Gnonto fa sognare l'Italia: ma non è (ancora) il futuro della Nazionale

Wilfried Gnonto
Wilfried Gnonto / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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Qualche giorno fa i social si sono scatenati per quella pancetta che si intravedeva dalla maglia di allenamento della Nazionale: "Davvero il futuro dell'Italia dipende da questo qui!?", commentavano centinaia di tifosi. Poi però Wilfried Gnonto ci ha messo pochissimo per far cambiare idea ai suoi detrattori.

Sei minuti. Tanto è passato dal suo ingresso in campo all'assist a Pellegrini per il momentaneo vantaggio azzurro. Quel cross che ha lasciato di stucco tutta la retroguardia tedesca è arrivato dopo uno strappo nel breve davvero notevole, uno scatto che solo chi gode della freschezza fisica di un 18enne può fare.

Ed è così che da attaccante grassottello Gnonto si è magicamente trasformato nel nuovo gioiello del calcio italiano, nel talento al quale si deve aggrappare l'intero movimento della Penisola. Sfogliando i giornali di stamattina, non si fa altro che parlare di lui, della sua carriera e della sua decisione di rifiutare un contratto con l'Inter per trasferirsi a Zurigo.

Spesso gli approfondimenti di insigni editorialisti si concentrano anche su elementi calcisticamente più marginali, come la passione per il latino (hobby abbastanza inusuale per un calciatore, bisogna dirlo) o la canzone che gli hanno dedicato i tifosi svizzeri.

L'hype per Willy Gnonto è comprensibile e condivisibile perché era dalle magiche notti di Euro 2020 che non vedevamo un esterno puntare e superare l'avversario con un'accelerazione simile ma soprattutto perché in un periodo di magra, come quello che sta vivendo la selezione azzurra, un giocatore giovane e talentuoso che pretende più spazio ci fa ancora sperare in un futuro migliore di questo presente.

Tuttavia, non dobbiamo esagerare. Se è vero che "dal letame nascono i fior", allora è possibile che in una delle ere più tristi della sua storia l'Italia possa scoprire un talento importante. Però a volare troppo vicini al sole ci si scotta e bisogna affrontare le cose per quello che sono: Gnonto ha gamba, ha personalità e sa giocare (bene) a calcio, ma non possiamo illuderci. A volerci andare con i piedi di piombo, potremmo perfino dire che quello strappo è arrivato contro una Germania stanca in una competizione - la Nations League - che è alla stregua di un torneo amichevole.

L'Italia di Roberto Mancini ha bisogno di certezze e il classe 2003 non è (ancora) una di esse. Certo, può diventarlo in un futuro neanche troppo lontano. È la speranza di tutti i tifosi. Tuttavia, le sue spalle sono quelle di un 18enne che nella sua breve carriera da professionista ha calcato solo i campi calcisticamente irrilevanti della Svizzera. Affidargli il futuro del movimento azzurro sarebbe un azzardo per la Nazionale nonché un rischio per la sua carriera.


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