I motivi dell'Italia per essere fiduciosi contro l'Ucraina
La prima partita del nuovo ciclo dell'Italia è finita 1-1. Luciano Spalletti e la squadra hanno riportato un solo punto da Skopje, nonostante servisse il bottino pieno agli azzurri per invertire subito la rotta nel girone. Inghilterra e Ucraina, che compongono il gruppo insieme a Malta, hanno prodotto lo stesso risultato, confermandosi rispettivamente in prima e seconda posizione, le piazze utili per accedere direttamente al prossimo Campionato Europeo.
Ecco che forse la clausola che Gravina voleva inserire nel contratto di Mancini, almeno a quanto si era vociferato, di una rescissione in caso di mancata qualificazione agli Europei, inizia ad assumere contorni reali. L'Italia è terza nel proprio girone, a 3 punti dall'Ucraina, ma con una partita in meno. Arrivare a metà gruppo significherebbe dover passare dagli spareggi, ancora. E forse, in questo periodo storico, per tutti i tifosi azzurri sarebbe meglio trascorrere una settimana in una casa infestata da fantasmi che giocarsi qualcosa ai Playoff.
Torniamo alla sfida di ieri, aggiungendo quelle che possono suonare come banali giustificazioni, ma che servono a dare un po' di contesto al pareggio maturato in Macedonia.
I disagi di Macedonia del Nord-Italia
Partiamo dalla formazione. Un classico 4-3-3 con scelte tutto sommato comprensibili e condivisibili. Luciano Spalletti ha confermato Donnarumma com portiere titolare, sul quale torneremo più avanti. schierando una difesa a 4 con i migliori esterni a disposizione in Italia (Di Lorenzo e Dimarco), e al centro una coppia formata da Mancini e Bastoni che possiamo dire abbia funzionato. In regia Bryan Cristante, preferito a Manuel Locatelli, con gli inamovibili Barella e Tonali da mezz'ali; davanti capitanCiro Immobile, coadiuvato da Zaccagni a sinistra e Politano a destra.
Qualche coppia (Bastoni-Dimarco, Di Lorenzo-Politano, Zaccagni-Immobile) per provare a trasportare in Nazionale l'intesa nei rispettivi club, visti i pochi giorni a disposizione del tecnico di Certaldo. Intesa che però si è vista davvero poco. In campo l'Italia non ha brillato, e nonostante questo fino a una decina di minuti dal novantesimo, stava ottenendo tre punti sofferti su un campo molto complicato.
Complicato principalmente per le condizioni in cui versava la National Arena di Skopje. Condizioni critiche per un gioco fluido a cui aspirava la prima Nazionale di Spalletti, che hanno portato il talento macedone Elmas addirittura a chiedere scusa agli italiani per il campo indecente ai microfoni di Rai Sport: "chiedo scusa a tutti gli italiani, a tutta l'Europa. Su questi campi non si gioca a calcio, è valso per noi e anche per l'Italia chiaramente".
Forse lo svantaggio l'hanno accusato di più gli italiani, chiamati istintivamente a dominare il possesso del gioco e sofferenti in alcune transizioni gestite in modo astuto da Alioski, Elmas, Bardhi e compagni. Luciano Spalletti nel postpartita ha parlato di brutto risultato, ma partita dignitosa da cui si può iniziare a lavorare, soffermandosi brevemente anche lui, come il nuovo capitano Ciro Immobile, sulle condizioni del terreno di gioco. Insomma, un fattore determinante se viene spontaneamente citato da tutti, che non basta a giustificare da solo un pareggio contro la Macedonia, ma che unito ad altri fattori incide senza dubbio sul risultato finale.
Gli altri fattori
Gli infortuni, che continuano a essere una costante dei ritiri della Nazionale. Inzialmente, tra i convocati del CT toscano c'erano Federico Chiesa e Lorenzo Pellegrini, opzioni importanti dal primo minuto o a gara in corso. Opzioni svanite già negli allenamenti precedenti alla gara d'esordio. A loro si sono aggiunti Matteo Politano e Gianluca Mancini, che nella sfida di ieri sera hanno abbandonato anzitempo il campo e poi il ritiro dopo aver accusato problemi muscolari. Quattro interpreti importanti a cui Spalletti ha dovuto e dovrà rinunciare nella prossima gara contro l'Ucraina.
Un altro fattore riguarda la difficoltà del giocare una gara d'esordio. Dal 2018 steccata da Di Biagio e Ventura, e pareggiata anche da Mancini, se escludiamo le prime amichevoli.
Dunque, la difficoltà generale di una sfida d'esordio dopo pochi giorni di lavoro, le condizioni del terreno di gioco, le assenze pesanti dal primo minuto e a gara in corso e le poche opzioni convincenti dalla panchina. Un pareggio esterno così, arrivato in parte anche per un errore individuale di Gianluigi Donnarumma (la punizione di Bardhi ha una bella traiettoria, ma è sul palo del portiere parigino e non si insacca all'incrocio), sono davvero sufficienti ad affrontare l'Ucraina con meno fiducia?