Harry Kane e la vittoria come chimera
- 400 gol in carriera e nessun titolo
- Il Bayern a secco dopo 12 anni nella miglior stagione realizzativa dell'inglese
Arriverà, anche se per Harry Kane è già cominciata la seconda parte di carriera. Arriverà quel titolo per cui sarà valsa la pena aspettare, quel trofeo che appena l'inglese si avvicina, scappa come se fossero due corpi con la stessa carica elettrica. Harry Kane, 31 anni il prossimo 28 luglio, oltre 600 presenze e più di 400 gol ai massimi livelli, non ha ancora mai vinto un trofeo.
Ha inciso sulla sua carriera la decisione di legarsi per una decade al Tottenham, potenza della Premier League incapace di lottare veramente per il titolo. Tuttavia, la sfortuna sembra aver viaggiato insieme ad Harry Kane, incastrata in un bagaglio preparato per un paio di estati, e sembra averlo seguito fino a Monaco di Baviera.
La 9 del Bayern e 44 gol in 44 partite tra Bundesliga e Champions League. Reti che fotografano una stagione spettacolare a livello individuale; reti che però non bastano per regalargli la prima gioia collettiva della sua carriera. In Germania i bavaresi si sono arresi prima in Supercoppa con in Lipsia e poi allo strapotere del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso (uscendo prematuramente anche in DFB Pokal); in Europa invece hanno assaporato fortemente l'idea di una Finale tutta tedesca con il Borussia Dortmund, prima di essere spazzati via dai minuti di recupero di un mai arrendevole Real Madrid.
Il giorno successivo si parla di errori individuali (quello macroscopico di Neuer), dopo che a indurre a discutere di quelli di Kim nella Semifinale di andata era stato proprio il suo tecnico Thomas Tuchel. Harry Kane ieri non ha disputato la sua miglior prestazione stagionale, ma soltanto se consideriamo che è stato lui stesso a settare standard altissimi. Ci ha provato con un paio di tiri molto pericolosi e ha illuminato con il lancio visionario per il vantaggio di Alphonso Davies. Giocare una Semifinale di Champions in un Santiago Bernabeu bollente e uscirne con un mezzo assist e un paio di grandi occasioni non è comunque un lusso che spetta a chiunque.
E il paradosso è che, anche indossare la maglia di una delle più grandi potenze europee, attuale e storica, non è bastato al campione inglese. Il Bayern diventava Campione della Bundesliga da 11 anni consecutivi, senza contare le numerose DFB Pokal e Supercoppe tedesche festeggiate e i due successi nella massima competizione europea. Più di un decennio fantastico per qualunque tifoso biancorosso, prima di una stagione intera senza titoli che in Baviera non vivevano dal 2011-12, quella conclusa con l'amara Finale di Champions League persa con il Chelsea proprio all'Allianz.
Ormai mancano una manciata di partite in tutti i maggiori campionati d'Europa ed è praticamente ufficiale. Non c'è stato un attaccante più forte di Harry Kane nella corrente stagione. L'inglese stacca Mbappé di 10 reti contando soltanto quelle in Bundesliga, Haaland di 11, Lautaro Martinez di 13. Stacca anche coloro che disputano campionati minori che hanno un coefficiente di difficoltà di 1.5 nella classifica della Scarpa d'Oro; si tratta dei vari Pavlidis (28 in Eredivisie), di Gyokeres e Luuk de Jong (27 rispettivamente in Liga Portugal e ancora Eredivisie).
Ha messo una distanza abissale con i suoi colleghi di reparto in un'annata che oltre alla Scarpa d'Oro, l'avrebbe posto, in caso di vittoria della Champions League, come candidato ideale anche per il Pallone d'Oro. Invece è arrivata l'ennesima delusione della sua carriera, l'ennesimo sorriso beffardo del Dio del calcio, che nei minuti finali del Santiago Bernabeu ha assunto le sembianze di Joselu per punirlo appena dopo la sua sostituzione. Costretto in panchina, impotente nel guardare la capitolazione del suo Bayern, a deglutire l'ormai solito gusto amaro con cui avrà, speriamo, imparato a convivere.
La sua miglior stagione a livello realizzativo coincide con la peggiore del Bayern da 12 anni a questa parte. Resta, sullo sfondo, un campionato Europeo da giocare proprio in Germania come capitano di una delle Nazionali favorite e un incubo trofei che non sembra volerlo abbandonare. In un'ipotetica classifica dei più sfortunati della contemporaneità, Harry Kane occuperebbe sicuramente uno dei primi posti.