I 10 grandi assenti dalla lista del Pallone d'Oro
La lista del Pallone d'Oro. Un appuntamento annuale che è solito suscitare discussioni. 30 giocatori da selezionare come i più forti della stagione, non più dell'anno solare. Da scegliere attentamente attraverso tre criteri indicativi: le prestazioni individuali, quelle collettive e infine la classe del giocatore e il suo senso del fair-play.
Ecco la lista dei 30 uomini candidati al Pallone d'Oro maschile che verrà assegnato il prossimo 30 ottobre.
Dieci grandi assenti dalle candidature finali.
1. Cristiano Ronaldo - Al Nassr
Dovremo abituarci a non vederlo più. È il prezzo da pagare con l'avanzare della carriera e con la scelta, poi intrapresa da molti altri, di giocare in Saudi Pro League. Si tratta della prima volta, dal 2005, che Cristiano Ronaldo resta fuori dai 30 candidati. La fine di un'era.
2. Pedri - Barcellona
Il Barcellona ha vinto la Liga ed è strano che suoni come una cosa normale dopo tutto ciò che è successo negli ultimi anni. Forse non ci sono individualità fenomenali da premiare in blocco come in passato, questo possiamo capirlo. Inserire però il solo Robert Lewandowski sembra abbastanza ingiusto. Uno come Pedri (presente nella lista Kopa) doveva appartenere anche a quella dei grandi, come Bellingham e Musiala.
3. Rafael Leao - Milan
Quasi incredibile che il miglior giocatore della precedente Serie A non sia in questa lista. Sfiora la valutazione di 100 milioni transfermarkt e ha addirittura migliorato le cifre realizzative rispetto alla stagione dello Scudetto. Al Mondiale è stato penalizzato da Santos che l'ha schierato soltanto a partita in corso (e ha comunque segnato 2 gol) e questo ha inciso in maniera determinate sulla sua esclusione, forzata a nostro parere.
4. Theo Hernandez - Milan
Che sia il miglior terzino sinistro in circolazione non c'è dubbio. Negli anni si è scrollato di dosso la concorrenza di Alphonso Davies, ha resistito agli urti dei nuovi Nuno Mendes e Alejandro Baldé, ha addirittura costretto Didier Deschamps a ricredersi convincendo anche al Mondiale. La sua assenza pesa.
5. Stanislav Lobotka - Napoli
Non è stato premiato come miglior centrocampista della precedente Serie A e in molti ancora si interrogano sui motivi. Speravamo di vederlo inserito tra i primi 30 del Pallone d'Oro, ma è stato lasciato fuori. Un peccato perché la stagione di Stanislav Lobotka è probabilmente una di quelle irripetibili.
6. John Stones - Manchester City
Difensore o centrocampista? Guardiola ci ha confuso così tanto nella stagione 2022-23 che lo avremmo inserito in entrambe le categorie. Si è trasformato dominando nella zona mediana grazie a una fisicità importante unita alla lucidità fuori dal comune in un'area che non è mai stata propriamente sua.
7. Jack Grealish - Manchester City
Se non ora, quando? Nella prima stagione Jack Grealish ha pagato il peso dell'eccessivo costo del cartellino, come se fosse una sua responsabilità. Poi, quando il Chelsea ha catalizzato l'attenzione grazie alle folli cifre investite sul mercato, si è potuto nuovamente apprezzare il suo talento senza etichette. Dribbling e assist a ripetizione al servizio di Pep Guardiola ed Erling Haaland.
8. Enzo Fernandez - Chelsea
Cominciamo con gli argentini. Sorprende che Enzo Fernandez, prima di questa estate il centrocampista più pagato della storia, non sia presente nella lista. Al Mondiale in Qatar si è fregiato del premio di miglior giovane, superando una concorrenza agguerrita. Poi ha fatto un po' di fatica nel Chelsea (come tutti i suoi compagni), di cui oggi è però già leader indiscusso, a 22 anni.
9. Alexis Mac Allister - Liverpool
L'evoluzione rapida di un calciatore. Non è vero che il mondo non si stava accorgendo delle potenzialità di Alexis Mac Allister; le qualità tecniche e tattiche dell'argentino stavano emergendo sia con Potter che con De Zerbi. Tuttavia un'ascesa così veloce nelle gerarchie della Nazionale campione del Mondo era abbastanza imprevedibile. Oggi indossa la 10 del Liverpool di Jurgen Klopp, con merito.
10. Gonzalo Montiel - Nottingham Forest
Chiudiamo con un altro argentino, meno forte, ma indimenticabile. La passeggiata della vita l'ha già camminata, in Qatar, prima di prendersi il pallone e calciarlo alle spalle di Hugo Lloris. Gonzalo Montiel è stato il protagonista di un momento indelebile della storia albiceleste segnando il calcio di rigore che ogni suo connazionale sogna da sempre di realizzare, quello decisivo della Finale di Coppa del Mondo. Poi, qualche mese dopo, si è anche ripetuto. In Europa League contro la Roma il destino ha voluto che toccasse ancora a lui far esplodere di gioia i tifosi andalusi. Se il Pallone d'Oro fosse una gara dal dischetto sarebbe sorprendentemente in testa.