I nuovi oriundi che potrebbero vestire l'azzurro con Mancini
La Nazionale italiana sta vivendo negli ultimi periodi una crisi di gol che ha portato a molti interrogativi; risulta quanto mai evidente che non disponiamo più di grandi finalizzatori come Paolo Rossi o Filippo Inzaghi, ma se pensiamo che neanche l'attaccante italiano più prolifico degli ultimi anni, Ciro Immobile, è riuscito ad imporsi come bomber in azzurro è inevitabile che quei gol vadano cercati (letteralmente) altrove. Roberto Mancini sembra aver trovato la soluzione con un ragazzo un po' argentino e un po' italiano come Mateo Retegui.
L'attaccante ha sicuramente avuto un notevole impatto mettendo a segno due reti nelle prime due presenze in Nazionale, decisamente niente male per avere appena 23 anni. Non sono mancate le polemiche sulla sua convocazione avvenuta grazie al nonno materno, originario di Canicattì, ma resta la certezza che Retegui abbia colto l'occasione e si sia messo in mostra (con annesse voci sul possibile approdo in Serie A in estate).
Un futuro sempre più oriundo
I giovani provenienti da altre parti del mondo seguiti dagli osservatori Azzurri, immaginando un loro utilizzo in Nazionale e dunque una convocazione, sono in realtà vari: cerchiamo di fare chiarezza e conoscerli meglio.
Bruno Zapelli
Giovane classe 2002, altro Italo-Argentino in possesso della cittadinanza nostrana grazie alle origini della sua famiglia; nonostante un primo passaggio nelle under-15 e under-17 dell'Albiceleste non ha mai esordito e questo ha permesso la convocazione da parte di Paolo Nicolato in Under-21, ha giocato la sua prima partita da titolare contro la Serbia vincendo anche per 2-0. Gioca a centrocampo e attualmente milita nel Belgrano in Argentina.
Gabriel Strefezza
Classe 1997, lo conosciamo grazie alla sua storia con i club italiani, attualmente tesserato del Lecce, ha contribuito alla promozione nella massima serie e continua ancora a dare il suo apporto ai salentini per la missione salvezza. Nato in Brasile possiede la cittadinanza itliana grazie ai nonni siciliani, può giocare sia al centro del campo che in attacco: la sua velocità potrebbe tornare utilo al nostro commissario tecnico.
Nicolas Capaldo
Anche lui già affermato avendo all'anagrafe 24 anni (1998), attualmente impegnato con il Salisburgo, ma la sua storia parte dall'Argentina dove è stato compagno di Daniele De Rossi al Boca Juniors, lo stesso ex giallorosso lo consigliò alla Roma in tempi non sospetti ma, alla fine, non se ne fece nulla. La sua collocazione in campo è la mezzala ma ha ricoperto anche i ruoli di terzino e ala, preciso tecnicamente e rapido nelle soluzioni.
Giuliano Galoppo
Classe 1999 è nato a Buenos Aires in Argentina, attualmente veste la maglia del San Paolo il noto club brasiliano, chissà forse il suo continuo girare potrebbe portarlo a diventare un giocatore Azzurro, ricopre la posizione di centrocampista e vanta anche avere un buon istinto per il gol grazie ai suoi movimenti senza palla.
Marco Di Cesare
21 anni, classe 2002, veste dal 2018 la maglia dell'Argentinos Junior e sta anche collezionando presenze avendo esordito con la prima squadra nel novembre 2020. Gioca da difensore centrale, possiede un fisico imponente ed è spigoloso come la tradizione difensiva italiana insegna, potrebbe essere convocato grazie alle origini campane della famiglia.
Gianluca Prestianni
Il più giovane di tutti, appena 17 anni fatti a gennaio (2006), gioca nel Vélez Sarsfield in cui ha avuto un impatto così buono da guadagarsi il soprannome Pulga esattamente come il neo campione del mondo Messi. Mettendo da parte paragoni scomodi e forse prematuri per un giovanissimo ha attirato l'attenzione di grandi club come Benfica e Siviglia, il suo cartellino è anche sostanzioso data la richiesta superiore ai 10 milioni, gioca come ala e non disdegna la posizione da trequartista.
Servono davvero gli oriundi alla Nazionale?
Non sappiamo se la soluzione alla crisi di gol e di convocabili sia arginabile con l'introduzione di questo sistema come routine e non come eccezione. Pescare in campo internazionale per trovare giovani talenti è sicuramente una soluzione piuttosto comune, come ci ha ricordato lo stesso Mancini dopo la partita contro Malta.
Molte grandi Nazionali hanno adottato questo sistema e naturalizzare dei calciatori con doppio passaporto potrebbe essere una freccia da aggiungere nella faretra azzurra: l'apporto di giovani come Prestianni o Di Cesare sarebbe sicuramente gradito per avere più carte da giocare e poi, al di là delle questioni di principio, non c'è un motivo concreto per precludere i talenti di giovani calciatori alla causa Nazionale.
Discorso ancor più valido ora che abbiamo assistito ad un vero paradosso: non vedere ai Mondiali la squadra che detiene il titolo di Euro 2020 è stato avvilente, se gli oriundi dimostrassero di poter contribuire a far sognare la quinta stella diventerà difficile frenarne l'impiego. Si tratterà di parlare la lingua del campo e di imparare l'inno di Mameli per evitare troppe polemiche: a quel punto, si sa, saranno considerati facilmente "veri italiani".