La guida completa sulla Spagna in vista del Mondiale di Qatar 2022
Dopo l'avventura a Euro 2020 conclusa con l'eliminazione per mano dell'Italia, in semifinale, la Spagna di Luis Enrique si prepara a vivere un Mondiale da protagonista in Qatar, forte di un gruppo giovane e come di consueto ricco di talento come quello attualmente a disposizione della Roja. Una spedizione, quella in Qatar, che avrà come imperativo il superamento degli ottavi di finale raggiunti in Russia del 2018, esito deludente e seguito diretto di una difficoltà palesata dagli spagnoli dopo il magico ciclo intrapreso tra il 2008 e il 2012.
La storia della Spagna ai Mondiali
Osservando la storia della Spagna nelle principali competizioni, tra Mondiali ed Europei, appare evidente come il rapporto coi secondi sia privilegiato rispetto a quello con la Coppa del Mondo, ben più conflittuale e segnato da pochi alti e numerosi bassi. Un dato su tutti racconta quanto la Nazionale iberica abbia storicamente sofferto nel corso dei Mondiali, dalla nascita della competizione fino al traguardo ottenuto nel 2010, col Mondiale vinto in Sudafrica: fino al 2010, appunto, il miglior risultato ottenuto era stato un quarto posto nel 1950, con quarti e ottavi di finale a rappresentare successivamente la vetta massima per la Roja.
Il 2010 ha sancito di fatto un punto storico di rottura nel rapporto tra la Spagna e i Mondiali, col trionfo di una generazione di campioni già in grado di assicurarsi gli Europei nel 2008 (e capace di concedere il bis nel 2012). Il Mondiale sudafricano vide la Spagna di Del Bosque partire col piede sbagliato, perdendo con la Svizzera, rifacendosi poi con gli interessi nel girone contro Honduras e Cile ma soprattutto crescendo nella fase successiva, dove (prima dell'Olanda battuta in finale, ai supplementari) gli spagnoli eliminarono Portogallo, Paraguay e Germania.
Il percorso verso Qatar 2022
La Spagna ha preso parte al Gruppo B di qualificazione ai Mondiali, un girone che comprendeva anche una possibile insidia per il primo posto come la Svezia. La Roja è riuscita a centrare la qualificazione arrivando prima nel girone grazie a un percorso fatto da 6 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, rimediata appunto contro la Svezia ma archiviata poi in modo indolore grazie ai successivi risultati. Il computo di gol fatti e subiti ci parla di 15 reti messe a segno e 5 subite nell'arco delle 8 sfide previste dal girone (partito peraltro con un deludente 1-1 con la Grecia).
Le partite della Spagna nelle qualificazioni al Mondiale
- Spagna-Grecia 1-1
- Georgia-Spagna 1-2
- Spagna-Kosovo 3-1
- Svezia-Spagna 2-1
- Spagna-Georgia 4-0
- Kosovo-Spagna 2-0
- Grecia-Spagna 0-1
- Spagna-Svezia 1-0
Il girone di Qatar 2022
La Spagna è stata sorteggiata nel Gruppo E, dovrà vedersela con la Costa Rica (23 novembre), con la Germania (27 novembre) e infine col Giappone (1 dicembre). Il percorso verso il superamento del turno non appare in salita ma è evidente come il primo posto sia tutt'altro che scontato, considerando la presenza di un'altra big come la Germania.
La formazione tipo della Spagna
Il 4-3-3 appare come una certezza di partenza per Luis Enrique, difficile dunque che la Spagna approcci i Mondiali con un modulo diverso. Per quanto riguarda il migliore undici potremmo immaginarlo con Unai Simon in porta; Carvajal, P. Torres, Garcia, Jordi Alba in difesa; Gavi, Rodri e Pedri a metà campo; Ferran Torres, Morata e Ansu Fati in attacco.
Punti di forza e di debolezza della Spagna
La Spagna ha nei tanti giovani talenti a disposizione la principale arma, una garanzia evidente di entusiasmo e di voglia di mettersi in mostra ad alti livelli, su un palcoscenico come quello rappresentato dal Mondiale. Una squadra giovane, appunto, ma già forte di un'identità di gioco ben definita e perfettamente connessa al CT Luis Enrique e alle sue idee: in tal senso Euro 2020 rappresenta un buon segnale, un indizio incoraggiante di ciò che potrà essere.
Al contempo si tratta di una formazione che spesso concede troppo e che non si rivela cinica davanti al portiere avversario. Si diceva poi di un'identità di gioco chiara: si tratta di un'arma a doppio taglio, portando la Spagna a poter risultare anche "leggibile" e non certo sorprendente nell'approccio alle partite.
La stella della Nazionale
A differenza delle altre big, come Francia o Germania, la Spagna non ha in rosa quel giocatore che - già da solo - garantisce giocate decisive, senza il Messi o lo Mbappé di turno è dunque il collettivo a dover fare la differenza, è evidente però come Pedri sia diventato nell'arco di pochi anni un punto di riferimento fondamentale e una delle chiavi del gioco di Luis Enrique. Da giovane gioiello, dunque, è diventato lui il perno della Nazionale.
Il gioiello pronto a consacrarsi
Chi vuole seguire le orme di Pedri, compagno di squadra nel Barcellona, è senz'altro Gavi: si tratta dell'ennesimo enfant prodige su cui Luis Enrique punta con forza, al di là del dato anagrafico. Il CT spagnolo ha dimostrato di non guardare la carta d'identità e di essere pronto a lanciare i giovanissimi: per Gavi il Mondiale rappresenterà il momento della definitiva consacrazione.
I convocati
Portieri: Unai Simon (Athletic Bilbao), Robert Sanchez (Brighton), David Raya (Brentford)
Difensori: Dani Carvajal (Real Madrid), Cesar Azpilicueta (Chelsea), Eric Garcia (Barcellona), Hugo Guillamon (Valencia), Aymeric Laporte (Manchester City), Pau Torres (Villarreal), Jordi Alba (Barcellona), José Gayà (Valencia).
Centrocampisti: Sergio Busquets (Barcellona), Rodrigo (Manchester City), Pedri (Barcellona), Gavi (Barcellona), Koke (Atletico Madrid), Marcos Llorente (Atletico Madrid), Carlos Soler (Psg).
Attaccanti: Alvaro Morata (Atletico Madrid), Ferran Torres (Barcellona), Dani Olmo (RB Lipsia), Nico Williams (Athletic Bilbao), Pablo Sarabia (Psg), Marco Asensio (Real Madrid), Yeremy Pino (Villarreal), Ansu Fati (Barcellona).
Le aspettative
L'impressione è che la Spagna sia una di quelle Nazionali potenzialmente in grado di vincere contro chiunque ma, al contempo, possa rendedersi protagonista di debacle inattese: non un esempio perfetto di solidità insomma ma un gruppo trainato dall'entusiasmo dei giovani e da un'identità di gioco ben definita. Riuscire a dare continuità a quanto fatto agli Europei, raggiungendo le semifinali come a Euro 2020, sarebbe già un ottimo traguardo sia considerando il particolare momento vissuto dalla Roja che vedendola in una prospettiva "storica".