Il Governo inglese congela i beni di Abramovich: il Chelsea può ancora essere ceduto?
Il Governo inglese ha congelato i beni nel Regno Unito di Roman Abramovich. A rivelarlo è il Times, secondo il quale questo provvedimento ha lo scopo di colpire direttamente nel portafoglio l'oligarca russo, amico intimo di Vladimir Putin.
Abramovich è accusato da Downing Street di aver favorito con le sue aziende l'invasione russa dell'Ucraina. Il patron dei blues infatti non solo ha fornito l'acciaio per la costruzione dei carrarmati, ma è anche molto vicino al primo ministro e amministratore delegato della VEB, Igor Shuvalov e all'ex direttore generale di Gazprom Alisher Usmanov.
A pagarne le spese sarà anche il Chelsea, club di cui Abramovich è proprietario dal 2003. Nei giorni scorsi, il russo-israeliano aveva annunciato la volontà di cedere la società ma adesso - secondo quanto riportato da calciomercato.com - il Governo britannico ha bloccato ogni possibile cambio di proprietà.
Non solo. I Blues non potranno vendere nuovi biglietti, né ai tifosi di casa né agli ospiti, e non potrà incassare dal merchandising nel Regno Unito. Per riassumere: il Chelsea non può più generare profitto.
Inoltre - ma su questo mancano conferme - non potranno né fare qualsiasi operazione di calciomercato né rinnovare i contratti dei giocatori. Tuttavia, grazie a una licenza speciale valida fino al 31 maggio, il Chelsea potrà regolarmente scendere in campo in Premier League.
I londinesi si trovano dunque in una fase di stallo. A sbloccare la situazione però potrebbe essere un'altra licenza ad hoc che possa permettere ad Abramovich di vendere il club. A riportare l'indiscrezione è il Telegraph.
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