Giro di boa della stagione: chi vincerà lo Scudetto?

Chiellini e Lukaku sono gli elementi fondamentali per Pirlo e Conte
Chiellini e Lukaku sono gli elementi fondamentali per Pirlo e Conte / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Il 19° turno di campionato, l'ultimo del girone d'andata, ha offerto spunti di riflessione importanti in relazione alla seconda parte di stagione che ci apprestiamo a vivere. La vittoria della Lazio sul Sassuolo ha legittimato la supremazia delle prime 7 della graduatoria rispetto alle altre (senza nulla togliere alla magnifica prima parte di stagione dei neroverdi, o del Verona stesso); le frenate delle milanesi, inoltre, hanno compresso ancor di più una classifica quanto mai incerta e spettacolare. Risultato: 7 squadre in 9 punti. La lotta Scudetto si infiamma e, alla luce delle competizione europee prossime alla ripresa, chi è la vera favorita al titolo?

Mario Mandzukic ha esordito sabato con la maglia del Milan
Mario Mandzukic ha esordito sabato con la maglia del Milan / Jonathan Moscrop/Getty Images

Il Milan è la squadra che più ha sorpreso fin qui: i rossoneri si sono laureati campioni d'inverno, con un vantaggio di 2 punti sui cugini nerazzurri. Le due sconfitte nette contro Juventus e Atalanta, seppur non ridimensionino le ambizioni degli uomini di Pioli, sono un chiaro segnale che, nel complessivo, due/tre squadre sono maggiormente attrezzate per competere allo Scudetto. Questo rende ancora più merito al lavoro dell'allenatore, che ha dovuto far fronte a numerose assenze riuscendo comunque a raccogliere quasi sempre il massimo in ogni partita. Il mercato di gennaio è stato importante: gli acquisti di Mandzukic, Meite e Tomori sono la testimonianza dell'ambizione di una squadra che non era partita con l'obiettivo di vincere lo Scudetto che, però, a questo punto, si sente legittimata a sognare in grande: Ibra e compagni non si pongono limiti. L'unità del gruppo è senza dubbio il punto di forza dei rossoneri: ecco perché Pioli dovrà essere molto abile a gestire i nuovi arrivi e far sì che gli equilibri dello spogliatoio non vengano alterati dai calciatori che hanno sposato la causa del Milan in questa sessione di mercato.

Lautaro ha sfiorato il gol in un paio di occasioni nell'anticipo di sabato alla Dacia Arena
Lautaro ha sfiorato il gol in un paio di occasioni nell'anticipo di sabato alla Dacia Arena / VINCENZO PINTO/Getty Images

L'Inter è considerata la grande favorita per il titolo. Pur mostrando chiari limiti sul piano del gioco nella prima parte di stagione, la squadra di Conte si ritrova a -2 dalla vetta. Delle prime 7, è l'unica che non dovrà gestire il doppio impegno: l'eliminazione dalla Champions è il punto più basso della stagione nerazzurra, ma in primavera potrà essere un vantaggio non di poco conto nelle rotazioni dell'allenatore, che può contare probabilmente sulla rosa più completa dell'intero campionato. L'Inter si è mostrata fin qui poco cinica: anche nel primo tempo di Udine, soprattutto sui piedi di Lautaro, ha avuto la possibilità di sbloccare la partita che via via si è fatta sempre più complicata per l'attitudine e l'abnegazione in fase difensiva della squadra di Gotti. In tante occasioni, Conte e i suoi hanno potuto operare il sorpasso in classifica nei confronti dei cugini, finora senza riuscirci. Alla luce di questo, in casa Inter potrebbero cominciare anche a guardarsi alle spalle.

Col gol allo Spezia nel recupero, Pellegrini ha salvato la panchina di Fonseca
Col gol allo Spezia nel recupero, Pellegrini ha salvato la panchina di Fonseca / Silvia Lore/Getty Images

Nonostante le mille difficoltà dell'ultimo periodo, la vittoria in extremis sullo Spezia vede la Roma approcciare al girone di ritorno con 37 punti, a -4 dall'Inter. Nel complesso, la stagione dei giallorossi è stata fino a questo momento ottima: terzo posto in campionato e passaggio del turno in Europa League da primatista del girone. Eppure, si sa quanto l'ambiente capitolino sia esigente: sono bastate due sconfitte per creare una bufera attorno alla figura dell'allenatore. Prima la sconfitta netta nel derby, poi il clamoroso errore del sesto cambio negli ottavi di Coppa Italia (0-3 a tavolino, ma partita comunque persa sul campo contro lo stesso Spezia) hanno gettato ombre sul prosieguo dell'avventura di Fonseca sulla panchina capitolina. Senza dimenticare la questione Dzeko: il raggiungimento di determinati obiettivi dipenderà molto dal futuro del suo capitano. Certo è che i giallorossi devono tornare in Champions League e i presupposti, fino a questo momento, ci sono tutti.

Romero e McKennie, due tra i più positivi in assoluto nel girone d'andata
Romero e McKennie, due tra i più positivi in assoluto nel girone d'andata / Jonathan Moscrop/Getty Images

A braccetto, al quarto posto, troviamo Atalanta e Juventus. La Dea si è clamorosamente rilanciata nell'ultimo periodo: 6 vittorie e 4 pareggi nelle ultime 10. Nonostante la perdita del Papu, il recupero di Ilicic e il rendimento positivo di Pessina sulla trequarti stanno offrendo le garanzie di cui Gasperini aveva bisogno dal punto di vista offensivo. L'alternanza Zapata-Muriel funziona alla grande e i bergamaschi hanno riacceso il motore di una macchina che produce gol a raffica, aspetto che nella prima parte di stagione era un po' mancato. Mai l'Atalanta aveva raccolto così tanti punti nel girone d'andata, mentre nelle ultime due stagioni si era resa protagonista di un girone di ritorno quasi impeccabile. Ecco perché i ragazzi terribili di Gasperini possono dire la loro per lo Scudetto fino alla fine.
D'altra parte, la Juventus, dopo la netta sconfitta con l'Inter, ha vissuto un'ultima settimana entusiasmante con la vittoria sul Napoli in Supercoppa e quella sul Bologna in campionato. Sfruttando i passi falsi delle milanesi, si è fortemente rilanciata nella corsa al 10° sigillo consecutivo. Delle squadre impegnate in Europa, è senza dubbio la più abituata a gestire l'impegno infrasettimanale e la rosa a disposizione di Pirlo è stata costruita in quest'ottica. Inoltre, il rientro di Chiellini è a dir poco fondamentale: nelle ultime due partite, 0 gol subiti. Dovesse ritrovare la solidità difensiva degli ultimi anni, i bianconeri si candiderebbero prepotentemente come la prima favorita.

Gattuso e Inzaghi, nel prepartita di Napoli-Lazio
Gattuso e Inzaghi, nel prepartita di Napoli-Lazio / Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images

Infine, a chiudere il quadro delle prime sette troviamo Napoli e Lazio, a 34 punti e in momenti totalmente opposti della loro stagione. Al Napoli manca quella continuità che le permetterebbe di lottare per le posizioni di vertice, a cui può tranquillamente ambire vista la qualità della rosa. 6 sconfitte in 19 partite sono obiettivamente tante, troppe. E' pur vero che le attenuanti a Gattuso non mancano: dopo aver varato con risultati eccellenti il 4-2-3-1 per sfruttare al meglio le qualità di Osimhen e di tutto il reparto offensivo, l'allenatore calabrese ha perso per infortunio prima l'attaccante nigeriano, e poi Mertens, anch'egli fondamentale nello scacchiere di Ringhio. Ci sono, però, altri problemi da risolvere: i terzini offrono poche garanzie dal punto di vista del rendimento e i due centrali difensivi, Koulibaly e Manolas, seppur come individualità non si discutano, in coppia non si sposano bene e la fragilità dei partenopei è sotto gli occhi di tutti.
Al contrario, i biancocelesti vivono il miglior momento della stagione. Come per l'Atalanta, anche la Lazio sembra aver recuperato dalle fatiche di Champions League e, potendosi concentrare unicamente sulla Serie A, ha compiuto un filotto di risultati non indifferente che l'hanno rilanciata in ottica quarto posto. Non solo quest'anno, ma anche nelle passate stagioni, Simone Inzaghi ha avuto parecchie difficoltà nel sostenere l'impegno europeo, per via di una rosa non numericamente dotata. A prescindere da questo, la qualità della rosa a sua disposizione, soprattutto negli undici titolari, è tale che la Lazio ha le carte in regola per concludere il suo campionato almeno tra le prime 4.

E' chiaro, tuttavia, che stiamo parlando di 7 squadre di altissimo livello: stando alla classifica e alla condizione attuale di ognuna, non mi sento di escludere nessuna di queste dalla corsa al titolo. Fondamentale sarà la gestione dell'impegno europeo: è inevitabile che chi riuscirà a proseguire il più a lungo possibile la propria campagna europea, perderà energie psico-fisiche nella lotta allo Scudetto, quest'anno più serrata che mai.


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