calcio & Finanza ha incontro Gerry Cardinale, patron del Milan dal 2022. È uscita fuori una lunga chiacchierata dove il proprietario rossonero ha parlato della sua strategia con il club e trattando diversi argomenti: dallo stadio alle voci sulla cessione della società, passando per la crescita del brand, i rapporti con la proprietà dell'Inter e l'organizzazione della Serie A. Queste le sue parole.
"Ho 25 anni d'esperienza di investimenti nello sport, sia creando società in partnership con i migliori detentori di diritti al mondo, sia investendo in squadre e negli stessi campionati. Ho sempre creduto in un approccio agli investimenti che deve essere guidato dalla generazione di cassa e non da semplice fatturato, che deve essere guidato il più possibile da considerazioni non emotive. Però devo dire che l'unico caso in cui ogni tanto perdo questo tipo di approccio è con il Milan, dove la passione dei suoi tifosi e l'importanza della squadra è qualcosa che non avevo mai sperimentato prima nello sport".
"Ho lavorato venti anni in Goldman Sachs, sorrido se qualcuno mi ritiene così sprovveduto da assumermi un debito da rimborsare in soli 18 mesi. Sono al Milan per restarci a lungo e dipendesse da me starei qui per sempre. Bisogna però tenere conto dei movimenti dell'economia globale e non c'è dubbio che in Medio Oriente c'è molta liquidità e disponibilità a investire nello sport. Siamo aperti a collaborare con potenziali partner che potrebbero unirsi a noi sia come sponsor che come partner nella costruzione del nuovo stadio. Oppure come azionisti di minoranza in qualità di partner a vero valore aggiunto. Non rinuncerò al controllo del club".
"Sono totalmente pronto a costruire da solo lo stadio del Milan, ma sono aperto a valutare anche altre opzioni. Senza escludere una potenziale collaborazione con l'Inter".
"Credo ci poter fare del Milan il club numero uno e allo stesso tempo aiutare la Serie A a tornare competitiva. Anche perché nelle condizioni attuali l'unico modo per spingere stabilmente un club ai massimi livelli è anche quello di appartenere ad un campionato più forte anche come sistema. La strada per assottigliare il divario con la Premier League è che il nostro campionato riacquisti la competitività degli anni d'oro a livello europeo, con il contributo fondamentale del lavoro di noi proprietari. Non capisco perché in Italia appena qualcuno propone cose nuove si sente dire che si è fatto sempre così. Lo capirei se le cose andassero bene, invece abbiamo un grosso gap da colmare. Con l'AD della Lega Serie A (Luigi De Siervo, ndr) ormai ci siamo capiti. Ha capito che posso dare una mano a livello internazionale. Basti pensare che con ESPN, Amazon, Fox e tutte le più grandi società di media statunitensi faccio affari con successo da anni. La mia esperienza e miei rapporti con queste reti possono essere una risorsa che può aiutare la Serie A".
"Superlega? Credo che dovremmo operare nell'ambito della UEFA e della ECA che meglio servono gli interessi del calcio in Europa. La Superlega non è qualcosa che riteniamo giusto per il Milan, per la Serie A e per il calcio europeo"