I regali di Pantaleo Corvino

Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images
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È il periodo delle feste, dei pranzi in famiglia e degli auguri scambiati in un modo un po' imbarazzante, in particolare in questo momento, dove il sempreverde abbraccio e bacio sulla guancia che tanto ci ha tirato fuori dai guai, ha perso tutto il suo potere. È il periodo in cui, barcamenandoci tra app di videochiamate e autocertificazioni, anche per quest'anno, devi parlare con il tuo vecchio zio, lo zio che sono anni che vive in un altro paese e che per qualche motivo pensa di avere un grande legame con te. Per quanto non sia la persona più simpatica al mondo, gli vuoi bene per il semplice fatto che in ogni regalo che fa, ci mette davvero l'anima, con risultati, però, sempre diversi. Ogni Natale devi vedertela nella dura lotta contro il packaging estremo che avvolge il suo regalo, che ormai sei abituato a vedere come un regalo di Schrödinger: può essere qualcosa di incredibilmente utile o particolarmente bello, o uno di quegli affari che non userai mai e poi mai in vita tua, anzi che probabilmente odi avere e per cui fai fatica anche a fingere un'espressione di felicità, contemporaneamente.

Quando ascolto e vedo Pantaleo Corvino non riesco a fare altro che immaginarlo come questo ipotetico zio, che cerca sempre di regalarti l'oggetto più azzeccato, quello che "questo non l'ho preso su Amazon, eh!", o quello che "eh, lo sapevo che lo volevi, come ti conosco io...". Sarà quella cadenza salentina che mi ricorda casa, o quel fare saggio e impenetrabile, ma non ci posso fare niente, io Pantaleo Corvino lo vedo come un pezzo che si incastra perfettamente nella mia tavolata natalizia, insieme ai suoi regali, che siano i giocatori che ha portato alle sue squadre, o quel pacchetto che ti sta porgendo con le sue enormi mani gentili.

Mirko Vucinic

GIUSEPPE CACACE/Getty Images

Vucinic viene notato da Corvino nel 2000, ancora sedicenne, in una partita dove lo stesso Vucinic disse di essere stato il peggiore in campo. Corvino lo porta a Lecce a soli 800 milioni di lire (mezzo milione di euro circa), e lo rivenderà poi alla Roma dopo sei anni per 20 milioni di euro. Vucinic è stato il colpo di genio di Corvino che più ha reso e che più ha vinto, grazie anche al successivo trasferimento alla Juventus.

Regalo: una bottiglia di limoncello ottimo, fatta in casa, con la ricetta che viene tramandata da generazioni e si dice sia stata di una vecchissima antenata che era suora in un convento. Quando lo zio te l'ha regalato eri lievemente sospettoso, ma berlo si è rivelato il momento più divertente del tuo Natale, ed è stato piacevole finire la bottiglia anche con i tuoi amici, passato il 25, mentre si giocava a carte.

Arturo Lupoli

Julian Finney/Getty Images

Tra le varie creature magiche del folklore inglese, si può trovare anche il giovane attaccante italiano di una big della Premier League destinato a grandi cose, e che, puntualmente finisce a lottare per un posto da titolare in una squadra della Serie C italiana che fallisce ogni sette anni. Lupoli è uno di loro, promessa dell'Arsenal e comprato da Corvino per la sua Fiorentina nel 2007, a soli 19 anni, per puntellare un attacco che vedeva Toni, Mutu, Pazzini, Vieri e Osvaldo occupare i primi posti della fila. Una presenza in Coppa Italia e una carriera che si evolve in una modo che definire deprimente è dir poco.

Regalo: il secondo libro di una saga fantasy mai sentita nominare, che lo zio Pantaleo ti assicura diventerà un film campione d'incassi prima o poi, proprio come Harry Potter, ma hai il sospetto che stia mentendo. Quel libro è diventato prima un sostegno per la scrivania e poi un regalo per la cuginetta di 7 anni.

Ianis Hagi

Power Sport Images/Getty Images

Ianis Hagi è il figlio del grande Gheorghe Hagi, il Maradona dei Carpazi, forse una delle poche volte in cui il soprannome "il Maradona di..." non è così fuori luogo. Come tutti i figli d'arte, comincia con i riflettori puntati addosso, se poi ti acquista la Fiorentina di Pantaleo Corvino, che di giovani in Est Europa ne ha scoperti (Jovetic, Ljajic, Milenkovic, la rinascita di Mutu), forse la pressione per un diciottenne diventa troppa. Solo due presenze per il talentino rumeno classe '98, adesso ai Rangers dove sta migliorando sensibilmente. A differenza di Lupoli, Hagi sembra avere ancora grandi possibilità davanti a sé.

Regalo: il cofanetto della trilogia sequel di Star Wars. In un primo momento eri contento, ma guardandoli hai solo provato nostalgia e un po' di delusione. In compenso, al tuo fratellino sono piaciuti tantissimo, e si è convinto a guardare anche le altre due trilogie, quindi tutto sommato sei felice anche tu.

Pablo Daniel Osvaldo

Claudio Villa/Getty Images

Avere un feticismo per i gol in acrobazia ha la piccola controindicazione di farti adorare alla follia giocatori come Osvaldo. Portato in Italia dall'Atalanta, e arrivato alla Fiorentina tramite il Lecce tanto caro a Pantaleo Corvino, Osvaldo non riuscirà mai a incidere particolarmente in Serie A, tranne nelle stagioni giocate con un'altra maglia giallorossa, quella della Roma, dove riuscirà a mostrare un talento troppo spesso sopito. Lascia il calcio nel 2016, per dedicarsi ai Barrio Viejo Blues, la sua band. Dopo 4 anni torna a giocare, per il Banfield. Da un uomo famoso per i gol in acrobazia, che cosa vi aspettavate?

Regalo: una chitarra elettrica, di quelle un po' economiche. Conoscendo la tua passione per la musica, lo zio ti ha regalato questa chitarra elettrica che un suo amico gli ha venduto ad un prezzo di favore, ossia il doppio del suo valore reale. L'hai provata a strimpellare un paio di volte, ma ora è solo una decorazione per il muro della tua stanza, ed è anche un po' impolverata. Ogni tanto pensi che magari potevi impegnarti un po' di più, e ti perdi tra sfrenatissimi sogni, poi torni alla tua vita ordinaria e torni a pensare a quella chitarra come un bellissimo addobbo.

Valeri Bojinov

New Press/Getty Images

Bojinov viene scoperto da Corvino a soli 14 anni, mentre giocava in una squadra di Malta chiamata Pietà Hotspurs. Passa la sua adolescenza a Lecce, cosa che me lo fa sentire particolarmente vicino, ed esordisce in Serie A a nemmeno 16 anni. Sembra una stella nascente, una promessa sicura, il bulgaro esploderà da lì a poco. L'ultima stagione con i giallorossi è la sua migliore, e si trasferisce a gennaio 2005 alla Fiorentina, manovrato da un Corvino che sapeva che l'avrebbe seguito dopo qualche mese. Purtroppo Valeri non riuscirà mai a diventare quello che prometteva a inizio carriera, nonostante abbia indossato maglie di tutto rispetto, come Juventus, Manchester City, Parma e Sporting Lisbona, fornendo perlopiù prestazioni altalenanti. Tra le decine di trasferimenti, anche un ritorno nella sua Lecce, che non riesce a risvegliare il campione nascosto dentro di lui.

Regalo: il set del "piccolo chimico", che lo zio Pantaleo ti ha regalato vedendo quanto, da piccolo, fossi appassionato di scienza. Dicevi a tutti che saresti diventato uno scienziato, ti mettevi gli occhiali per sembrare più intelligente, e anche ad Halloween il tuo costume era un camice da scienziato. Ma le passioni. si sa, sono passeggere, e dopo qualche anno la tua voglia di scienza si è tramutata in completa indifferenza e incomprensione delle leggi naturali, studi principalmente materie umanistiche e pensi che la vita di uno scienziato sia l'opposto di quello che ti piace fare. Ne hai due di quei set, a casa. Lo zio ne aveva regalato uno anche a tuo fratello, anni dopo. È durato un po' di più, ma stesso finale.


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