I temi principali dell'intervista di José Mourinho

Lo Special One si è raccontato in una lunga intervista al Corriere dello Sport.
SC Farense v AS Roma - Pre-Season Friendly
SC Farense v AS Roma - Pre-Season Friendly / Gualter Fatia/GettyImages
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Ha parlato José Mourinho. Un'intervista che attendevano in molti. Si è concesso a una lunga chiacchierata con il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni. Ovviamente copertina e le prime 5 pagine dell'edizione cartacea del quotidiano sportivo. L'incontro in un hotel romano nel quartiere Parioli e quasi ogni tema attuale, Ibañez e Matic esclusi, affrontato in modo dettagliato.

Il tecnico portoghese, che sta entrando nella sua terza stagione giallorossa, ha parlato della vicenda di Budapest, del rapporto con gli arbitri, italiani e UEFA, del legame con i tifosi, del passato, del futuro e del differenze sul giudizio degli allenatori, ancora di Paulo Dybala, Belotti, dei bambini, del lavoro con Tiago Pinto e la relazione con i Friedkin, la proprietà. Ecco i passaggi più importanti dell'intervista esclusiva.

Sulla Finale di Budapest e il rapporto con gli arbitri

È il secondo aspetto che conduce al primo. In Italia José Mourinho si è sentito aggredito, violato, è stata violata la sua libertà di uomo di calcio ed è infastidito dalla possibilità di ricevere altre squalifiche e tornare a sentire o a leggere quanto scritto o detto in questi anni. In Europa il discorso è diverso e ovviamente il focus va alla Finale di Budapest, sulla quale rivela un anedotto fino a questo momento poco chiaro. La famosa frase "It's a fuckin digrace" non era rivolta all'arbitro Taylor nel garage della Puskas Arena, il fischietto inglese in quel momento non era presente. C'erano i designatori Rosetti e Webb, il quale alla specifica domanda se fosse rigore o meno (la mano di Fernando) ha risposto di sì, e chiarisce che quella frase, certo non è elegante, non era un insulto verso qualcuno.

Le giornate di squalifica terranno però lontano dal campo José Mourinho per le prossime quattro giornate. E si arriva alla seconda questione.

Il rapporto con la proprietà e Tiago Pinto

Aveva bisogno, aveva chiesto un sostegno forte della società su questa situazione e non è arrivata. "Se mi chiedi quale sia stata in due anni e due mesi di Roma la cosa che mi ha fatto sentire più fragile, rispondo che non è stata la partenza di Mkhitaryan, aver perso un giocatore che mi piace tanto e aver giocato un anno e mezzo con solo 4 difensori centrali, quando è normale averne 6. La cosa più triste è stata non essere appoggiato dalla società in un momento del genere". Una società con cui, ripete però, non c'è alcun tipo di problema e con cui vige una relazione di rispetto e stima.

Un aspetto, questo, di cui ormai si legge in molte occasioni quando Mourinho viene messo sotto la lente d'ingradimento per qualche episodio. Sul rapporto con Tiago Pinto conferma l'autocritica del direttore Ivan Zazzaroni: "Torniamo al rapporto Tiago Pinto-Mourinho. Abbiamo scritto un sacco di cazzate?" "Sì". Un calciomercato difficile e un rapporto formale e quotidiano con il direttore della Roma, un lavoro in generale molto diverso da ciò a cui era abituato Mourinho prima dei giallorossi. Terminata la prima settimana di agosto, la squadra non può ancora contare sul rinforzo in attacco; il tecnico portoghese in testa aveva un solo nome (Morata?), ma gli è stato detto che non era possibile prenderlo (e no, come ripete più volte, non si tratta di Kylian Mbappé).

Jose Mourinho, Alvaro Morata
Juventus v AS Roma - Serie A / Jonathan Moscrop/GettyImages

Un aspetto, quello del calciomercato che si sposa bene con quello legato ai famosi bambini di José Mourinho.

I bambini

Ormai, a Roma, sono un paio d'anni che chiama così i Primavera che vengono lanciati con i grandi. Giovani con potenzialità a cui il portoghese concede tantissime chances se confrontato con gli altri club e allenatori della Serie A. Sia per un settore giovanile importante come quello giallorosso sia per necessità e volontà di creare un valore per il futuro. Nella sua carriera le esperienze sono state quasi sempre brevi, spesso biennali, e con finanze, obiettivi e tempi diversi. A Madrid, Manchester o Londra non c'era spazio di manovra per lanciare più di un bambino l'anno.

FBL-EUR-C3-FINAL-SEVILLA-ROMA
FBL-EUR-C3-FINAL-SEVILLA-ROMA / ODD ANDERSEN/GettyImages

Da qui il cambiamento, c'è stato un Mourinho tentennante che - racconta a Zazzaroni - "Per qualche giorno ho pensato basta bambini, perché dovrei costruire dei bambini se il prossimo anno non sarò più qui?". Ricorda che non cambia niente nella sua mentalità lavorare con un anno o più di contratto e offre qualche indicazione sul futuro di un paio di giovani: "Adesso ti dico che Pagano diventerà bravo, non voglio ancora dirlo di Pisilli, perché lo vedo più bambino, anche fisicamente dovrà avere una grande evoluzione, però ha la testa giusta sempre, non solo adesso che stiamo lavorando insieme da un mese. Pagano sarà come Bove". Ricorda, inoltre, che i bambini sono stati necessari a Pinto per chiudere il discorso 30 milioni di plusvalenze e rassicura sul futuro in giallorosso.

Il futuro

Parlando di calciatori invita a lasciare tranquillo Andrea Belotti che "resta e farà una stagione molto più produttiva", afferma di dormire più sereno da quando la clausola di Paulo Dybala, il primo agosto, è scaduta. A Roma ha creato un legame straordinario con i suoi tifosi, prassi se si ripercorre la sua carriera (escludendo il Tottenham). E, come tutti i migliori (e non solo), in questo periodo storico ha ricevuto offerte importanti dall'Al-Ahli e dall'Al-Hilal. Ha informato la società che non aveva intenzione di accettare e non l'ha fatto. Ha pesato nella scelta, ma non è stato l'unico motivo, la promessa di permanenza fatta ai giocatori a Budapest e mimata ai tifosi a Roma-Spezia; non si tratta di un no definitivo.

L'importanza della tattica che non deve schiavizzare i giocatori e gli allenatori che in questo periodo storico vengono esaltati per un paio d'anni buoni o per un trofeo, e ancora tante altre cose. Un Mourinho cambiato si è raccontato sulle colonne del Corriere dello Sport, come si muoverà la Roma sul mercato e che squadra consegnerà Pinto al portoghese il 2 settembre 2023?