Chi è Gino Infantino: il profilo del talento lanciato dall'ex Inter Kily Gonzalez

La scheda del talento del Rosario Central che presto dovrebbe vestire la maglia della Fiorentina.
Gino Infantino
Gino Infantino / Jam Media/GettyImages
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Se parli di Kily Gonzalez a un tifoso italiano, a un tifoso dell'Inter in particolare, certo rispolvererai ricordi di una quindicina di anni fa: un'ala sinistra argentina capace di combinare rapidità e la classica garra spesso associata a chi arriva da quelle latitudini calcistiche, con all'attivo 75 presenze complessive in nerazzurro tra il 2003 e il 2006. Se citi il nome di Infantino, d'alto canto, è logico che la mente corra al presidente della FIFA Gianni, in carica dal 2016, e non certo a un giovanissimo talento in rampa di lancio il cui nome si lega, inesorabilmente, proprio a quello di Kily Gonzalez.

Chi è Gino Infantino

Gino Infantino è un classe 2003 in forza al Rosario Central e "figlio" proprio della stessa società e di quella Rosario in cui è nato diciotto anni fa. Si tratta di fatto di un possibile outsider nel panorama dei gioielli futuribili del calcio argentino, di un elemento non intercettato nel corso degli anni dal Boca Juniors e dal River Plate, dalla loro efficace rete di osservatori, e rimasto dunque nella sua città, quella che lo ha visto dare i primi calci ad un pallone grazie a una famiglia già immersa profondamente nel mondo del calcio.

Parliamo di un giovane che nella sua breve carriera presenta già un importante tratto di vicinanza con Kily Gonzalez: anche Infantino, come quello che oggi è il suo allenatore, ha infatti vissuto l'esperienza di un provino col Real Madrid dalla durata di 15 giorni, ad appena 9 anni, per poi fare ritorno in Argentina e interrompere subito l'avventura europea dopo un'esperienza comunque formativa, in un club di livello mondiale. Stesso esito anche per il provino col Villarreal, società più vicina a puntare su di lui in Europa: il richiamo di casa e della famiglia ha alla fine prevalso, tanto da sancire l'ingresso a tutti gli effetti nelle giovanili del Rosario dal 2018.

Dopo un anno vissuto regolarmente coi coetanei, senza bruciare le tappe, già nel 2019 Infantino ha iniziato ad affacciarsi nell'orbita della formazione B del Rosario guidata da Hugo Galloni, un passo decisivo verso il futuro in prima squadra, che ha permesso a Kily Gonzalez di intravedere nello stesso Infantino doti da valorizzare. Il resto è stretta attualità, con la otto presenze in Superliga argentina e un posto da titolare divenuto realtà da circa un mese.

La doppietta contro l'Estudiantes, un tocco sotto dalla breve distanza e un sinistro al volo, ha sancito definitivamente l'esplosione del gioiello su cui Gonzalez ha deciso di puntare con forza, intravedendo forse qualcosa di sé e della propria esperienza. La certezza, e non è poco, è che Infantino è stato il primo 2003 a segnare nella Liga Profesional.

Caratteristiche tecniche

Si tratta di un giocatore che fin da piccolo ha occupato posizioni d'attacco, mostrando versatilità in tal senso e trovando probabilmente nel ruolo di ala sinistra nel 4-2-3-1 e nel 4-3-3 la propria posizione ideale. Alto 1,71 è dotato di uno scatto bruciante e di tutta l'imprevedibilità di un giocatore della sua statura, brevilineo e sgusciante al punto da eludere agilmente la marcatura avversaria.

Accanto a tali doti sta emergendo anche la capacità di rivelarsi concreto nelle occasioni da gol e pericoloso con gli inserimenti, qualità che gli permetteranno di incrementare senz'altro il bottino di reti già segnate e di macinare altri record per un 2003 già protagonista tra i big.

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Kily Gonzalez alla guida del Rosario / MARCELO MANERA/GettyImages

Il ruolo di Kily

Nell'esplosione del giocatore, come già accennato, riveste un ruolo centrale l'atteggiamento di Kily Gonzalez, tecnico e per certi versi pigmalione del giovane di Rosario: il senso di appartenenza al club e la capacità di gestire i più giovani, rappresentando anche un riferimento solido dal punto di vista personale oltre che tecnico, hanno fatto la differenza e la faranno da qui alle prossime partite.

Un appoggio saldo che, insieme al legame con la famiglia e alla voglia di giocare in piazze pronte a dargli fiducia, lascia intendere una volontà corretta di proseguire per gradi e non fare il passo più lungo della gamba, senza inseguire semplicemente la chimera di un salto in Europa a priori, al di là di tutto.