I momenti chiave della carriera di Leonardo Bonucci
Leonardo Bonucci lascia il calcio. A 37 anni e una sola stagione più tardi rispetto al suo addio all'Italia, alla Juventus. Una lunga carriera iniziata nel 2006, coronata da 20 titoli e vissuta al massimo nei panni del difensore italiano di qualità, come pilastro della squadra che ha dominato il nostro paese ininterrottamente tra gli anni Dieci e Venti del XXI secolo.
Ha salutato con un video intitolato "19. Forever". Quel numero di maglia dal quale, da Bari in poi, non si è mai più separato, eccezion fatta per la parentesi negativa all'Union Berlino. Ha salutato al Fenerbahce, che gli ha regalato l'ultimo ricordo europeo negativo (un rigore fallito contro i futuri campioni dell'Olympiacos), ma anche la possibilità, svanita con 99 punti, di chiudere la sua avventura con gli scarpini festeggiando un trofeo.
Non è successo, il Galatasaray non ha sbagliato nei 90 minuti finali, regalando a Bonucci l'epilogo della sua carriera in una cornice triste, che non ha sminuito però la grandezza di quanto conquistato dal 19 in quasi vent'anni di calcio professionistico.
I momenti chiave
Di solito si comincia con l'esordio, che per Leonardo Bonucci è datato 14 maggio 2006, in un Cagliari-Inter di Serie A con Roberto Mancini sulla panchina dei nerazzurri. Il futuro centrale della Juventus veste i colori di una delle principali rivali bianconere, ma è solo per qualche apparizione. Si ritrova al Pisa con Gian Piero Ventura, che diventa allenatore del Bari nella stagione successiva e decide di trascinarlo in Puglia portando la società a investire 10 milioni di euro per il promettente centrale.
È un investimento giusto per tutti. Dopo un solo anno Leonardo Bonucci vola a Torino per vestire i panni bianconeri. Una stagione di transizione e poi l'arrivo di Antonio Conte con cui vince subito lo Scudetto, il primo di una lunga sequenza che ne avrebbe portati altri 7 al centrale della Juventus. Con il futuro tecnico del Napoli cresce a vista d'occhio, ma è solo con Allegri che compie un salto di qualità forse inaspettato.
La Juventus domina in Italia e inizia a spaventare anche in Europa. Nel 2015 la sua prima Finale di Champions League persa contro i fenomeni della MSN, il Barcellona di Luis Enrique. Due anni più tardi la seconda delusione europea. Massimiliano Allegri trascina ancora una volta la Juventus all'ultimo atto, ma il suo percorso si infrange sul Real Madrid di Zidane e di un dominante Cristiano Ronaldo.
Si vocifera di una polemica tra Bonucci e il tecnico, di una crisi che porta alla scissione. Il numero 19, anni prima finito anche sul taccuino del Manchester City di Pep Guardiola, sceglie di separarsi dalla Juventus. Vola al Milan, come stella e capitano di un instant team che avrebbe dovuto risollevare in fretta il club rossonero. Tuttavia, come accade spesso nei club che desiderano cambiare il presente in fretta a suon di milioni, il progetto si rivela fallimentare e Bonucci torna sui suoi passi.
È la seconda svolta della carriera del centrale originario di Viterbo. Torna alla Juventus tra l'apprezzamento della maggior parte dei tifosi e le critiche di alcuni che cambieranno idea presto. Vince ancora con Massimiliano Allegri e poi con Maurizio Sarri, ma il capitolo migliore lo riserva per la Nazionale italiana. La pandemia da Covid-19 ritarda di un anno l'Europeo in programma nel 2020; un'avventura che vive da assoluto protagonista l'estate successiva, in coppia con Giorgio Chiellini. Vince il Campionato Europeo contro gli inglesi nella tana degli inglesi, segnando a Wembley prima il gol decisivo che prolunga la sfida ai tempi supplementari e poi il calcio di rigore che gli spetta nella lotteria dagli undici metri.
È l'ultimo trionfo di una carriera entusiasmante, iconica, che gli ha regalato altri due anni di Serie A e uno travagliato all'estero tra Union Berlino e Fenerbahce. Una carriera da difensore con il piede da centrocampista, legata indubbiamente a Barzagli e Chiellini, la BBC italiana. Uno dei trii più forti della storia del calcio recente, con il tentativo di avventarsi in quella da solista che non macchia assolutamente le oltre 500 presenze in bianconero e le oltre 100 con la maglia azzurra.