I 5 punti chiave del Commisso-pensiero per la Fiorentina

Rocco Commisso
Rocco Commisso / Alessandro Sabattini/GettyImages
facebooktwitterreddit

Dopo mesi di silenzio, a condire un'assenza forzata dall'Italia dovuta a problemi di salute, Rocco Commisso è tornato a far sentire la sua voce a confrontarsi coi tanti temi dell'attualità di casa Fiorentina, partendo ovviamente dalla soddisfazione per il raggiungimento del settimo posto e del conseguente accesso alla Conference League.

Un'analisi a tutto tondo, una sorta di fotografia del momento viola e di dichiarazione d'intenti in vista della prossima stagione, il tutto inserito in una visione d'insieme che, in automatico, emerge - neanche troppo nascosta tra le righe - dalle parole del patron gigliato. Proviamo a tracciare il profilo dei punti principali.

Il ruolo dello stadio

ACF Fiorentina v Udinese Calcio - Serie A
Artemio Franchi / Gabriele Maltinti/GettyImages

Un tema spinoso che trova come piacevole contraltare la certezza chiamata Viola Park, progetto strategico e sicuramente chiave per proiettare un'immagine sempre più solida del club nel futuro. Il discorso stadio non offre però altrettante certezze e, almeno sul fronte dei ricavi, appare ancor più basilare (persino ineludibile) per dare la spinta giusta alla competitività di un club anche a lungo termine.

In tal senso le novità degli ultimi mesi a tema restyling del Franchi lasciano ancora attendista, a dir poco, il presidente Commisso: nelle prossime settimane dovrà essere fatta chiarezza sui dettagli del progetto, pensando soprattutto ai costi e a quelle che saranno le conseguenze sul fatturato, elemento cardine di tutto ciò che ruota attorno al discorso stadio.

Nessun passo indietro

Rocco Commisso
Rocco Commisso / Alessandro Sabattini/GettyImages

Ripensando a una vecchia provocazione di Commisso (quando invitò ironicamente i fiorentini a comprare la società, anziché criticare) è quasi logico immaginare come le voci sulla possibile cessione potessero prima o poi, in qualche forma, emergere. Voci che però lo stesso Commisso non esita a definire fake news in senso stretto: fin qui nessun contatto per cedere il club e nessun disimpegno, al di là degli ostacoli e dei nodi da sciogliere.

Come spesso accade, per avvalorare posizioni e renderle più chiare, Commisso ricorre ad aneddoti o esperienze di vita: in questo caso ha accostato la propria dedizione al progetto viola al tipo di legame (saldo e duraturo) con la moglie. Tutt'altro, insomma, che un passo indietro.

L'orgoglio per quanto fatto

ACF Fiorentina v Juventus - Serie A
Festa viola / Gabriele Maltinti/GettyImages

Un aspetto basilare per comprendere l'approccio di Commisso alla comunicazione si lega proprio all'energia con cui, appena possibile, il patron viola rivendica quanto ottenuto e ne sottolinea i contorni virtuosi, persino prodigiosi a livello di miglioramento in classifica.

Risultati definiti "fenomenali" in una logica di semplice confronto: da un lato Commisso rimarca a più ripresa la distanza di fatturato rispetto alle realtà più solide, indicate come di fatto irraggiungibili, d'altro canto il presidente sottolinea spesso il miglioramento dello status del club nell'arco di tre anni e la rapidità con cui la Fiorentina è tornata competitiva sotto la sua guida, con prospettive altrettanto incoraggianti per il prossimo futuro.

Il rapporto con gli agenti

Lucas Torreira
Lucas Torreira / Marco Canoniero/GettyImages

Si parla in un certo senso ancora di orgoglio o, comunque, di un atteggiamento mostrato con continuità e poi rivendicato: Commisso, soffermandosi sul caso Torreira ma tirando in ballo anche quanto accaduto con Gattuso e Vlahovic, ha voluto ribadire con forza di non sentirsi succube dei procuratori e di non voler in alcun modo assecondarne le pretese.

La paura di perdere una risorsa (giocatore o allenatore che sia) non spinge insomma il patron viola a farsi più tiepido o più accogliente rispetto ad entourage particolarmente ambiziosi: la sensazione è che Commisso detesti in senso assoluto l'idea di risultare il ricco proprietario da cui attingere e di cui farsi beffe. Una sorta di braccio di ferro, non solo mediatico, che per ovvie ragioni può difficilmente condurre al compromesso o al lieto fine.

Mercato e panchina: niente proclami

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Gabriele Maltinti/GettyImages

Commisso ha subito preso le distanze dalla voglia di far promesse o proclami in ottica mercato, pur individuando nella qualificazione alla Champions un potenziale sogno. Piedi per terra e occhio alle valutazioni affrettate: innanzitutto il presidente ha ridimensionato la cifra in ballo arrivata dalle cessioni, parlando di 50 milioni e non di 150, ma ha soprattutto parlato di una crescita legata a ciò che permettono i ricavi attuali e ai paletti del Fair Play Finanziario.

Un delicato equilibrio tra ambizioni sportive e questioni di bilancio che agli occhi di alcuni ha assunto il sinistro suono di "autofinanziamento" ma che, di fatto, si lega a logiche di sostenibilità ormai inaggirabili (e concettualmente virtuose). Anche sul fronte della panchina, pensando a Italiano, Commisso non ha blindato nessuno a parole: la speranza è quella di proseguire insieme, anche in questo caso però senza voler promettere o dare niente per scontato (dopo essere rimasto scottato più volte).


Segui 90min su Instagram.