I moduli più utilizzati in Serie A e le curiosità sulle scelte degli allenatori

Tecnici integralisti o più versatili: il bilancio dopo il girone d'andata.
Mourinho e Inzaghi
Mourinho e Inzaghi / MARCO BERTORELLO/GettyImages
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Il girone d'andata è ormai in archivio, si è infatti conclusa la diciannovesima giornata, ed è ovviamente tempo di tracciare i primi bilanci e di individuare sorprese e delusioni di questa prima metà di Serie A 2023/24. Al di là delle note di merito o di biasimo, quelle legate al rendimento delle venti squadre impegnate nel campionato, si può delineare anche un bilancio differente, individuando quali siano le scelte più diffuse tra i vari tecnici a livello tattico: dagli integralisti ai più versatili, vediamo dunque i moduli più usati in Serie A e il rapporto tra il modulo scelto e determinate caratteristiche espresse dalle singole squadre.

I moduli più utilizzati in Serie A

Lo scenario è di sostanziale equilibrio tra chi sceglie di puntare sulla difesa a quattro o sulla difesa a tre (rapporto di 12-8): i due moduli più utilizzati sono il 4-3-3 e il 3-5-2, usati stabilmente da cinque squadre ciascuno. Seguono il 4-2-3-1 usato stabilmente da quattro squadre, il 3-4-2-1 (con la variante del 3-4-1-2) utilizzato da quattro squadre e, infine, il 4-3-1-2 (a cui fanno ricorso due squadre). Appare scontato come alcune compagini non siano strettamente ancorate a un singolo modulo e adottino più o meno sporadicamente altre soluzioni, non mancano nemmeno casi in cui si passa dalla difesa a tre alla difesa a quattro: in questo senso il Cagliari e la Salernitana non danno particolari riferimenti, andandosi ad adattare di volta in volta in base alle disponibilità e in base alle caratteristiche degli avversari.

Walter Mazzarri manager of Napoli (L) and Massimiliano...
Mazzarri e Allegri / SOPA Images/GettyImages

Al contempo si sottolinea anche la presenza di tecnici più che mai fedeli alla linea intrapresa e di squadre che hanno mantenuto lo stesso modulo fin dall'inizio, è il caso del 3-5-2 dell'Inter, della Juventus e dell'Udinese (la Roma talvolta ha fatto ricorso al 3-4-2-1) così come è il caso del 4-2-3-1 della Fiorentina e del 4-3-3 della Lazio e del Napoli. Un aspetto che merita una parentesi a parte è la corrispondenza tra modulo scelto e caratteristiche espresse: si sottolinea cioè come le squadre che adottano la difesa a quattro tendano a esprimere un gioco basato sul possesso prolungato, a fronte di un 3-5-2 associato più comunemente (e storicamente) a squadre votate alle ripartenze. Nello specifico quattro delle prime cinque squadre per possesso palla (Napoli, Bologna, Milan e Fiorentina) utilizzano la difesa a quattro. Al contempo - a titolo di mera curiosità - tra le squadre che vantano il maggior numero di gol fatti solo una (il Milan) si schiera a quattro, le altre (Inter, Roma, Atalanta e Juventus) usano invece stabilmente il 3-5-2 o comunque una difesa a tre.

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Un altro aspetto significativo, valutando i moduli scelti in questa Serie A, riguarda la tendenza dei tecnici subentrati a non rivoluzionare l'assetto precedente: considerando gli esoneri di Garcia, Sottil, Zanetti e Sousa possiamo infatti notare come i successori (Mazzarri, Cioffi, Andreazzoli e Inzaghi) abbiamo tutto sommato scelto la strada della continuità, concedendosi al massimo qualche variazione estemporanea e non continuativa (come nel caso di Inzaghi che, talvolta, utilizza la difesa a quattro). Il caso più emblematico in tal senso è il 4-3-3 mantenuto da Mazzarri al Napoli sulla falsariga di Garcia: l'esperto tecnico non sta facendo ricorso al suo solito 3-5-2 ma sta continuando sulla strada già tracciata.

Ivan Juric, Gian Piero Gasperini
Gasp e Juric / Valerio Pennicino/GettyImages

Un capitolo a sé lo merita Gasperini, non solo per il suo ormai iconico 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) ma soprattutto per l'impatto evidente su quelli che sono i suoi "discepoli": Juric e Palladino, infatti, si mantengono fedeli all'assetto di Gasp e lo utilizzano con successo al Torino e al Monza, rappresentando una sorta di zoccolo duro immune a qualsiasi ipotesi tattica differente (anche al di là di defezioni e situazioni estemporanee con cui si trovano a fare i conti, anche a costo di adattare calciatori in ruoli per loro insoliti).