Gli obiettivi di Abodi per la Serie A da Ministro dello Sport

Andrea Abodi
Andrea Abodi / Alessandra Benedetti - Corbis/GettyImages
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Con l'insediamento del Governo Meloni, avvenuto qualche giorno fa, c'è curiosità di vedere cosa farà Andrea Abodi, nuovo Ministro dello Sport (e delle politiche giovanili), per risollevare la condizione del calcio italiano. Gran parte dei club dalla Serie A a quelle minori si ritrovano infatti in una condizione finanziaria tragica alla quale solo un intervento politico può far fronte.

Abodi, contrariamente ai suoi predecessori Spadafora e Vezzali (che aveva la delega allo sport nel Governo Draghi), è un grande appassionato di calcio e già in passato ha ricoperto cariche rilevanti nel mondo del pallone.

Formazione e curriculum di Andrea Abodi

Il nuovo ministro dello Sport ha come background accademico una laurea in Marketing alla LUISS e, nonostante la lunga militanza nella destra romana culminata nell'adesione al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile nata in seno al Movimento Sociale Italiano, col passare degli anni ha imparato a diversificare i propri contatti. Come evidenzia infatti Il Fatto Quotidiano, è grazie al renziano Lotti che nel 2018 viene nominato capo del Credito sportivo. Prima, però, più precisamente dal 20 luglio 2010 al 6 marzo 2017, è stato Presidente della Serie B e consigliere federale della FIGC.

Andrea Abodi
Andrea Abodi / Marco Rosi/GettyImages

L'agenda del nuovo Ministro dello Sport per lo sviluppo della Serie A

A fronte delle diverse questioni da risolvere, il Ministero dello Sport non avrà però un budget significativo a disposizione. Il Sole 24 Ore rivela infatti che i fascicoli sulla scrivania di Abodi gestiscono affari per decine di miliardi di euro.

La notizia della sua nomina è stata accolta con entusiasmo dal presidente della FIGC Gabriele Gravina e dal numero uno della Lega Serie A Lorenzo Casini, che lo ritengono un: "Profilo ideale, sicura garanzia di competenze e professionalità per favorire le riforme del calcio".

Abodi è infatti un convinto sostenitore della candidatura dell'Italia come paese ospitante degli Europei del 2032, una proposta avanzata da Casini e Gravina che però non ha trovato riscontri favorevoli nello scorso governo.

Si dovrà comunicare entro il prossimo 16 novembre il proprio endorsement al progetto che vedrebbe l'Italia competere con la Turchia. Stando a quanto riporta Calcio & Finanza, prima di consegnare il dossier definitivo nella prossima primavera dovranno essere invece fornite le garanzie giuridiche ed economiche.

Cosa può dare Abodi al calcio italiano?

Secondo il nuovo Ministro dello Sport, l'assegnazione di Euro 2032 costituirebbe un toccasana per il calcio italiano che a quel punto si ritroverebbe un propulsore per accelerare i lavori di restauro delle proprie infrastrutture.

Qualora l'UEFA decidesse di affidarci l'Europeo, la competizione avrebbe luogo in 10 città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Cagliari, Bari, Genova e Palermo. Tutte piazze che potrebbero così non solo attuare un restyling degli stadi, ma che avrebbero anche i mezzi economici e i lasciapassare burocratici per migliorare l'urbanistica cittadina.

Nell'Abodi-pensiero la ripresa del movimento calcistico italiano passa necessariamente dalla risoluzione dei problemi legati ai suoi impianti, troppo fatiscenti e datati rispetto a quelli della luccicante Premier League. Per questo intende risolvere al più presto le questioni legate al nuovo San Siro, dove Milan e Inter, dopo aver promesso un investimento da 1,2 miliardi di euro, si ritrovano a fare i conti con un acceso dibattito pubblico, e al nuovo stadio che la Roma vorrebbe far erigere a Pietralata.

Infine, il nuovo Ministro dello Sport dovrà decidere come comportarsi con la scadenza del 16 dicembre sul rinvio dei versamenti fiscali e contribuiti dal gennaio al novembre 2022: un'agevolazione concessa ai club durante il Covid, che però adesso si è trasformata in una cartella esattoriale da miliardi di euro che rischia di portare diverse società sull'orlo del baratro.


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