Gli indizi che allontanano Sarri dalla Fiorentina (e i candidati più credibili)
Il peso del clamore mediatico riesce spesso a superare, nel calcio, l'effettivo ruolo degli aspetti pratici e concreti: casi montati ad arte, incroci romanzati ma anche matrimoni combinati a priori che - osservandoli più da vicino - presentano più di un ostacolo per compiersi. Può essere il caso degli accostamenti a ripetizione tra la Fiorentina e Maurizio Sarri, già dalle ore successive all'addio del tecnico alla Lazio, a condire le voci sul futuro di Vincenzo Italiano, indicato quasi inesorabilmente lontano da Firenze. Non è un mistero, del resto, che l'accostamento sia già emerso in passato (con insistenza) e che esista un filo conduttore innegabile tra il tecnico cresciuto a Figline e la società viola, un filo che si lega anche alla dichiarata fede viola del padre Amerigo e alla profonda conoscenza del contesto calcistico toscano da parte di Sarri (pensando alla sua prima vita calcistica).
Gli indizi che allontanano Sarri dai viola
Sarri non è lontano dalle cose viola e dalla realtà fiorentina, questo è un fatto, ma d'altro canto esistono aspetti in grado di rendere per certi versi illogico o complesso immaginare un suo approdo a Firenze per sostituire Italiano, in estate. Esistono degli indizi, disseminati negli ultimi anni e più o meno nascosti tra le righe, indizi connessi soprattutto al "profilo" di allenatore che la proprietà viola ha dimostrato di apprezzare e di scegliere (se non in situazioni di emergenza, come accaduto con Iachini e Prandelli). Un aspetto cruciale, espresso anche esplicitamente da Commisso quando emersero voci su Claudio Ranieri in viola, è quello anagrafico: alla proprietà gigliata piacciono i tecnici giovani, quelli su cui poter costruire un progetto ad ampio respiro, un discorso che del resto valeva in teoria per Gattuso (con divorzio immediato) e che vale ancor di più per Italiano.
Esiste insomma un novero di allenatori che, da questo punto di vista, si può legare in modo più spontaneo e naturale agli auspici di Commisso: identikit più fedeli a ciò che fin qui la proprietà ha lasciato intendere. Il tema anagrafico, per quanto importante, non esaurisce il discorso: risulta complesso immaginare in questa Fiorentina un allenatore che non risulti "aziendalista", che non metta solo la squadra in campo ma che ne rappresenti anche il volto e l'identità (in modo coerente con la dirigenza). La figura di Sarri, ammantata di un indubbio fascino e attraente anche agli occhi della piazza, si discosta nettamente dall'idea di tecnico aziendalista, sfociando al contrario nel suo opposto. Un allenatore pronto a metterci la faccia, ad assumere posizioni scomode, a mettere costantemente (e apertamente) in dubbio quelli che sono gli input e le decisioni "dall'alto".
Niente viola per Sarri? Le piste alternative
Commisso non cerca uno "yes-man", in senso stretto, ma immagina probabilmente per la sua viola un tecnico dal profilo meno istrionico, meno burrascoso (anche a livello mediatico). Un aspetto che, assieme a quello anagrafico già affrontato, potrebbe persino superare quello della continuità dal punto di vista tattico: non è detto, cioè, che il prossimo tecnico possa agire sul solco tracciato con efficacia da Vincenzo Italiano e che si poggi sugli stessi principi. La ricerca della continuità tattica ad ogni costo non è dunque un criterio cruciale della caccia al nuovo tecnico, in modo tale che un profilo come quello di Alberto Gilardino (distante dal tipo di calcio offerto da Italiano) diventi valido e percorribile. Un tecnico in rampa di lancio, giovane, protagonista di una promozione e di una buona prima annata in A col Genoa, forte della stima della piazza fiorentina e della giusta ambizione di crescere.
Al contempo restano validi anche profili come quello di Farioli, giovanissimo tecnico italiano capace di affermarsi all'estero e atteso dalla prima chance italiana, o come quello di un Alberto Aquilani spesso visto - a suo tempo - come predestinato a raccogliere l'eredità di Italiano. Il tutto senza sottovalutare la suggestione De Rossi, dato anche il rapporto con Pradè e Burdisso. Farioli, De Rossi e Aquilani, rispetto a Gilardino, si inserirebbero più sul solco di Italiano a livello tattico ma - in ogni caso considerato - si tratta di profili che appaiono più coerenti con gli indizi forniti negli anni dalla proprietà, profili distanti in modo profondo da quello di Sarri. Quest'ultimo, un po' come accaduto in passato con Spalletti, appare più un'intrigante suggestione mediatica (da cui la piazza attinge a piene mani) che non un pensiero effettivo nella mente di Commisso e dell'area sportiva.