I 19 calciatori turchi che hanno giocato in Serie A
Kaan Ayhan, il nuovo acquisto del Sassuolo, è il 20esimo turco in Serie A. Una quota che si è innalzata soprattutto nel corso degli ultimi anni. Nelle ultime stagioni, infatti, il mercato delle italiane si è rivolto sempre più spesso alla Turchia. In attesa di vedere se Ayhan sarà un Demiral 2.0. andiamo a scoprire i suoi connazionali che l'hanno preceduto in Serie A.
19. Sinan Gumus
Cresciuto nelle giovanili dello Stoccarda e dopo 5 anni in una delle squadre più importanti di Turchia, il Galatasaray, Gumus arriva in Italia. La scorsa estate, infatti, si trasferisce al Genoa, dove, però, complice anche il brutto inizio di stagione della squadra, trova poco spazio. Torna in patria già nel mercato di gennaio, con la società del presidente Preziosi che lo manda in prestito all'Antalyaspor. Notizia di oggi, infine, il suo passaggio al Fenerbahce. Sicuramente ce lo dimenticheremo presto, sempre che già ora ve lo ricordaste.
18. Mert Muldur
Destinato a rimanere impresso nella nostra memoria, invece, Mert Muldur. Come Gumus, anche lui è cresciuto lontano dalla patria, Austria nel suo caso, e sempre come il connazionale, anche l'ex Rapid Vienna è arrivato in Italia la scorsa estate. Molto diverso, tuttavia, il suo apporto. Sbarcato a Sassuolo, infatti, Muldur passa una prima parte di stagione alle prese con l'ambientamento, senza, tuttavia, deludere. Nel post lockdown, però, avviene l'esplosione. De Zerbi gli concede maggior libertà offensiva e lui comincia a diventare decisivo. Va a segno in due occasioni ed è pericoloso in ogni partita. I difensori, ormai, temono le sue incursioni in solitaria. Se si dovesse confermare anche la prossima stagione su questi livelli, facile pensare che finisca in una big del nostro calcio.
17. Mert Cetin
Un'altra squadra che pesca molto dalla Turchia, oltre il Sassuolo che ha preso Demiral, Muldur e, ora, Ayhan, è la Roma. Ultimo turco in ordine cronologico, infatti, è Mert Cetin. Arrivato, come Gumus e il terzino dei neroverdi, durante la scorsa estate, il difensore classe '97 ha disputato appena sei partite con la maglia giallorossa. Le prestazioni, però, sono state altalenanti e, così, è pronto per lui un prestito. Resterà ancora in Italia. Cetin, infatti, è vicinissimo all'Hellas Verona che ha individuato in lui il sostituto di Kumbulla. Dati i risultati con l'albanese, quella scaligera sembra la soluzione adatta per fargli fare le ossa nel nostro calcio e tornare, così, alla Roma per un posto da titolare.
16. Merih Demiral
Prima che arrivasse Muldur, al Sassuolo un altro turco ha fatto da apri pista. Si tratta di Merih Demiral. Arrivato a gennaio 2019, il centrale si è presto imposto come uno dei migliori prospetti del ruolo in Serie A, portando le big a darsi battaglia per rilevarlo. Più lesta di tutti, anche per via di un ottimo rapporto con la squadra neroverde, la Juventus che, dopo una grande pre-season da parte del turco, ha deciso di tenerlo nella batteria dei difensori. Una scelta azzeccatissima. Nonostante nelle gerarchie partisse dietro, infatti, l'ex Sassuolo era riuscito a rubare il posto a de Ligt al fianco di Bonucci salvo poi perderlo presto per via di un grave infortunio occorsogli a gennaio. Nonostante il posto da titolare, ormai, sia dell'olandese, Demiral è destinato a formare proprio assieme a de Ligt la coppia del futuro.
15. Koray Gunter
Nato in Germania e cresciuto nelle giovanili del Borussia Dortmund, Gunter è, forse, il meno turco della lista. Proprio in patria, però, riesce ad emergere. E' con la maglia del Galatasaray, infatti, che si mette in luce e convince gli osservatori nostrani a portarlo in Italia. Più precisamente quelli del Genoa, altra squadra che pesca spesso in Turchia. In rossoblù, però, complici gli infortuni si vede pochissimo, Ne intuisce le qualità, però, Ivan Juric, uno dei tanti allenatori avuti a Genova, che lo porta all'Hellas Verona. Lì forma un ottimo trio con il già citato Kumbulla e Rrahmani. Secondo le ultime, dovrebbe essere riscattato dagli scaligeri. Se così fosse, il Verona (considerato il probabile arrivo di Cetin) potrebbe formare un nuovo trio, stavolta quasi tutto turco.
14. Cengiz Under
Prima di Cetin, alla Roma erano transitati altri due turchi. Il primissimo lo vedremo più avanti, il secondo è Cengiz Under. L'esterno offensivo classe '97 arriva nel 2017 con la fama di essere il Dybala turco e, dopo un iniziale periodo di ambientamento, trascina la Roma verso il terzo posto in campionato con alcuni gol pesanti, come quello all'Udinese. Peccato che nelle due stagioni successive, complici gli infortuni e il rendimento della squadra, manchi l'appuntamento con la consacrazione. Dopo aver svolto il ruolo di comprimario durante l'annata appena conclusa, Under sembra destinato alla partenza. Il turco, tuttavia, potrebbe comunque proseguire la sua carriera in Italia. Una delle soluzioni, la più calda in questo momento, è il Napoli. Chissà se lì troverà le condizioni giuste per esplodere. D'altra parte, Gattuso ha già esaltato un turco.
13. Hakan Calhanoglu
Nella stessa estate in cui Cengiz Under sbarca a Roma, un altro turco arriva in Italia, Hakan Calhanoglu. Il Milan, appena passato ai cinesi, infatti, decide di investire grosse cifre sul mercato e compra diversi tra i talenti più promettenti del panorama europeo e, tra questi, il gioiello del Bayer Leverkusen, Calhanoglu, appunto. Le cose non vanno come ci si aspettava, la squadra parte malissimo in campionato e l'ex Amburgo delude le aspettative come, praticamente, tutti i nuovi. A dicembre, però, arriva Gattuso che risolleva la situazione e anche Calhanoglu che torna a brillare. Già dalla stagione dopo, tuttavia, il turco torna a rabbuiarsi fino a quando, lo scorso ottobre, Pioli lo mette al centro del suo progetto. Giocatore, finalmente, tornato ai suoi livelli e conferma certa per la prossima stagione.
12. Caner Erkin
Torniamo all'estate 2016. L'Inter acquista a zero il terzino sinistro della nazionale turca, Caner Erkin. Un acquisto fortemente caldeggiato da Roberto Mancini che, durante il suo periodo alla guida del Galatasaray, ne era rimasto affascinato. Peccato che l'attuale CT della Nazionale lasci i nerazzurri a 20 giorni dall'inizio del campionato e a farne le spese, più di tutti, è proprio Erkin. Il terzino, aggregatosi all'Inter dopo un brutto europeo, viene immediatamente scartato dal neo allenatore, Frank de Boer che non gli concede nemmeno una chance. Non ha nemmeno il tempo di esordire in Serie A. Viene ceduto dopo appena un mese in nerazzurro di nuovo in Turchia, al Besiktas. Chissà cosa avrebbe potuto dare. Resterà sempre il dubbio.
11. Salih Ucan
Ecco il primissimo acquisto turco della Roma degli ultimi anni, Salih Ucan. Il centrocampista viene presentato come un talento dal futuro roseo. Sembra l'ennesima intuizione di Walter Sabatini. Eppure anche lui sbaglia. Il turco, in due anni di giallorosso, non lascia il segno e, così, torna al Fenerbahce. Finita qui? No, perchè Ucan ci riprova qualche anno dopo. Torna in Italia, infatti, nel 2018, stavolta con la maglia del neopromosso Empoli. Non ci è riuscito uno scova talenti come Sabatini a farlo brillare, forse ci riuscirà un altro che di talenti se ne intende, come il presidente dei toscani, Corsi. Niente da fare, gioca di più, segna un gol, ma ben presto finisce in panchina a osservare Krunic, Bennacer e Traorè prendersi la scena. Se due intenditori come Sabatini e Corsi hanno scommesso su di lui ci deve essere un motivo. Le sue qualità, però, rimangono un mistero.
10. Umit Davala
Chi si ricorda di Umit Davala? Probabilmente nessuno. Ok, facciamo diversi passi indietro e torniamo all'estate del 2001. Il Milan è reduce da una stagione fallimentare chiusa al sesto posto. Zaccheroni viene, quindi, esonerato e Berlusconi decide di puntare su un allenatore turco, l'ex Fiorentina Fatih Terim, vincitore della Coppa UEFA nel 2000. Appena arrivato alla guida del Milan, il tecnico chiede subito un suo fedelissimo, Umit Davala, centrocampista del Galatasaray. I rossoneri partono malissimo e già a novembre Terim viene sollevato dall'incarico con Davala che perde il posto da titolare. A fine stagione, come spesso capitava in quegli anni, Inter e Milan danno vita a degli scambi che permettono a entrambe di mettere a posto i conti, ma che puntualmente affossano i nerazzurri. Anche quell'anno, infatti, lo scambio è totalmente a favore dei rossoneri che accolgono Dario Simic in cambio di Davala. Il turco, però, non vestirà mai la maglia dell'Inter. Viene subito ceduto al suo vecchio amore, il Galatasaray.
9. Emre Belozoglu
Come ricordato poc'anzi, il Galatasaray, durante la stagione 1999/2000, aveva stupito l'Europa intera. La squadra di Fatih Terim, infatti, vinse la Coppa UEFA. Con Lucescu, inoltre, conquistò la Supercoppa Europea contro il Real Madrid dei Galacticos. Se il Milan, allora, aveva preso allenatore e Davala, l'Inter scelse, su indicazione di Cuper, di portarsi a casa gli altri due terzi del centrocampo dei turchi. Partiamo dalla nota lieta, Emre Belozoglu. Il Maradona del Bosforo, come lo chiamano in patria, non inizia benissimo, ma sorprende i tifosi nerazzurri che lo cominciano presto ad apprezzare. Stima che arriva anche dalla società. Emre, infatti, resta all'Inter fino al 2005, anno in cui vince la Coppa Italia che dà inizio al ciclo vincente dei nerazzurri. Viene ceduto al Newcastle dove, dopo un solo anno, lo raggiungerà anche Obafemi Martins.
8. Okan Buruk
La nota meno lieta, Okan Buruk. Scelto anche lui da Cuper per ricreare all'Inter il centrocampo che tanto bene aveva fatto al Galatasaray, giocò ben poco durante la prima stagione, quella chiusa col famoso 5 maggio. Alla seconda, invece, l'hombre vertical decise di schierarlo con più frequenza, ottenendo prestazioni altalenanti. Infine, alla terza e ultima stagione in nerazzurro, 2003/2004, perse nuovamente i gradi del titolare con l'esonero del suo più grande sponsor, Hector Cuper. Con Zaccheroni, infatti, vede il campo molto raramente. Arrivato, poi, Roberto Mancini, è uno dei primi a esser messo nella lista dei cedibili. Rescinde, così, il contratto e si accasa al Besiktas.
7. Hakan Sukur
Apri pista moderno dei talenti turchi in Italia è colui che viene considerato uno dei migliori calciatori della storia della Turchia, se non il migliore, Hakan Sukur. Era, infatti, il 1995 quando il Torino lo acquistava dal Galatasaray. L'esperienza italiana, la prima, però, va male. Sukur colleziona appena 5 gettoni per poi tornare al suo amato Gala. Con la maglia giallorossa dei turchi, negli anni successivi, vince diversi campionati nazionali, tre volte il titolo di capocannoniere, ma, soprattutto, come già ricordato più volte, la Coppa UEFA del 1999/2000. In quella competizione, è vero, si erano messi in evidenza Buruk, Emre e Davala, ma quella coppa portava il nome di un solo uomo: Hakan Sukur. Con i suoi 6 gol nella competizione, infatti, aveva trascinato il Galatasaray alla vittoria. Ecco perchè l'Inter decide di acquistarlo, battendo sul tempo le altre big europee interessate. In nerazzurro resta solo una stagione, in cui colleziona 24 presenze e sigla 5 gol, però il rendimento non è quello sperato. Passa, così, al Parma con cui vince la Coppa Italia, anche se non brilla nemmeno in Emilia. Lascia, infine, l'Italia per andare in Inghilterra, al Blackburn.
6. Metin Oktay
Prima di Sukur, e prima del 1995, erano già transitati calciatori turchi in Italia. Andiamo indietro di ben 60 anni. Nel 1961, dopo 103 gol in 105 presenze con la maglia del Galatasaray, sbarca in Italia Metin Oktay che veste la maglia del Palermo. In rosanero resta un solo anno, in cui gioca poco e non riesce a ripetere quanto fatto in patria. Torna, così, al Cimbom, dove segna altri 285 reti in 298 presenze.
5. Can Bartu
Lo stesso anno in cui Oktay approdava a Palermo, il connazionale Can Bartu sposava la causa della Fiorentina. In quella stagione, perse la finale di Coppa delle Coppe con la maglia viola, trasferendosi al Venezia con cui giocò con più frequenza e stabilendo il suo record di gol in Italia, 8. Dopo una sola stagione, tornò alla Fiorentina, dove tornò ancora una volta a ricoprire il ruolo di riserva. Lascia definitivamente la Viola nel 1964, passando alla Lazio, in cui riuscì a trovare la sua dimensione, giocando in biancoceleste per tre anni. A Roma venne soprannominato il Barone o semplicemente Signor per via della sua eleganza in campo e fuori. Chiude la carriera nella squadra del suo cuore, il Fenerbahce, dove, tra l'altro, aveva iniziato giocando a basket.
4. Bulent Eken
Un'altra stella del Galatasaray. Bulent Eken è stato uno dei migliori difensori del Cimbom negli anni '40 del secolo scorso. Dopo 102 presenze, però, scelse di volare in Italia. Si accasò alla Salernitana, dove restò solo una stagione prima di andare al Palermo, come farà una decina di anni dopo Oktay. Resta solo un anno anche in Sicilia. Nel 1952, infatti, torna al Galatasaray dove passerà il resto della sua carriera.
3. Aziz Esel Bulent
Messosi in luce in patria con la maglia del Besiktas, si presuppone negli anni '40, Bulent approda in Italia. A scommettere su di lui, lo storico presidente della Spal, Paolo Mazza che lo ha visto diventare un cannoniere infallibile sotto l'ala esperta di un ex cannoniere come Giuseppe Meazza, allenatore del Besiktas nel 1949. Con la Spal, Bulent, rispetta le aspettative e si rivela subito il miglior cannoniere con 13 reti. Resta a Ferrara fino al 1954 per, poi, tornare in Turchia.
2. Lefter Küçükandonyadis
Anno 1951. Alla Fiorentina, ancora lei, arriva un attaccante turco dal nome impronunciabile. Arriva, però, con numeri da capogiro. In appena 4 anni al Fenerbahce, infatti, aveva raggiunto quota 100 gol. La fama, dunque, era quella del goleador implacabile. In Italia, però, si assistette a tutt'altro. Trenta presenze, 4 gol. Lefter ha fallito e, così, ricomincia da Nizza, dove, però, disattende nuovamente le aspettative. Torna, infine, al Fener, in cui torna ai suoi vecchi standard.
1. Sukru Gulesin
Il primo turco della storia a giocare nel campionato italiano. Gulesin, infatti, giunse nel Bel Paese nel 1950, quando passò dal Besiktas alla Lazio. In biancoceleste non giocò nemmeno una partita, perchè fu immediatamente girato al Palermo in prestito. In rosanero fu protagonista di una buona annata conclusa con 13 reti in 28 apparizioni. Un episodio extra calcistico (fu malmenato in città) lo portò a tornare alla Lazio. Anche lì segnò con continuità (16 in 29), facendo, però, ancora ritorno al Palermo, ancora in prestito. L'ultima stagione italiana non andò come le altre e, così, decise di tornare in patria a concludere la carriera.
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