I 5 temi chiave di Francia-Italia (Nations League)
L'Italia torna in campo due mesi e una settimana dopo la cocente eliminazione di Euro 2024 contro la Svizzera. È il tempo trascorso da quel doloroso 29 giugno tedesco, da quella prestazione capace di ridimensionare gli azzurri e sgretolare tutte le certezze (poche) costruite prima e durante il Campionato Europeo.
Francia-Italia sarà la prima sfida ufficiale della Nations League 2024-25, la prima del Gruppo 2 di Lega A che si esaurirà tra settembre e novembre con gare di andata e ritorno che coinvolgeranno anche Belgio e Israele, le altre due Nazionali inserite nel girone. Alle 20:45 di questa sera, gli azzurri scenderanno in campo al Parco dei Principi. Proviamo a scoprire i temi chiave di uno dei classici europei per Nazionali.
Due gestioni agli antipodi
La coerenza e la forza di un progetto, con tante e innegabili differenze, contro la tendenza a cambiare e iniziare costantemente nuovi cicli. Sicuramente non era la volontà dei vertici italiani ma è ciò che gli ultimi 12 anni di Nazionale ci hanno raccontato. Didier Deschamps sembra sulla panchina della Francia da un'eternità, ed è più o meno così, è lui a guidarei les bleus dall'inizio della nuova generazione d'oro (con comparse anche della precedente). Dal 2012 la Nazionale transalpina ha avuto quindi un solo commissario tecnico, mentre gli azzurri sono stati guidati da 5 allenatori diversi: Prandelli, Conte, Ventura, Mancini e Spalletti.
I francesi 'italiani'
Il legame tra Francia e Italia, o meglio tra Nazionale di calcio francese e campionato di Serie A, è sempre stato molto diretto. Una lega che ha portato nel passato tanti calciatori dei principali club a rappresentare la selezione in questione da protagonisti. Anche oggi, nonostante l'addio di Rabiot alla Juventus e di Giroud al Milan, la Serie A vanta 5 convocati da Deschamps (su 23): i rossoneri Mike Maignan, Theo Hernandez e Youssouf Fofana, il nerazzurro Marcus Thuram e il nuovo centrocampista della Roma Manu Koné.
Le esclusioni dei due CT
Tante assenze nell'Italia di Spalletti, solo qualcuna nella Francia di Deschamps. Il CT azzurro ha rinunciato a Barella, che approfitterà di questi giorni per operarsi al naso, e a Chiesa, che dopo essere sbarcato a Liverpool in ritardo è rimasto ad Anfield per integrarsi con i nuovi compagni. Le rinunce avvenute per scelta tecnica sono invece quelle di Mancini, Darmian, Cristante, Jorginho, Politano, Orsolini ed El Shaarawy. Deschamps ha dovuto rinunciare a Camavinga e Mendy, infortunati, e ha deciso di lasciare a casa sia lo svincolato Adrien Rabiot che il nerazzurro Benjamin Pavard.
Gli uomini della ripartenza di Spalletti
Il modulo sarà il 3-5-2 o il 3-4-2-1, come chiarito dallo stesso CT in conferenza stampa, ma chi saranno gli interpreti nuovi da cui ripartirà l'Italia? Alla vigilia, il nome principale sembra essere quello di Nicolò Fagioli, che potrebbe agire sia come regista di un centrocampo a tre che come mediano di una linea a due. In difesa l'interprete pronto a imporsi nelle gerarchie è Alessandro Buongiorno, mentre in avanti l'uomo che reclama spazio dopo un'ottimo inizio e le vibes positive lasciate a Euro 2024 è sicuramente il 10 e capitano della Lazio Mattia Zaccagni.
Una gara subito decisiva
Sei partite in tre mesi, prima di accedere agli aventuali Quarti di Finale di Nations League in programma a marzo e alla successiva Final Four, che si disputerà invece nel mese di giugno. Questo nella migliore delle ipotesi che riguarderà le prime due classificate del gruppo. Tuttavia, in un abbinamento complicato con Francia, Belgio e Israele c'è anche il pericolo retrocessione da scongiurare. L'ultima classificata scenderà direttamente in Lega B, mentre la terza disputerà i Play-Out per la promozione-retrocessione con la seconda della lega inferiore (B). Un pericolo reale che nella precedente edizione ha coinvolto proprio l'Inghilterra di Gareth Southgate, retrocessa.