I 6 tipi che puoi incontrare all'asta del Fantacalcio
L'asta del Fantacalcio è un vero e proprio habitat che meriterebbe degli studi approfonditi da parte di antropologi o sociologi. Si tratta infatti di un momento in cui vale tutto: gli amici non esistono più, il telefono serve solo per scrollare la lista degli svincolati, i pacchetti di sigarette si accumulano in un angolo, così come le lattine di birra, offerte rigorosamente dal vincitore dell'edizione precedente.
Che tu sia un fantallenatore navigato o un principiante alle prime armi, quando nei prossimi giorni prenderai parte all'asta facci caso, perché in ogni lega non può mai mancare...
Lo sceicco
Si presenta all'asta con una camicia bianca in lino finemente stirata, indossa gli occhiali da sole anche se è notte fonda e fuma una sigaretta elettronica dall'odore nauseabondo. È il più elegante della lega - o questo è almeno quello che pensa lui - ma i suoi pantaloni devono avere le tasche bucate, perché spende crediti come se ne avesse a disposizione un'infinità. Si accaparra i portieri dell'Inter e del Milan - per lui l'avvicendamento casa-trasferta è sacro - poi chiude il reparto con Falcone del Lecce. In difesa prende Theo Hernandez, Dimarco e Bremer e per provare a giustificarsi chiede: "Ma quest'anno non si era detto che usavamo il modificatore?". Nel frattempo prende in giro gli altri fantallenatori accusandoli di avere il braccino corto, ma a centrocampo sente l'acqua alla gola e inizia a stringere la cinghia. In attacco è quello con meno crediti. Mentre uscite a fumare ti fa proposte immorali del tipo: "Ma se ti do 5€ mi lasci Duvan Zapata?". A fine asta millanterà di avere la squadra più forte e si dileguerà prima che tutti si rendano che ha sforato con il budget.
Dove si piazzerà: Non finirà il campionato. Quando la sua squadra navigherà in cattive acque mollerà la lega, prenderà quei pochi spicci che gli sono rimasti e se ne volerà in qualche paradiso fiscale...tutto pur di non versare la quota.
Il tifoso
L'asta non è ancora cominciata ma sai già come sarà la sua rosa. Non appena arriva, il tifoso appoggia il telefono sul tavolo con lo schermo rigorosamente rivolto verso l'alto per mostrare il suo screensaver: una foto che si è fatto scattare anni e anni fa allo stadio con indosso la maglia della sua squadra del cuore. Anche all'asta si presenta con la stessa maglia, ormai strettissima, che fa intravedere un fisico tutt'altro che prestante. Ha solo un foglio di carta e una penna, scarica. Probabilmente non conosce nemmeno tutti i calciatori di Serie A, ma non gliene importa granché visto che sa già per chi vale la pena investire i suoi preziosissimi crediti. Gli altri fantallenatori lo spennano come un pollo: prende i tre portieri della sua squadra spendendo un patrimonio e si assicura uno dopo l'altro tutti i suoi beniamini tra difesa e centrocampo. Lo fa con cieca cocciutaggine, coprendosi di ridicolo e ignorando gli sguardi divertiti dei suoi avversari che gli rialzano i giocatori solo per farlo arrabbiare. Arriva il momento degli attaccanti e il numero 9 della sua squadra scavalla i 100 crediti: non riesce a prenderlo. Per la disperazione cade dalla sedia, la maglia superattillata gli si strappa definitivamente. Gli viene da piangere ma fa di tutto per non darlo a vedere. Spende uno sproposito per prendere Djuric. Mentre se ne va ha uno sguardo sconsolato, e un po' ti senti in colpa (solo un po').
Dove si piazzerà: La squadra per cui fa il tifo arriva dodicesima, ma per sua fortuna Djuric segna 24 gol e tira la carretta trascinandolo verso un podio che nessuno si sarebbe immaginato. All'ultima di campionato l'attaccante che avrebbe voluto prendere sbaglia un rigore contro di lui e ottiene così il terzo posto. Quando va a ritirare il premio ha comunque l'aria affranta.
Il matematico
In camera sua ha un poster di Henri de Saint-Simon, l'intellettuale che nell'Ottocento diede vita al Positivismo, la corrente di pensiero che credeva di poter dare una spiegazione a tutto mediante l'uso della ragione. Neanche quest'anno è riuscito a convincere i membri della sua lega a fare il Fantacalcio su Kickest, ma crede di poterseli comunque mangiare in un solo boccone con la sola forza delle statistiche. Conosce infatti i dati di ogni singolo giocatore di Serie A, e non parliamo solo di gol e assist, ma anche di contrasti aerei vinti, xG, tocchi in area di rigore e del numero di volte in cui si sono messi le dita nel naso mentre battevano un fallo laterale. All'asta serve un tavolino solo per fargli appoggiare tutta la robaccia che si è portato. Con sé ha due tablet, un pc da 2000€ che usa solo per il Fantacalcio e quattro quaderni, uno per ogni ruolo. Su di essi ci sono scritti tutti i giocatori che vuole comprare e il relativo budget da rispettare pedissequamente. Secondo lui Fazzini dell'Empoli vale al massimo 4 crediti, quindi se ne spendi 5 si sente in diritto di riderti in faccia come se avessi fatto la peggior stupidaggine che la mente umana possa partorire. Chissà se esiste un sistema numerico per misurare quant'è triste la sua miserabile vita.
Dove si piazzerà: Ultimo. Se la sua rosa è frutto di un lavoro super-razionale - una roba che sembra uscita dai laboratori del CERN - la sua stagione è invece inspiegabile, quasi surreale. I difensori gli fanno complessivamente 12 autogol, mentre tra attaccanti e centrocampisti i rigori sbagliati sono ben 7. Mantiene però sempre un certo aplomb che non vacilla nemmeno quando gli segnano contro Gyasi e Circati. Poi un giorno prende gol da Okoye, salito su un calcio piazzato per acciuffare un disperato pareggio, e manda un vocale sul gruppo WhatsApp mandando tutti a quel paese (per usare un eufemismo). Cancella il messaggio non appena l'arbitro va a rivedere l'azione al VAR e annulla il gol.
L'osservatore
Vuole fare sempre l'alternativo. È in fissa con la musica indie e brucia il biglietto se scopre che a un concerto sono presenti più di 100 persone. Quando il cantante dall'aspetto trasandato e l'igiene discutibile di cui esaltava la genialità pubblica una canzone che per sbaglio viene trasmessa una volta in radio, lo accusa di essere diventato commerciale e nega di averlo mai ascoltato. Vive in un paesino dimenticato da Dio e tifa per la squadra locale, provando un odio tanto smisurato quanto folle nei confronti di tutte le big di Serie A. Anche stavolta si vanta di aver scoperto Dybala, solo perché ai tempi del Palermo lo pagò 2 crediti. In realtà aveva fatto un'offerta per far lievitare il prezzo, ma nessuno glielo rialzò e finì col prenderselo. Ha un foglietto su cui ha scritto una decina di nomi di giocatori che solo lui conosce. Se provi a sbirciare lo piega in quattro e mentre lo ripone nel taschino della giacca sfodera il suo sguardo più buontempone dicendoti: "Ti piacerebbe dare un'occhiata, eh". L'asta è iniziata da un'ora e mezza ma lui non ha comprato ancora nessuno. Anziché sentirsi in ansia, ha l'aria di un corridore professionista che gareggia con un bambino e che per rendere più competitiva la sfida gli lascia qualche secondo di vantaggio prima di umiliarlo. Quando quasi tutti hanno finito, può estrarre quel benedetto foglietto e chiamare uno ad uno i presunti talenti che - a detta sua - sono dei fenomeni che domineranno il campionato. Sarà...ma sembra solo una lista di password del WiFi. Mentre li nomina guarda le reazioni degli altri fantallenatori e se scorge un seppur minimo segno di stupore, non la smette più di gongolare. Alla fine dell'asta si ritroverà 7 giocatori del Lecce, tutti rigorosamente panchinari. La mattina seguente manderà una mail a Pantaleo Corvino per implorarlo di assumerlo come portaborse.
Dove si piazzerà: Penultimo. "Chi se ne frega della classifica. Marchwinski ha fatto 4 gol, questo vale più di ogni primo posto". In realtà il fegato gli si sta spappolando e non appena arriva a casa si mette a scorrere la rosa del Dainava, squadra della massima serie lituana, a caccia di nuovi, improbabili talenti.
Il braccino corto
Nella vita di tutti i giorni spende e spande per delle sciocchezze, facendo invece economica sulle cose davvero importanti...come il Fantacalcio. È quello con la macchina più bella, dove tiene un paio di scarpe di scorta che indossa quando guida per non rovinare le sue in edizione limitata, dal modico valore di 360€ (si vanta in continuazione di averle pagate così tanto). Prima di scendere dall'auto chiede i soldi della benzina all'amico che vive nel suo stesso palazzo e che è andato con lui all'asta. Inizialmente ha un'aria tranquilla, in porta prende Svilar o Provedel, perché i portieri delle romane costano meno ma offrono comunque garanzie. In difesa e a centrocampo spende il minimo indispensabile, facendo credere agli avversari che sia tutta una grande strategia per arrivare con più soldi di tutti all'attacco. Durante la pausa fuma 3 sigarette, ovviamente scroccate, compiacendosi del suo budget faraonico e promettendo faville in quello che secondo lui è "l'unico reparto davvero importante". Agli attaccanti però qualcosa in lui si rompe e sembra aver paura di rilanciare. I big vengono battuti uno dopo l'altro e puntualmente trova delle scuse per giustificarne il mancato acquisto: "Lautaro a 232 crediti è troppo, non ripeterà mai i numeri della scorsa stagione. Vlahovic a 213? Ma siete matti!? È già tanto se va in doppia cifra" o baggianate simili. Alla fine ne sborsa 209 per Leao e 116 per Dallinga. Ad asta conclusa gli rimangono ancora 89 crediti e gli altri lo scherniscono, dicendogli che non gli verranno convertiti in euro e che non potrà usarli per una serata in discoteca delle sue. Mentre si avvia verso la macchina con la maglietta vistosamente sudata, ma le scarpe sempre in perfette condizioni, giura vendetta: "Vedrete che vi combino all'asta di riparazione".
Dove si piazzerà: Secondo. Gli attaccanti gli segnano col contagocce, ma senza sapere come si ritrova in rosa i difensori rivelazione del campionato. Decide dunque di arroccarsi nel più tradizionale 4-4-2 e di affidarsi al modificatore. Vince 16 partite su 38 per mezzo punto e ha pure il coraggio di dire che la sua è bravura, non culo.
Il novellino
Arruolato la sera prima o addirittura la mattina stessa dell'asta, dopo che qualcuno ha dato forfait all'ultimo. Non conosce bene le regole del calcio, figuriamoci quelle del Fantacalcio. Dopo essersi fatto spiegare per quattro volte il funzionamento dell'asta facendo perdere dalle 2 alle 3 ore e mezza, con uno sguardo a metà tra lo stupido e l'ingenuo chiede di poter fare un giro di prova per verificare se ha capito o meno. Nessuno si spazientisce o lo insulta, perché alla fine è un ragazzo simpatico. In molti casi è anche il più piccolo e sta già facendo un favore a tutti trovandosi lì. Inutile dire che non è minimamente preparato. Ha un foglio, che in maniera genuina appoggia sul tavolo lasciandolo alla mercé di occhi indiscreti, su cui si è appuntato un paio di nomi che gli avrà suggerito un amico o qualche parente. La maggior parte sono giocatori che non sono più in Serie A e quando li chiama con pronunce improbabili tutti scoppiano a ridere. La sua rosa è costruita un po' a sentimento, un po' con dei giocatori che gli hanno consigliato altri fantallenatori. Alla fine dell'asta è il più sorridente, anche se ha appena preso il terzo portiere del Como, il magazziniere del Napoli che fa il caffè e...Davide Ballardini.
Dove si piazzerà: Tra i 6 attaccanti che ha comprato facendo ambarabà-ciccì-coccò con la lista svincolati ci sono incredibilmente i primi due capocannonieri del campionato che, insieme all'immancabile fortuna del principiante, lo fanno volare verso il primo posto. L'estate seguente chiede quando si terrà l'asta, ma gli altri hanno già creato un nuovo gruppo e l'hanno escluso perché hanno troppa paura di lui.