I 5 momenti più importanti della carriera di Gianluca Vialli
Gianluca Vialli si è spento all'età di 58 anni. Il tumore al pancreas l'aveva costretto a lasciare il suo ruolo di capodelegazione della Nazionale meno di un mese fa e oggi la famiglia ha comunicato in una nota la sua scomparsa. Una morte che ha scosso il mondo del calcio italiano e inglese lasciando un vuoto negli appassionati.
Gianluca Vialli è ricordato per essere stato uno degli attaccanti più forti degli anni 80 e 90, per aver superato le 100 reti in Serie A (nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del nostro campionato), per lo Scudetto con la Sampdoria, la Champions League con la Juventus e le sue gesta oltremanica da giocatore e allenatore con il Chelsea. Ripercorriamo le tappe principali della sua carriera.
1. L'esordio con la Cremonese
Vialli nasce a Cremona e inizia a giocare per le prime volte nell'oratorio Cristo Re, poi lo prende il Pizzighettone e infine la Cremonese. L'esordio arriva con i biancorossi in Serie C1, lui ha soltanto 16 anni, ma viene mandato comunque in campo dal tecnico Guido Vincenzi nell'anno della promozione in Serie B.
La prima rete arriva a 17 anni 3 mesi e 2 giorni contro la Reggiana, nel campionato cadetto. Gianluca Vialli inizia a giocare con regolarità e nel 1984, grazie ai suoi 10 gol in campionato, la Cremonese di Emiliano Mondonico festeggia una storica promozione in Serie A.
2. Lo Scudetto con la Sampdoria
Un legame indistruttibile e una lettera di addio emozionante della Sampdoria a Gianluca Vialli. A Genova arriva dopo la promozione con la Cremonese, nell'estate del 1984. Un primo periodo complicato, poi la storia.
L'intesa con Boskov e soprattutto con Roberto Mancini (poi allungata fino al 2021). Tre Coppe Italia, una Supercoppa, una Coppa delle Coppe da capocannoniere e soprattutto uno Scudetto (l'unico della storia blucerchiata) nella stagione 1990-91, vinto a suon di gol (19, capocannoniere della Serie A). Resta anche la stagione successiva e sfiora la Coppa dei Campioni perdendo a Wembley di misura contro il Barcellona di Koeman.
3. La Champions League con la Juventus
Alla Juventus si trasferisce con un'operazione monstre per circa 40 miliardi di lire tra giocatori e denaro sborsati dal club torinese. È l'estate del 1992 e i primi anni con Trapattoni non sono facili nonostante arrivi la sua prima Coppa Uefa.
Con Lippi cambia tutto. Vince il suo secondo Scudetto e la quarta Coppa Italia nella stagione 1994-95 con un totale di 20 gol. L'anno successivo arriva la vendetta nella massima competizione europea e la desiderata Champions League ai calci di rigore contro l'Ajax. Quell'immagine dell'Olimpico di Roma, con la fascia di capitano e la Coppa alzata al cielo rappresenta l'ultima apparizione di Gianluca Vialli con la maglia della Juventus.
4. L'approdo in Premier League
In Inghilterra giunge a titolo gratuito. Lo prende il Chelsea, in cui per qualche tempo resterà nella storia come allenatore più vincente dei blues. A Londra arriva da calciatore e al suo primo anno vince la Coppa d'Inghilterra. Poi, a metà della stagione 1997-98, Ruud Gullit viene esonerato e lui gli subentra nel ruolo di calciatore-allenatore.
A fine anno il Chelsea vince la Coppa di Lega inglese e la Coppa delle Coppe. La stagione seguente inizia con la vittoria sul Real Madrid in Supercoppa Uefa e quella successiva la conclude, prima di essere esonerato, con un'altra Coppa d'Inghilterra e un Charity Shield. 5 titoli in tre anni.
5. Euro 2020 con l'Italia
Circa 20 anni dopo entra a far parte della Nazionale come capodelegazione della squadra allenata dall'amico ed ex compagno ai tempi della Sampdoria Roberto Mancini. La denominazione del ruolo però non limita l'importanza di Gianluca Vialli, capace di creare un legame speciale con i calciatori; sono diversi i messaggi e gli aneddoti che molti componenti di Euro 2020 o 2021 stanno raccontando in queste ore nell'ultimo saluto al loro riferimento nel torneo.
Quell'abbraccio tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli al termine dei calci di rigore tra Italia e Inghilterra che hanno regalato l'Europeo agli azzurri è una delle foto più iconiche della Finale. Una vittoria di una delle coppie più affiatate della storia del calcio italiano 30 anni dopo l'ultimo trionfo insieme. Una notte indimenticabile per tutti, nel ricordo di uno dei suoi migliori protagonisti in panchina.