I regali di Natale che il Milan avrebbe voluto trovare sotto l'albero

Pioli e Leao
Pioli e Leao / Marco Luzzani/GettyImages
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Se nel caso dell'Inter occorre cercare più in profondità, per trovare possibili ragioni di rimpianto, l'inizio di stagione del Milan mette di fronte a più aspetti che i rossoneri avrebbero sperato diversi. La retrocessione dalla Champions League all'Europa League, una corsa per il titolo ormai compromessa e la necessità di fare i conti con l'emergenza infortuni: tutti aspetti che rendono piuttosto agevole cosa il Milan sperava di poter trovare sotto l'albero nel giorno di Natale, restando invece disilluso.

1. Meno infortunati

Theo Hernandez, Noah Okafor
L'infortunio di Okafor / Jonathan Moscrop/GettyImages

Una vera e propria emergenza, impossibile da nascondere: Pioli si è trovato a dover fare i conti con assenze a ripetizione in ogni reparto, con una situazione particolarmente critica in difesa (tanto da dover adattare Theo Hernandez da centrale). La lista dei calciatori rimasti fuori e tutt'ora indisponibili (alcuni destinati a restare fuori a lungo) non teme paragoni in questa Serie A, una criticità che vede aggiungersi ad ogni partita nuovi infortunati: Salerno non ha fatto eccezione, la precedente partita vinta col Monza altrettanto.

2. Gli ottavi di Champions

Theo Hernandez, Ruben Loftus-Cheek
Milan-Borussia / Pier Marco Tacca/GettyImages

La caccia al primo posto, alla possibilità di tornare in ballo nella corsa Scudetto, appare ai limiti dell'utopia: l'Inter ha preso il largo ed è evidente che la Champions potesse rappresentare un aspetto in grado di elevare la stagione rossonera. Un girone equilibrato e combattuto, già sulla carta, che ha regalato al Milan alti e bassi: da un lato l'illusione di poter rientrare in corsa - col successo ottenuto sul PSG - e d'altro canto la sconfitta col Borussia (sempre a San Siro), tale da compromettere il cammino rossonero.

3. Un Leao più continuo

Rafael Leao
Leao / Francesco Pecoraro/GettyImages

Le prime cinque giornate ci proponevano un Leao in grande spolvero, autore di tre gol consecutivi (con Roma, Inter e Verona) e di due assist, costantemente tra i migliori in campo. Una promessa, quella di inizio stagione, che non è stata però mantenuta a lungo termine: quei tre gol sono rimasti fin qui gli unici della stagione per il portoghese e (al netto dello stop forzato che lo ha tenuto fuori tre turni).

4. Un allenatore dalla posizione salda

Stefano Pioli
Pioli / Francesco Pecoraro/GettyImages

Un #PioliOut pronto a tornare fuori ad ogni passo falso è un fattore ambientale condizionante, il credito per l'impresa di due stagioni fa è solo un ricordo sbiadito e non mancano le occasioni in cui il tecnico rossonero appare sulla graticola, costantemente sotto esame. L'arrivo di Ibrahimovic in dirigenza, come figura forte e amata dalla piazza, potrebbe per assurdo rendere ancor meno solida la posizione del tecnico (almeno a livello mediatico).

5. Miglior tenuta difensiva in trasferta

Theo Hernandez, Fikayo Tomori
Tomori e Theo / Francesco Scaccianoce/GettyImages

I numeri parlano chiaro in questo senso e dicono tanto: quattro gol subiti in casa (con quattro clean sheet) e ben sedici gol subiti invece in trasferta, una situazione insomma che appare chiara anche a livello statistico e che - ultimamente - non ha regalato segnali incoraggianti. Nelle ultimi quattro trasferte, infatti, i rossoneri hanno subito ben nove gol e lo hanno fatto anche contro avversari potenzialmente alla portata come Lecce e Salernitana. Una situazione che spiega tra l'altro la classifica rossonera e la distanza rispetto all'Inter capolista.