I momenti più importanti di Franck Ribery in Serie A
Se diversi anni fa vi avessero detto che Franck Ribery si sarebbe ritirato a 39 anni con la maglia della Salernitana, ci avreste davvero creduto?
Proprio oggi si consuma l'addio al calcio giocato del campione francese, reduce da due stagioni alla Salernitana dopo la parentesi con la maglia della Fiorentina: per Ribery si chiude un capitolo, con l'Arechi a salutarlo in occasione della sfida interna con lo Spezia, in attesa di entrare a far parte dello staff di Nicola e di iniziare una nuova avventura, non più come calciatore.
L'arrivo in Serie A, le prime giocate, i gol, gli assist e i soliti discorsi sull'essere ancora o meno un campione. L'Italia ha accolto un Franck Ribery diverso rispetto all'imprevedibile e imprendibile freccia che scorazzava come un ossesso sulle fasce bavaresi ed europee. Un campione maturo con personalità, capace di reinventarsi dai 36 ai 39 anni, per far innamorare due città calcisticamente caldissime, Firenze e Salerno, e tanti altri milioni di appassionati.
Riviviamo i momenti più significativi dell'esperienza di Franck Ribery in Serie A.
1. La presentazione al Franchi
Come si accoglie un campione così? A Firenze uno del suo livello non si vedeva da anni. Contestualmente al cambio societario e l'inizio della presidenza Commisso, la nuova Fiorentina mette a segno un colpo che esalta la piazza. Il Franchi è pieno, sogna un ritorno in Europa che non arriverà nè in quella stagione e nemmeno nella successiva, ma si prepara ad ammirare uno dei giocatori più tecnici della Serie A, accogliendolo a gran voce e tra scroscianti applausi.
2. San Siro ai suoi piedi
Applausi che arrivano anche in trasferta, nello stadio più importante d'Italia, San Siro. Franck Ribery, con i suoi 36 anni, domina la scena e porta a spasso la difesa di un Milan molto diverso da quello odierno, con una quasi imbarazzante superiorità. L'intesa con Chiesa e la capacità di essere freddo e lucido dettata dall'esperienza; un gol geniale e gli applausi di tutto lo stadio al momento della sostituzione.
3. La magia all'Olimpico
Non è l'unico gol bello, in totale in Serie A ne segna 5, tutti con la maglia della Fiorentina. Apre con un piatto al volo a Bergamo, segna a San Siro, poi, a giugno, decide di incantare così all'Olimpico. Negli anni ha perso la velocità a campo aperto, ma non l'abilità e l'agilità nel dribbling. Sembra quasi che più lo spazio si riduce più Ribery sia invogliato a passarci dentro. Da una situazione in cui solitamente si applaude per un angolo conquistato, lui ricava un gol, geniale e senza dubbio il più bello dell'avventura in Italia.
4. L'arrivo a Salerno
A Firenze resta due anni, poi saluta. Sceglie Salerno, un'altra citta calda, la neopromossa dell'incredibile 7% salvezza, di Nicola e Sabatini, che ovviamente non prevedeva di incontrare al momento della firma. Quando sta bene gioca, non timbra mai e mette a referto solo tre assist. Prova ad essere il pericolo principale di una squadra che fino a febbraio non funziona. L'Arechi lo accoglie così in estate, 9 mesi dopo circa festeggerà in bicicletta cantando canzoni granata.
5. La salvezza tra le lacrime
Dieci anni tra le ali più forti del mondo, titoli nazionali e internazionali, di club e individuali. Franck Ribery è però allo stesso modo leggenda in Baviera e leggenda a Salerno. Come i tifosi del Bayern non dimenticheranno mai gli anni del Triplete, quelli della Salernitana racconteranno ai posteri la storia di un'assurda salvezza con capitan Ribery.
L'abbraccio con Nicola e le lacrime vere di un campione che non è mai stato un predestinato, arrivato nel 2019 a Firenze per chiudere la carriera, finito a Salerno per piangere di gioia all'ultima giornata.
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