I 10 momenti più importanti della carriera di Maradona
C'era una volta, e si narra ancora, la leggenda di un giocatore così grande da riuscire a incantare tutte le generazioni, da far innamorare anche gli atei del calcio, e da diventare un re, un dio e un mito. Sull'olimpo del calcio, Maradona ci si è seduto da tempo, e storicamente pochissimi altri giocatori possono vantare la stessa fama e devozione, la stessa climax ascendente che ha portato l'argentino a diventare non uno dei più grandi calciatori della storia, ma la storia stessa.
1. Il debutto in Argentina
Il 20 ottobre del 1976, dieci giorni prima di compiere 16 anni, Maradona esordisce con l'Argentinos Juniors, diventando così il giocatore più giovane di sempre a debuttare nella prima divisione argentina, record poi battuto da Sergio Aguero nel 2003. Il match con il Talleres finì 1-0, e sarà solo la prima di una lunghissima serie di match che lo porteranno fino alla cima.
2. Il primo mondiale con l'Argentina nel 1979
Non molto tempo dopo il debutto in campionato, segue anche quello in Nazionale, ma è solo nel 1979 subito dopo la vittoria del mondiale, che Maradona diviene titolare con l'Argentina e proprio nel primo match giocato segna. Inizia a farsi notare sempre di più con quella maglia biancoceleste, stuzzicando l'interesse di club e tifosi che non possono non notare le abilità del giovane fuoriclasse sudamericano.
3. Protagonista al Boca Juniors
La stagione1981/1982 lo vede impegnato al Boca Juniors in prestito. Con quella che era la squadra del cuore del padre, Maradona riesce ad irrompere ulteriormente nel panorama calcistico e a trascinare la formazione gialloblu fino alla vittoria del campionato, in una stagione che lo vede protagonista. In 40 presenze segna 28 goal, numeri più che interessanti che danno solo maggiore concretezza al talento ormai esploso e pronto a raggiungere ogni angolo del mondo.
4. Il Barcellona e l'esordio in Europa
Nel 1982 è tempo d'Europa e Maradona passa al Barcellona. Sono due stagioni di goal, vittorie ed infortuni, soprattutto quello subito durante l'incontro con l'Athletic Club, il peggiore della sua carriera, in cui Andoni Goikoetxea, soprannominato poi dai giornalisti " il macellaio di Bilbao", entra con entrambi i piedi a martello prendendo in pieno il giocatore argentino che si accascia dolorante. Tornerà in campo 106 giorni dopo.
5. Il grande Napoli di Maradona
Nel luglio 1984 tocca invece al Napoli aggiudicarsi il campione argentino, con la quale intraprenderà una storia d'amore che resterà legata alla città per sempre. Un rapporto unico quello tra Napoli e Maradona, che ancora oggi si riesce a leggere tra i vicoli, i bar e le strade che ripetono il nome del giocatore simbolo di una generazione. Con la squadra partenopea vince due scudetti, una supercoppa, una coppa Italia e una coppa Uefa. Ma ciò che lascia è molto più che un risultato su un tabellone o un trofeo in una teca, è lo spirito stesso del calcio che nasce in Sud America e arriva fino al San Paolo, a insegnare uno stile e un gioco che rimane nel cuore e nella testa per sempre. Ma Maradona a Napoli si fa anche rappresentante e portavoce degli ultimi, degli strati più bassi della periferia che lui conosce bene, 7 anni in cui lascerà ogni pezzo di se, sia in positivo che in negativo.
6. Argentina campione del mondo 1986
Nel 1986 Maradona vince il mondiale con la sua Argentina, segnando 5 goal in 7 partite. Leggendari i due goal rifilati all'Inghilterra nei quarti di finale, uno dei quai è passato alla storia come uno dei più belli mai realizzati, dopo aver dribblato tutti gli avversari che si erano interposti tra lui e la porta, va a segno il goal del secolo. Il mondiale messicano sarà l'ennesimo fiore all'occhiello di una carriera all'insegna del talento.
7. La mano di Dio
Sempre durante la stessa partita del mondiale, ai quarti di finale contro l'Inghilterra, Maradona segna un altro goal storico, ma questa volta di mano. "La mano de Dios", così battezzato, sarà una svista arbitrale non indifferente, che renderà quel goal il più controverso della carriera dell'argentino, e uno dei più ambigui della storia del calcio mondiale.
8. I mondiali in Italia 1990
I mondiali del '90 vedono la rincorsa dell'Argentina fino alla cima, stroncata però proprio in finale dalla Germania di Franz Beckenbauer. In semifinale però l'Albiceleste scuote il San Paolo, battendo l'Italia ai rigori. La partita successiva, la finale, sarà un tripudio di cori e insulti che cadranno a pioggia sulla nazionale argentina, e alla quale Maradona ovviamente risponderà.
9. I problemi con la cocaina 1991
Come ogni cosa, anche la leggenda di Maradona custodisce dei lati oscuri, il 17 marzo 1991 l'argentino risulta positivo alla cocaina durante un test antidoping, con la quale in realtà aveva avuto un rapporto intricato un po da sempre, già ai tempi del Barcellona. I 7 anni in Italia si chiudono con un'ombra che in parte lacera la carriera, lui stesso anni dopo affermerà. “Pensa che giocatore sarei potuto essere senza la droga, pensa che giocatore abbiamo perso”
10. Il finale
La carriera del fuoriclasse si conclude malamente nel 1997, soffocandosi da sola tra dipendenze, problemi con le droghe e infortuni. L'unico a poter fermare Maradona era Maradona stesso. Il finale si declina negativamente, ma nulla riesce ad offuscare la grandezza della storia di questo giocatore, che rimane e rimarrà per sempre uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, un mito che ha solcato la terra e ha acceso i campi da calcio con il suo immenso e inarrivabile talento.
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