I regali di Natale che la Roma avrebbe voluto trovare sotto l'albero
Una stagione partita decisamente col piede sbagliato quella della Roma, un inizio di campionato che lasciava intendere quanto potesse essere complesso reinserirsi nella corsa per l'Europa che conta. Col tempo Mourinho e i suoi, al netto delle consuete defezioni in ogni reparto, sono riusciti a diventare nuovamente una compagine solida e in grado di giocarsela con chiunque, una squadra capace tra l'altro anche di rientrare in partita nel finale e di vincere partite che apparivano già compromesse. I rimpianti però, al di là del brutto avvio, non mancano: vediamo cosa avrebbe voluto trovare la Roma sotto l'albero di Natale.
1. Alternative in difesa
Un ritornello ricorrente, pensando anche alle dichiarazioni di Mourinho, riguarda la necessità giallorossa di scelte obbligate a causa degli infortuni e delle defezioni: il reparto arretrato in questo senso occupa un posto privilegiato, rendendo di fatto indispensabile il terzetto composto da Mancini, Llorente e Ndicka. Che l'assenza di Kumbulla fosse prolungata non era un mistero, Smalling dal canto proprio è diventato un vero e proprio caso e diventa a questo punto avventato immaginarne un ritorno in campo a stretto giro. Il mercato rappresenta una risorsa inevitabile per non trovarsi in emergenza qualora uno dei titolari fosse fuori dai giochi (per infortunio o squalifica).
2. Possibilità in più sul mercato
E proprio il tema del mercato resta un potenziale aspetto critico, si tratta in effetti di riconoscere come Tiago Pinto abbia spesso le mani legate e non abbia modo di basarsi esclusivamente sulle caratteristiche ideali del calciatore che servirebbe, dovendosi attendere a limitazioni di budget e a tutto ciò che concerne il Fair Play Finanziario. Fare di necessità virtù può esaltare un DS, mettendone in evidenza creatività e capacità di uscire dagli schemi, ma quando servono certezze è evidente che la situazione possa risultare limitante.
3. Certezze sulla panchina
Pensando alla decisione con cui Mourinho ha ribadito di voler restare alla Roma può apparire paradossale parlare di incognite, in riferimento alla panchina giallorossa. I matrimoni però, come noto, si fanno in due: da parte del portoghese nelle ultime settimane la linea della chiarezza è evidente, da parte della società non si registrano però passi concreti (perlomeno mediaticamente visibili) e non è dunque possibile archiviare del tutto i dubbi sul futuro della panchina.
4. Evitare i playoff di Europa League
Qualche rimpianto per i giallorossi si può legare a un percorso nel girone di Europa League che appariva perfetto ma che, a conti fatti, si è rovinato proprio sul più bello: lo scontro diretto con lo Slavia Praga, una sorta di spareggio per il primo posto, ha visto i giallorossi sconfitti e neanche la successiva sfida col Servette ha sancito il riscatto europeo. I playoff sono dunque divenuti inesorabili e il sorteggio ha abbinato i giallorossi, ancora una volta, al Feyenoord: ormai un'abitudine per la Roma nelle sue ultime stagione europee tra Conference ed EL.
5. Un inizio meno deludente
I numeri dicono tutto in tal senso: 5 punti nelle prime 6 partite, un inizio di stagione da dimenticare, e ben 23 punti nelle successive 11: una metamorfosi difficile da spiegare dopo il crollo a Marassi contro il Genoa. Un 4-1 che ha evidentemente scosso la squadra e che l'ha vista poi costruire un graduale riscatto, tornando in zona Champions e, dunque, tornando in linea con gli obiettivi prefissati. Il rimpianto, in questo caso, nasce dalla possibilità (in caso di un inizio meno deludente) di poter rendere meno faticosa la corsa - ora più che mai affollata - al quarto posto.