I 5 peggiori giocatori della Serie A nel 2020

Marco Luzzani/Getty Images
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La Serie A nel 2020 - inframezzata dal lockdown - ha visto, oltre che assoluti protagonisti in grado di allietare i nostri palati calcistici, anche clamorosi colpi di mercato o giocatori ritenuti campioni floppare clamorosamente, sia per ragioni tattiche sia per ragioni caratteriali. Vediamo quali sono state le grandi delusioni del 2020 appena trascorso, in una Serie A che, pur senza spettatori, si sarebbe attesa molto di più da loro.

1. A. Meret (Napoli)

Francesco Pecoraro/Getty Images

Le doti tecniche del portiere del Napoli non si discutono, anzi. Ma la discontinuità nel rendimento, la poca personalità tra i pali e la scarsa leadership verso la linea difensiva lo rendono partecipe di questa speciale classifica, che vuol iniziare da Alex Meret per il ruolo che ricopre in campo, da numero 1, e non per posizionarlo al primo posto delle delusioni dell'anno solare 2020. Scavalcato spesso e volentieri da Ospina nelle gerarchie, il portiere classe '97 non ha mai convinto fino in fondo anche per la scarsa affidabilità nel gioco palla a terra e l'impostazione coi piedi. Incerto, poche volte imbattuto: l'ex Spal ha dalla sua la giovane età ed il tempo per riscattarsi e guadagnarsi un posto sia per l'Europeo 2021 sia per un'altra big del calcio nazionale e non.

2. L. Schone (Genoa)

Jonathan Moscrop/Getty Images

Arrivato tra lo stupore ed il clamore mediatico, Lasse Schone ha trascorso un 2020 da dimenticare. Scarsa, se non invisibile, incisività nella salvezza del Genoa targato 2019-20, relegato ai margini della rosa nella stagione corrente. Appena due gol e tre assist. Numeri bassi, impossibili da immaginare quando, nell'estate 2019, il club di Preziosi lo acquistò dall'Ajax, con cui aveva incantato e meravigliato stadi come lo Stadium, Wembley ed il Bernabeu. Delusione totale, per un centrocampista dal piede fatato da cui ci si aspettava sicuramente di più. Cosa avrà combinato per essere escluso dal Genoa 2020-21? Non ci è dato saperlo, possiamo solo immaginare la scarsa applicazione ed un rendimento mediocre durante le sedute di allenamento, sulla falsa riga delle prestazioni offerte l'anno scorso con la maglia del Grifone.

3. A. Rabiot (Juventus)

MARCO BERTORELLO/Getty Images

Giocatore lunatico, dal carattere bipolare così come lo sono state, nell'anno appena passato, le sue prestazioni. Di Adrien Rabiot si ricordano pochi gol, ma su tutti quello a San Siro contro il Milan, partendo da centrocampo e colpendo i rossoneri con un missile terra-aria impressionante. Troppo poco, dannatamente troppo poco. Ci si aspettavano inserimenti, movenze importanti, gol portati dal centrocampo. Niente di tutto questo: il centrocampista ammirato ed invidiato al PSG ha spesso fatto rimpiangere i tifosi e la dirigenza bianconera, che paga al centrocampista uno stipendio discretamente alto. Prima Sarri, poi Pirlo: 2020 tra alti (pochi) e bassi (molti di più) quello di Rabiot, centrocampista alla ricerca di se stesso.

4. C. Eriksen (Inter)

Emilio Andreoli/Getty Images

Proprio colui che, un anno fa circa, apriva le danze durante il calciomercato invernale. Adesso, a distanza di un anno, rischia di ripetere il percorso, lasciando però Milano e l'Inter, per chissà quale destinazione. Acclamato, accolto tra la gioia, l'estasi e la felicità del popolo nerazzurro, Eriksen non ha mai convinto. MAI. Schierato col contagocce, spesso relegato in panchina a causa di un rapporto anche extra-campo mai sbocciato definitivamente con Antonio Conte. Difeso ed apprezzato dai compagni, in campo il centrocampista danese non ha mai trovato giusta collocazione tattica nel 3-4-1-2 disegnato dal mister per esaltare, o tentare di farlo, le sue caratteristiche tecnico-tattiche. Risultato? Quasi nullo, ed anzi un possibile addio dopo un anno di delusione, amarezza e panchine. Lord Eriksen, che fine hai fatto?

5. A. Pinamonti (Genoa/Inter)

Paolo Rattini/Getty Images

Attuale attaccante dell'Inter, Andrea Pinamonti ha trascorso gran parte del 2020 con la maglia rossoblu del Grifone, deludendo le attese e le aspettative in lui riposte. Dopo un avvio di 2019-20 deciso, convincente, e dopo un Mondiale Under 21 nell'estate 2019 da protagonista, l'attaccante è andato perdendosi e, con lui, il feeling col gol. Ci si aspettava tanto da un ragazzo da troppi anni definito "pronto al salto". Pochi gol, poco decisivo con la maglia del Genoa ed uno dei tanti grandi nomi di quella squadra che, nel 2020 trascorso, ha perfino rischiato di retrocedere. Il passaggio all'Inter, squadra che lo ha ripreso dopo il prestito per farne il vice-Lukaku, non ha migliorato il suo anno: panchine dopo panchine, nonostante gli infortuni ripetuti di Sanchez, e spesso perdente nel ballotaggio con Perisic per il ruolo di seconda punta (il croato gli viene preferito nonostante non sia il suo ruolo naturale). Risultato? Per un altro anno Pinamonti rimane meteora, scommessa persa e giovane dal "futuro promettente", ma per quanto ancora?


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