Ibra vuole sempre più spazio: come si evolveranno le gerarchie in attacco del Milan?
"Non sono qui per giocare solo i dieci minuti finali, se no sei finito. Se così preferisco restare a casa": parole eloquenti quelle rilasciate da Zlatan Ibrahimovic nel dopopartita di Milan-Atalanta. Domenica scorsa lo svedese è tornato in campo a 6 mesi di distanza dall'operazione al ginocchio, il che per un giocatore di 41 anni dovrebbe essere un successone, ma non per il Gigante di Malmö che ai microfoni di Dazn ha manifestato tutta la sua voglia di tornare a essere protagonista nella squadra allenata da Pioli.
Il problema sorge nel momento in cui Ibra si ritrova a dover fare i conti con Olivier Giroud e Divock Origi, due attaccanti con qualità e caratteristiche diverse ma che possono ambire entrambi a una maglia da titolare. Una poltrona per tre, potremmo dire rivisitando il titolo del film che ci tiene compagnia a Natale, ma una vera e propria gatta da pelare per il tecnico e per tutti coloro che hanno almeno un centravanti rossonero al Fantacalcio.
Ibrahimovic è tornato: come cambia l'attacco del Milan?
All'asta di riparazione ci sarà più di qualche fantallenatore che ha comprato Zlatan a un prezzo irrisorio scommettendo sulla sua fame e adesso è arrivato il momento di riscuotere il premio per il loro coraggio. Nel corso delle prossime partite, l'ex Barça e PSG troverà sicuramente più minutaggio, anche se non dall'inizio come spera lui.
Almeno per ora il titolarissimo nell'attacco rossonero è Giroud che, sebbene stia lottando anche lui con l'avanzare dell'età, è quello che garantisce più continuità sia sul piano del rendimento sia sotto l'aspetto fisico. Chi potrebbe pagare le conseguenze del rientro di Ibra è invece Origi, arrivato a parametro zero nel mercato estivo e mai a pieno ambientatosi negli schemi di Pioli.