Ibra sul campo o fuori: qual è la strada giusta per lui e per il Milan?

AC Milan
AC Milan / Marco Luzzani/GettyImages
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L'artefice dei grandi successi della sua squadra, dato per spacciato da tanti, Zlatan Ibrahimovic non muore mai e il Milan sa che gli deve parte dei suo momento d'oro. Si è fatto carico della squadra, nei momenti di difficoltà ci pensava sempre lui.

Quarant'anni: certo, non corre più come sette anni fa ma non sbaglia e il suo carisma trascina l'intera squadra nei diversi obiettivi di stagione. I nuovi arrivati lo venerano e sanno che da lui si può solo imparare.

Zlatan Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic / Nicolò Campo/GettyImages

Lo svedese dovrà decidere però a fine campionato se continuare a giocare, scelta questa difficile, perché puoi essere un eterno giovane quanto ti pare, ma il fisico prima o poi non regge più, o avviare subito un percorso da dirigente nel club rossonero.

Anche se lui ora è totalmente concentrato sulla corsa Scudetto, prima o poi dovrà sciogliere le riserve, la società gli ha dato massima disponibilità: i rapporti infatti sono eccellenti. Blindata la difesa all'interno della squadra, la capolista fa un po’ fatica in attacco: la svolta può darla proprio Ibra con il suo rientro definitivo post infortunio.

La scelta di appendere gli scarpini al chiodo sembra ormai quella più saggia, ma prima l'attaccante vuole togliersi un ulteriore sassolino e riuscire a vincere il campionato con il suo Milan. Suo, perché spera che il futuro sia ancora rossonero dopo l'addio alla carriera da calciatore.

Stefano Pioli, Zlatan Ibrahimovic
Con Pioli / Soccrates Images/GettyImages

Un Ibra fuori dal campo

Una persona come l'attaccante, egocentrica, puntigliosa, ma anche "fastidiosa" potrebbe essere in teoria un buon allenatore. Certo ruolo che sembrerebbe a lui congeniale visti i comportamenti all’interno dello spogliatoio rossonero o sui campi di Milanello. La grinta e l’esperienza di certo non gli faranno difetto, le premesse sono sotto la migliore stella.

Guai sicuramente a contraddire un possibile allenatore come lui, a non seguire le disposizioni da dirigente: agguerrito, testardo, forte, di quelli che non ti permettono di mollare, che alla prima difficoltà ti porgono la mano e ti aiutano a rialzarti.

Una di quelle persone che inizialmente potrebbero scaturire antipatia, per modi apparentemente scontrosi e burberi, ma che lasciano parlare col tempo i suoi fatti e le sue parole. Lui è un vincente, mentalità che trasmette sempre a tutti: allenatori, compagni di squadra, dirigenti stessi della squadra. Ed è con questa mentalità, appunto, che si vince.

Anche spostarsi fuori dal campo può essere faticoso: bisogna ragionare per un collettivo, fare il bene della squadra, essere trascinatore, devi essere bravo a far incarnare alla tua di squadra, alle persone che ti seguono, i tuoi ideali, ciò che giusto e ciò che è sbagliato. L'essere c'è e anche la voglia di continuare in questo mondo, chissà se la strada di Ibra post calciatore sarà questa.


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