I motivi che potrebbero spingere Roberto Mancini a lasciare la Nazionale
Di Marco Deiana
Le voci si fanno sempre più insistenti. Sarebbero giorni e settimane di riflessione per Roberto Mancini. L'attuale commissario tecnico degli azzurri starebbe pensando di lasciare l'Italia e anticipare l'uscita di scena, dando modo ad un altro allenatore di aprire un nuovo ciclo azzurro a partire dalla qualificazione a Euro 2024. Una notizia che sorprende, soprattutto se si considera la sua conferma dopo il fallimentare mancato accesso al Mondiale di Qatar 2022, dettata anche - forse - dalla recente vittoria di Euro 2020, inattesa, inaspettata e per questo motivo ancora più bella.
Ma oggi la situazione sembra cambiata. Alcuni club iniziano a bussare alla sua porta in vista della prossima stagione e, da parte dei club italiani, non vede alcun aiuto nel lancio di giovani italiani da poter poi convocare e buttare in campo con maggiore esperienza in campo nazionale e, soprattutto, europeo.
Si è chiuso un ciclo in azzurro?
La vittoria dell'Europeo itinerante nel 2021 sembrava solo l'inizio di un importante ciclo azzurro. La squadra vinceva e divertiva il pubblico. A Roberto Mancini va dato il merito di aver riavvicinato tanti tifosi alla nazionale e aver sollevato la coppa a Wembley nella finale di Euro 2020 contro l'Inghilterra non ha fatto altro che avvicinare gli appassionati di calcio agli azzurri.
Probabilmente quello è stato, però, il punto più alto del ciclo azzurro di Roberto Mancini. Una vittoria - come detto poco sopra - tanto inattesa quanto bella. E forse per il commissario tecnico è stato difficile ricreare quello spirito di squadra presente nello spogliatoio in quell'intenso e appassionante mese estivo.
Dopo quella vittoria infatti è arrivato un terzo posto in Nations League (in casa), una mancata qualificazione al Mondiale di Qatar 2022 e una pesantissima sconfitta contro l'Argentina nella finalissima tra la nazionale vincitrice dell'Europeo e della Copa America. Fine del ciclo.
Da questa serie di batoste il Mancio è ripartito dando fiducia a nuovi giocatori, provando a rilanciare il movimento italiano, ma trovando un ostacolo nei club di Serie A che - da sempre - spesso preferiscono il giocatore straniero al talentino nato in casa e che a 24 anni viene ritenuto ancora giovane per giocare con continuità.
La morte dell'amico di una vita, nonché collaboratore a Coverciano, Gianluca Vialli ha probabilmente spezzato quella magia che univa Roberto Mancini alla Nazionale. Un vuoto che traspare nelle sue interviste e nel suo sguardo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso potrebbe essere arrivata con le polemiche per la convocazione di Mateo Retegui, attaccante argentino con passaporto italiano (grazie al nonno siciliano) che ha smentito anche i più scettici con due reti in due partite.
Tutto questo, ma anche la voglia - probabilmente - di sentirsi nuovamente allenatore a 360 gradi, 7 giorni su 7, con un club, e - perché no - l'accostamento ad una panchina prestigiosa come quella del Paris Saint-Germain, potrebbe aver fatto il resto. E quando una voce così importante come le possibili dimissioni da commissario tecnico iniziano a girare insistentemente, qualcosa di vero dovrebbe esserci.
Comunque vada, rimarrà nella storia della Nazionale per aver vinto un Europeo e rimarrà nel cuore di tanti tifosi per aver rilanciato l'Italia.