Gli obiettivi del Milan, il suo futuro e l'importanza di Ibra secondo Olivier Giroud
Olivier Giroud ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport sulla sua avventura al Milan, sul suo futuro, sugli obiettivi della squadra rossonera. L'attaccante classe '86 è arrivato a Milano nell'estate 2021 tra lo scetticismo generale, dimostrando però da subito la sua classe, il suo carisma e la sua importanza nella squadra.
"Si può sempre migliorare e l'assist ha sempre fatto parte del mio calcio. Penso che il mio possa essere un buon esempio per i più giovani: non si smette mai di crescere. Specialmente se sei dove vorresti essere: io al Milan sto bene, ho ricevuto un'accoglienza da sogno, con Pioli e il suo staff c'è un grande rapporto. Quando era nella tempesta (Pioli, ndr) gli ho parlato, dandogli il mio sostegno. Quando ho segnato contro la Roma ho festeggiato anche per lui. Io e il mister abbiamo una relazione di fiducia reciproca: io do sempre il massimo per lui e per la squadra, lui lo sa".
"Non so ancora cosa accadrà in futuro. Qui mi sento bene e al Milan ho fatto grandi cose. La nostra è una storia d'amore. Cn il club non abbiamo ancora affrontato il tema rinnovo, più avanti vedremo e decideremo. Futuro in MLS? Ci sono anche altri Paesi. A fine stagione prenderò la mia decisione, da calciatore e da padre di famiglia. L'arrivo di un nuovo numero 9 non sarebbe un problema, non ho paura della concorrenza. Per me è sempre stato uno stimolo per fare ancora di più, ne ho bisogno".
"Ibrahimovic è il collegamento tra RedBird e la squadra: ci connette con la proprietà senza sovrapporsi al lavoro di Pioli. Ci aiuta, soprattutto sull'approccio mentale e sulle motivazioni. Mi incoraggia sempre, mi parla prima e durante le partite. Vuole che io prenda la parola, che aiuti i miei compagni: sa che questo è un gruppo giovane che ha bisogno di esperienza e di giocatori che parlino e diano l'esempio. Mi vuole più leader".
"Su Rafael Leao ci sono molto aspettative e lui sa che deve essere più esigente con se stesso. Da compagno posso dire che uno come lui è decisivo anche quando non segna: in una squadra contano aspetti che magari non balzano subito agli occhi. Lo sosteniamo, può salire a un livello altissimo. Gli serve continuità e qualche gol in più".
"Mi piacerebbe diventare direttore sportivo. Occuparmi della prima squadra, del settore giovanile e di mercato. Tutto questo ti dà una visione di insieme. Di sicuro non farò l'allenatore, troppo stressante! Sul numero di gol stagionali non mi metto barriere. Mi piacerebbe anche arrivare in doppia cifra con gli assist. L'obiettivo attuale di squadra è concentrarci sul percorso. Se stiamo bene e facciamo come si deve, possiamo provare ad accorciare su Juventus e Inter, che stanno disputando una grande stagione. Ad aprile le incontreremo entrambe e dobbiamo arrivarci al massimo. Per adesso però è difficile pensare allo Scudetto".
"Perdere i derby brucia. Ibra serve anche a questo, a far capire ai più giovani che il Derby è una partita diversa dalle altre. Siamo tra le squadre che possono vincere l'Europa League: siamo un po' outsider e un po' favoriti. Vogliamo provare a vincere anche perché manca nella bacheca del club".
"Mike (Maignan, ndr) sta bene, è forte. Quello che è successo a Udine è alle spalle ma non deve più esistere, nella vita come nel campo di calcio. Dobbiamo dare tutti il buon esempio. Sono d'accordo con la linea dura sui tifosi. Ora avranno una partita a porte chiuse e il club perderà dei soldi. Forse questo sarà un motivo per fare di più la prossima volta".