I giocatori più forti che hanno fallito in Serie A

Serie A
Serie A / Nicolò Campo/GettyImages
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Per un giocatore straniero non è facile adattarsi alla Serie A. Il nostro è infatti un campionato complesso sotto l'aspetto tattico, dove non c'è molto spazio per il dribbling o la giocata individuale. Nel corso degli anni sono diversi i calciatori che si sono trasferiti in Italia con la speranza di compiere un salto di qualità, di migliorare la propria reputazione a livello mondiale. Spesso ci sono riusciti, ma in molti casi gli almanacchi ci regalano delle meteore davvero indimenticabili.

1. Gaizka Mendieta

Parma v Lazio X
Gaizka Mendieta / Grazia Neri/GettyImages

Nell'estate del 2001 Sergio Cragnotti mette sul piatto 89 miliardi di lire per strappare Gaizka Mendieta al Valencia. Il giocatore basco, nominato solo l'anno prima miglior centrocampista della Champions, non è mai riuscito ad ambientarsi nel campionato italiano e dopo appena un anno ha fatto ritorno in Spagna, al Barcellona.

2. Luther Blisset

Il Milan ha appena vinto la Serie B quando per regalarsi un bomber in vista del ritorno nel massimo campionato decide di acquistare Luther Blisset, attaccante inglese di origini giamaicane che aveva segnato valanghe di gol con il Watford. Sbarcato da pochi giorni a Milanello, promette di segnare più dei 18 gol messi a segno da Platini l'anno prima aumentando l'hype tra i tifosi. 'Black Flash' si rivela poi una punta di movimento che si spende troppo per la squadra, tanto da diventare impreciso sotto porta. Memorabile il suo errore nel derby del 6 novembre 1983.

3. Ian Rush

Ian Rush
Ian Rush / Alessandro Sabattini/GettyImages

Nel 1987 la notizia improvvisa dell'addio al calcio di Platini getta nello sconforto i tifosi della Juventus, ma Giampiero Boniperti non si scompone e porta a Torino Ian Rush. Il gallese viene accolto come un divo visto che con la maglia del Liverpool aveva segnato 139 reti in 224 partite. Nonostante uno score discreto (14 gol in 39 partite), il feeling con la piazza non scoppia e il giocatore chiede di far ritorno al Liverpool.

4. Darko Pancev

Darko Pancev
Darko Pancev / Alessandro Sabattini/GettyImages

Negli anni '80 il calcio jugoslavo vive il suo momento di massimo splendore, ma le guerre nazionalistiche e le tensioni dovute alle varie spinte indipendentistiche portano i migliori giocatori a trasferirsi altrove. È il '92 quando l'Inter di Pellegrini ingaggia Darko Pancev, un attaccante poco dotato tecnicamente ma talmente letale sotto porta da essere soprannominato 'Il Cobra'. I nerazzurri sbaragliano la concorrenza, tra gli altri, del Milan (che si "accontenta" di Savicevic) ma il macedone delude le aspettative trasformandosi da cobra a innoquo ramarro.

5. Juan Esnaider

Juventus v Perugia Juan Esnaider
Juan Esnaider / Getty Images/GettyImages

16 partite, 0 gol: questo il deludente score con cui Juan Esnaider ha chiuso la sua esperienza alla Juventus. Arrivato nel mercato di riparazione del 1999 per sostituire l'infortunato Del Piero, l'attaccante argentino si era messo in mostra in Spagna, con le maglie di Saragozza, Espanyol, Real e Atletico Madrid. A Torino disputerà delle prestazioni orripilanti, tant'é che dopo appena 12 mesi viene rispedito al mittente.

6. José Mari

Jose Mari
José Mari / Clive Brunskill/GettyImages

Dopo il ritiro si è dato al culturismo e adesso è una montagna di 100kg di muscoli, ma in passato José Mari era un calciatore di belle speranze dal quale ci si aspettava una carriera importante. Nella sua parentesi al Milan lo spagnolo ha però mostrato tutti i suoi limiti tecnici visto che in 17 presenze segna un solo gol.

7. Ricardo Quaresma

Portugal winger Ricardo Quaresma poses w
Ricardo Quaresma / GIUSEPPE CACACE/GettyImages

Ancora oggi proviamo al campetto la "Trivela" che l'ha reso celebre e, nonostante una carriera di tutto rispetto (culminata nella vittoria da protagonista di Euro 2016), i tifosi dell'Inter non hanno un bellissimo ricordo di Ricardo Quaresma. Il portoghese ha sì fatto parte della mitica cavalcata verso il Triplete, ma non è mai riuscito a rispettare le aspettative che portava con sé quando si è trasferito dal Porto.

8. Vampeta

Vampeta
Vampeta / Stuart Franklin/GettyImages

Quando Marcos André Batista Santos, in arte Vampeta, viene comprato dall'Inter tutti ne sono sicuri: i nerazzurri hanno acquistato un fenomeno. Eppure, nonostante le buone speranze caldeggiate dall'amicizia con Ronaldo Nazario, il brasiliano dura solo 4 mesi a Milano. Le colpe non sono tutte sue visto che Lippi, che ne aveva chiesto l'acquisto, si dimette dopo la prima sconfitta e il subentrante Tardelli (al quale Vampeta era stato tra l'altro paragonato) non lo considera proprio. Così, dopo solo 8 partite, si trasferisce al PSG.

9. Marcio Santos

"Fammi 7 gol e ti faccio conoscere Sharon Stone": è con questo accordo che nasce l'avventura di Marcio Santos alla Fiorentina. Il difensore brasiliano, campione del Mondo a USA '94, è infatti promesso sposo del Tottenham ma, non appena scopre che il presidente Cecchi Gori è un produttore cinematografico, coglie la palla al balzo e gli chiede se può organizzargli una cena con l'attrice hollywoodiana che ha ammirato nel film "Basic Instinct". Alla fine Marcio Santos segna un solo gol e si rende protagonista di diverse prestazioni orrende. A fine stagione i viola lo scaricano all'Ajax.

10. Diego

Ribas Da Cunha Diego
Diego Ribas Da Cunha / Valerio Pennicino/GettyImages

La grande colpa di Diego è quella di essere arrivato alla Juventus in un momento storico sbagliato. La società bianconera non riusciva a intraprendere un progetto promettente e il brasiliano non è riuscito a prendere per mano la squadra. Il gol alla Roma alla seconda giornata illude i tifosi: dopo appena un anno il trequartista fa ritorno in Germania, al Wolfsburg.

11. Milos Krasic

Milos Krasic
Milos Krasic / Maurizio Lagana/GettyImages

Per via dei capelli, del ruolo e del modo di giocare, Milos Krasic viene paragonato a Pavel Nedved. Le prime prestazioni con la maglia della Juve gli valgono infatti il soprannome di "Furia Serba" e a furia di gol all'ultimo minuto e assist si impone come uno dei pochi positivi nell'annata complicata targata Delneri. Nel 2011 arriva Antonio Conte, il quale gli chiede compiti diversi che lui però non riesce a recepire. Ormai iconica l'espressione dubbiosa di Krasic dopo aver ricevuto una sfuriata da parte del tecnico salentino al momento di una sostituzione.