I lati positivi e negativi dell'esordio dell’Italia a Euro 2024

  • Una vittoria importante per le sorti del girone
  • Qualche svista, la reazione e il dominio
Italy v Albania: Group B - UEFA EURO 2024
Italy v Albania: Group B - UEFA EURO 2024 / BSR Agency/GettyImages
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L'Italia ha vinto la prima giornata della fase a gironi dei campionati europei. Non una notizia così esaltante, visto il confronto che poneva l'Albania come avversaria degli azzurri, ma un risultato rassicurante che scrolla di dosso parte dell'eccessivo pessimismo attorno al gruppo di Spalletti. Ha vinto 2-1 in una rimonta cominciata subito e completata poco dopo; dopo lo spavento iniziale, dopo che molti tifosi si sono guardati negli occhi immaginando un'evoluzione tutt'altro che positiva.

E invece, di positivo, ci sono stati molti aspetti. Il primo è risultato, fondamentale per fare altri ragionamenti nelle competizioni a eliminazione diretta, poi la prestazione corale, le occasioni create e tanto altro, capace di mascherare un paio di errori grossolani che potevano costare caro all'esordio azzurro.

I lati negativi

Brevemente, per poi concentrarci su quello che si è rivelato apprezzabile durante i 90 minuti più recupero disputati a Dortmund. Per molti allenatori è inconcepibile subire un gol da una rimessa laterale avversaria, figurarsi da una di proprietà dei propri giocatori. È Dimarco a compiere la leggerezza più grande, ma anche i tempi di reazione lunghi e la passività di alcuni suoi colleghi di reparto sono da ascrivere a un approccio da rivedere. La più amara delle sentenze, arrivata dopo soli 20 secondi, ha poi generato reazioni molto positive in ognuno dei protagonisti in campo, ma in sfide contro Nazionali di livello superiore avrebbe potuto avere effetti traumatici.

Poi, l'incapacità di chiuderla nonostante le tante occasioni create, soprattutto nel primo tempo. Il pareggio è servito a sciogliere gli azzurri che hanno reagito in maniera rabbiosa dimostrando un livello qualitativo altissimo nella creazione di palle-gol. Tuttavia, l'imprecisione e la poca cattiveria sotto porta hanno evitato parziali più ampi e hanno tenuto in vita l'Albania. Per spaventare l'Italia è bastato un lancio disperato al 90°, trasformato in occasione cruciale da un errore di lettura di Calafiori e un gran controllo di Manaj, e resa poi vana dal miracolo di Gigio Donnarumma. Qualche svista a cui porre rimedio nelle prossime uscite, con la sicurezza di un primo risultato che già quasi assicura il passaggio agli Ottavi.

I lati positivi

Tanti e sui quali lavorare ancora nei dieci giorni che separano la prima e l'ultima partita della fase a gironi. I dubbi dell'esordio erano sostanzialmente due per Luciano Spalletti. Chi schierare titolare insieme ad Alessandro Bastoni e chi affiancare in avanti a Chiesa, Scamacca e Pellegrini. Le prime risposte sono state quelle di Riccardo Calafiori e Davide Frattesi, e hanno avuto un esito positivo.

Entrambi potevano mettere più qualità in alcuni frangenti decisivi, ma era difficile pretendere un esordio Europeo perfetto da una squadra che ha avuto poco tempo per sperimentare. Le capacità difensive del numero 5 azzurro sono state messe in discussione solo dall'occasione finale di Manaj di cui sopra. Le abilità di inserimento del centrocampista dell'Inter hanno più volte creato problemi alla difesa albanese, generando anche la chance più grande per triplicare deviata sul palo da un miracoloso Strakosha.

A stupire però non stati soltanto i giocatori in dubbio, ma anche quella famosa discussione sul sistema. Che l'Italia partisse con una linea difensiva a tre o quattro è presto passato in secondo piano. Spalletti ha confuso sia noi che Sylvinho e la sua Albania e a risultare motore del cambiamento è stata la posizione di Giovanni Di Lorenzo, fedelissimo dai tempi del Napoli. Qualche volta largo per contribuire dall'esterno alle manovre offensive, spesso braccetto di destra per trasformare l'Italia a 3 con l'avanzamento sulle corsie di Dimarco e Chiesa e l'avvicinamento di Pellegrini e Frattesi all'unica punta Scamacca. Quasi un 3-2-4-1 visto l'andamento della sfida, svolta in gran parte nella metà campo avversaria.

La capacità di passare da un sistema all'altro naturalmente è una caratteristica che non tutte le squadre possono permettersi. Ad aiutare sono la duttilità dei calciatori titolari e di quelli in panchina, in gran parte abituati a giocare in diversi sistemi. Certo, un risultato rotondo come quello spagnolo (3-0) avrebbe lasciato più aspetti ottimismo sulla scia, ma non tutte le Nazionali partono dallo stesso livello e raggiungono il massimo rendimento tracciando lo stesso percorso. Quello dell'Italia è storicamente irregolare e, nella speranza che tutti i segnali apprezzati all'esordio diventino certezze tra le fine di giugno e l'inizio di luglio, bisogna indubbiamente concedere fiducia a un gruppo di ragazzi forte e con le idee molto chiare.