Gli obiettivi dell'Inter, il Mondiale per Club e lo stadio: le parole di Marotta
Periodo fitto di interviste per Beppe Marotta. Nella giornata di ieri il presidente dell'Inter ha parlato dell'imminente rinnovo di Lautaro Martinez, mentre stamani è stato ospite di Radio Anch'io Sport su Radio 1, dove ha parlato prevalentemente di temi legati alla policy calcistica, come il Mondiale per Club, il nuovo stadio e la necessità di avere una Serie A a 18 squadre per far fronte a un calendario sempre più vasto. Di seguito le sue parole.
Mondiale per Club e Serie A a 18 squadre: "Mondiale per club? Le informazioni che abbiamo non sono molto concrete, è una vetrina importante a livello Mondiale che accettiamo con orgoglio ma è vero che c'è anche un ulteriore sovraffollamento del calendario. Dalla prossima stagione con il nuovo format della Champions ci saranno più partite, anche 17 per vincere la coppa. Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto e per questo che a mio giudizio la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre".
Su Inzaghi e gli obiettivi dell'Inter: "Rispetto agli allenatori emergenti che ci sono in circolazione è molto più giovane, ha tempo per fare esperienza. Ha fatto un salto in avanti notevole. E' un bravissimo allenatore, moderno, con qualità umana che va di pari passo con la competenza. Oggi allo sport si richiedono questi valori, Inzaghi li coniuga. Ha tanta pressione addosso perché è responsabile tecnico di un club mondiale, come tale si esigono certi risultati, ma sono molto contento e ottimista sul suo futuro. La speranza è che resti con noi tanti anni. Quale obiettivo per l'Inter il prossimo anno? Non poniamo limiti. Siamo l'Inter, un club storico che ha vinto tanti trofei in tutte le competizioni. Il viatico da perseguire è essere competitivi sempre. La seconda stella è qualcosa di straordinario, abbiamo visto questa massa di tifosi festeggiare la squadra. Ancora una volta dimostra che l'Inter e il calcio siano fenomeni di grande aggregazione sociale".
Sulla questione stadio: "Il problema degli stadi in Italia è notevole e sentito. Abbiamo grandi difficoltà per una lentezza burocratica, che porta a far sì che ci sia una fuga di potenziali investitori. Il problema è generale: gli stadi hanno un'età media di oltre 70 anni. Facciamo fatica a valorizzare l'asset come nel resto d'Europa. L'auspicio è che si trovi una collocazione definitiva. E' un problema e un'esigenza. Abbiamo individuato la zona di Rozzano e abbiamo esteso il diritto di esclusiva e c'è poi la proposta del Comune di Milano sulla riqualificazione di San Siro. Adesso è un po' prematuro parlare di possibili scelte".
Sui Fondi nel mondo del calcio: "Oggi ci sono dieci proprietà straniere in Serie A. Non c'è più il mecenatismo e meno male arrivano capitali stranieri perché altrimenti perderemmo competitività. È chiaro che investitori come Oaktree manifestano la volontà di mantenere continuità e stabilità di gestione con grande trasparenza, ma anche rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto: no alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani. Questo dev'essere il nostro motto".
Sul ritorno di Antonio Conte: "Auspico che il nostro campionato sia sempre più attrattivo e lo è se ci sono più squadre che competono per lo scudetto. È chiaro che la speranza è quella di vederci nuovamente campioni d'Italia, ma sono contento che il campionato diventi più competitivo. Anche quello che sta accadendo nelle coppe europee è frutto della competenza e professionalità che il nostro calcio riesce a esprimere".