Giornata indigesta per tutte le big di Serie A: chi ne esce peggio?
La 26ª giornata di Serie A si è ufficialmente conclusa lasciandoci una statistica alquanto curiosa: al termine delle dieci partite, nessuna delle big è riuscita a vincere. Se consideriamo infatti le squadre dalla prima all'ottava posizione, solo una - la Fiorentina - è riuscita a portare a casa i tre punti.
Un passo falso, dunque, per le migliori del campionato che già dal prossimo turno vorranno rifarsi per riprendere la rincorsa verso i rispettivi obiettivi stagionali. Ma, prendendo in analisi la giornata appena trascorsa, chi dovrebbe preoccuparsi di più delle prossime sfide?
Juventus
Procedendo in ordine cronologico, la prima big a deludere è stata la Juventus, fermata sull'1-1 dal Torino di Juric.
Sebbene non si tratti di un risultato favorevole, questo pareggio potrebbe però far comodo ai bianconeri almeno sul piano dell'atteggiamento. Gli arrivi di Vlahovic e Zakaria (con tanto di gol all'esordio) avevano troppo infervorato un ambiente e una stampa che è addirittura arrivata a parlare di un ritorno di fiamma per lo scudetto. Il pari con l'Atalanta e questo con i granata servono per far rimanere i giocatori coi piedi per terra.
Roma
Ci ha pensato la generazione Z a salvare la Roma di José Mourinho da una sconfitta casalinga che avrebbe avuto una risonanza nefasta per il prosieguo della stagione.
Nel match di sabato pomeriggio, i giallorossi hanno mostrato delle enormi lacune sul piano tattico: sembrava quasi che non sapessero come organizzarsi in difesa e che in attacco tutto fosse affidato al caso. Lo 0-2 al primo tempo è un risultato meritato dalla squadra di Tudor che, a questo punto, può essere considerata una semi-big della Serie A. Lo Special One deve ringraziare Volpato e Bove che gli hanno permesso di strappare un pareggio che getta dubbi sulle reali ambizioni della Roma ma che, visti i due giovani talenti, fa comunque ben sperare per il futuro.
Milan
È stato un testacoda fatale per la capolista Milan che contro la Salernitana non è andata oltre il 2-2.
All'Arechi, i padroni di casa hanno senz'altro giovato della boccata d'aria fresca e del nuovo vigore portato dal nuovo tecnico, Davide Nicola. Tuttavia, una squadra che ambisce al titolo non può permettersi un approccio alla partita così superficiale. Il pareggio servirà agli uomini di Pioli come lezione: mai sottovalutare l'avversario.
Atalanta
Non fare risultato in casa di una squadra in grande crescita come la Fiorentina ci può stare, ma se analizziamo il recente stato di forma dell'Atalanta, realizziamo che la sconfitta del Franchi dovrebbe far preoccupare Gian Piero Gasperini.
In Serie A, la Dea non vince infatti da 5 giornate e si sta pian piano esponendo alla rimonta delle inseguitrici. Va detto che a Firenze mancavano tutti gli attaccanti e che l'uomo più avanzato era Koopmeiners, uno abituato a fare il mediano. Tuttavia è proprio l'atteggiamento che non convince: i bergamaschi sembrano frettolosi, a tratti perfino nervosi e irruenti. Per ritrovare lo smalto dei giorni migliori, i giocatori nerazzurri dovrebbero prima di tutto divertirsi in campo.
Inter
Il risultato della 26ª giornata di Serie A dovrebbe far preoccupare anche Simone Inzaghi. La sua Inter ambisce infatti alla vittoria dello scudetto e, sebbene un passo falso possa capitare, la testa con cui i giocatori sono scesi in campo non è quella che dovrebbero avere i campioni d'Italia in carica.
I nerazzurri, privi del metronomo Brozovic (diventato ormai l'ago della bilancia della squadra), sembrano appannati e soffrono la brillantezza di un Sassuolo corsaro. Sul fronte offensivo non bisogna farsi molti problemi: il gol manca, certo; ma come ha detto lo stesso Inzaghi, se crei tanto (e l'Inter lo fa) prima o poi gli attaccanti si sbloccano. Il problema è la difesa che sta iniziando a mostrare qualche falla di troppo. Una questione che il tecnico dovrà risolvere il prima possibile.
Lazio
La Lazio conferma il suo andamento altalenante e alla Dacia Arena non va oltre l'1-1. Il gol di Deulofeu ha mostrato ancora una volta la fragilità difensiva della squadra di Maurizio Sarri che, per sua fortuna, si è ritrovata di fronte un'Udinese altrettanto in difficoltà. Farle gol, dunque, non è stata un'impresa.
Senza il bomber Immobile, i biancocelesti si sono affidati a un tridente leggero e questo ci ha lasciato essenzialmente due notizie, una buona e l'altra cattiva: quest'ultima riguarda l'infortunio di Pedro che, a causa di un dolore alla caviglia, resterà lontano dai campi per molto tempo; quella positiva riguarda invece Zaccagni, vero e proprio trascinatore della Lazio degli ultimi mesi. Se dovessimo fare un paragone diacronico, potremmo dire che Sarri ha trovato il suo Insigne.
Napoli
Giocare in Sardegna non è mai facile e quando ti trovi davanti un Cagliari in stato di grazia è comprensibile lasciare qualche punto per strada. Se dovessimo cercare altre attenuanti, potremmo anche dire che c'era stanchezza dopo la sfida col Barça, che Osimhen non era al meglio e che a centrocampo c'era penuria di uomini.
Tuttavia, il Napoli aveva il vantaggio di conoscere i risultati delle dirette concorrenti e, vedendo che in caso di vittoria avrebbe agganciato il primo posto, era chiamata a una prestazione ben diversa. Prendendo in prestito una massima di Spalletti, per avere destini forti servono persone forti e i giocatori partenopei non ci hanno nemmeno provato.
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