Il bilancio di Tiago Pinto alla Roma: il suo lavoro nei 3 anni giallorossi
È finita tra la Roma e Tiago Pinto. Un rapporto destinato a una svolta in questi mesi (il GM giallorosso era in scadenza a giugno) ha preso la prima uscita del 2024, interrompendosi a sorpresa durante la sessione di mercato invernale. O meglio, durante, ma ufficialmente dopo il mercato di riparazione nel quale il portoghese proverà a lasciare l'ultima impronta giallorossa della sua carriera.
Questo il comunicato del club.
Ringraziamo Tiago per l’incessante impegno che dal primo giorno ha profuso per tutta l’area sportiva, dalla Prima Squadra maschile al Settore Giovanile, fino al Dipartimento Femminile - hanno dichiarato Dan e Ryan Friedkin -. Il suo mandato terminerà alla fine della sessione invernale del calciomercato. Il processo di individuazione del nuovo direttore sportivo è in corso e saremo lieti di poterlo annunciare nelle prossime settimane.
Queste le parole di Tiago Pinto sul sito ufficiale della società giallorossa.
Dopo tre anni ritengo il mio ciclo a Roma concluso e accingendomi all’uscita desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso speciale la mia permanenza in questo Club e in questa città: in primis la famiglia Friedkin, che mi ha concesso di vivere un’esperienza unica e di servire una Società storica, in un Paese dove il calcio è passione e tradizione.
Vorrei inoltre esprimere la mia gratitudine verso gli allenatori, i giocatori, i collaboratori e tutte le persone che mi hanno affiancato nella ristrutturazione dell’area sportiva – ha proseguito Tiago Pinto -. Assieme abbiamo condiviso la responsabilità e il privilegio di lavorare per un bene prezioso, che è la Roma stessa.
Intendo infine dedicare un pensiero a due realtà che per certi versi rappresentano insieme il passato, il presente e il futuro della Associazione Sportiva Roma: mi riferisco ai tifosi romanisti e al Settore Giovanile.
Le immagini dei ragazzi sospinti dal nostro pubblico mi hanno restituito il senso della famiglia giallorossa e reso fiero di averne fatto parte
Si può tracciare un bilancio?
Spesso si dice che le condizioni lavorative complicano il giudizio sui direttori sportivi, costretti da determinate necessità a operazioni complesse e al rispetto di paletti ereditati dal passato. Bene, più ampliamo lo sguardio e, fatta eccezione per la Premier League che vive in un sistema calcio diverso, più ci sembra che la realtà di oggi sia ovunque complicata. Sia in squadre di alto profilo che in quelle con un profilo medio-basso.
Tiago Pinto è arrivato a Roma nel gennaio 2021, esattamente 3 anni fa. Tra le prime operazioni del GM ricordiamo il rientro di Stephan El Shaarawy a Roma a titolo gratuito, un calciatore rivelatosi importantissimo negli ultimi anni ed entrato ormai a pieno titolo nella storia giallorossa con oltre 250 presenze e 60 gol per il club capitolino, ma non è il Faraone il colpo per cui Pinto verrà ricordato nella Capitale.
Sono gli arrivi di José Mourinho, Paulo Dybala e Romelu Lukaku (a titolo temporaneo), uno per stagione, le perle del direttore portoghese. Quei tasselli fondamentali che hanno consegnato entusiasmo alla piazza e un indiscutibile salto di qualità in due reparti alla Roma, la panchina e l'attacco.
Tra questi non c'è stato il vuoto, ma una sequenza di operazioni (positive e negative) con cui Pinto ha provato a portare la Roma a un livello più alto. Nella prima sessione estiva ha investito tanto, consegnando a Mourinho Tammy Abraham per oltre 40 milioni di euro (il secondo acquisto più caro della storia del club dopo Schick), strappando alla concorrenza Marash Kumbulla, il cui prezzo è stato calmierato da un'operazione complessa con l'Hellas Verona. Portando a Roma anche Shomurodov e Viña per 30 milioni mal spesi e investendo sui Rui Patricio per i pali giallorossi, portiere affidabile anche se calato negli ultimi tempi.
Oltre 100 milioni investiti e un lavoro costante nel mercato in uscita, a causa della sovraffollata rosa presente nella Capitale. Un lavoro che è poi cambiato repentinamente nelle ultime due stagioni. Dybala, Belotti, Matic, Solbakken e Svilar a titolo gratuito, Celik come unico colpo da 7 milioni di euro, Wijnaldum, Llorente e Camara in prestito e cessioni per oltre 70 milioni di euro nella stagione 2022-23 (la somma dei vari Zaniolo, Veretout, Pau Lopez, Under, Felix ecc.).
Il mercato 2023-24 si è aperto con le ufficialità a parametro zero di Aouar e Ndicka, quella di Leandro Paredes per pochi milioni; è proseguita con la vicenda Matic, il necessario addio di Ibañez e ancora oltre 70 milioni di euro incassati dalle varie cessioni. Si è conclusa con i prestiti di Renato Sanches, Kristensen e Azmoun, e soprattutto con quello di Romelu Lukaku negli ultimi giorni di mercato, che ha esaltato la piazza e lasciato increduli molti oppositori.
Non esisterà mai un bilancio preciso che permetterà di definire l'operato di un DS, ci sono troppe le variabili in gioco. Se guardiamo al rendimento sportivo Pinto lascia la Roma dopo aver deluso in Serie A ed esaltato in Europa. Lascia con una Conference League in bacheca e un'Europa League sfiorata in Finale contro il Siviglia.
Lascia con tantissime operazioni in uscita e masterclass in entrata che a Roma non si vedevano da tempo. C'è la sua mano sugli arrivi dei campioni, meno il suo volto, sia per le poche apparizioni davanti alle telecamere rispetto alla norma, sia per l'ingombrante figura che José Mourinho occupa nell'immaginario collettivo. Se in questi anni la piazza si è riavvicinata alla squadra donando un amore sconfinato tra sold out e trasferte, una parte del merito (non sappiamo dire in quale percentuale) è ovviamente anche del direttore sportivo di questo ciclo.
Discorso che non ne minimizza gli errori nelle sessioni di mercato. La Roma ha sempre faticato nel pacchetto arretrato, è stata una costante di tutte le stagioni; e se ha alzato la qualità in mediana e nel parco attaccanti, non è mai invece riuscita a dare una svolta sulle corsie esterne. Presto arriveranno nuovi nomi per il successore del portoghese.
A Tiago Pinto resta una sessione con un piede già lontano dalla Capitale per regalare a Mourinho e ai suoi tifosi un mercato di riparazione che consenta alla Roma di concludere la stagione nel migliore dei modi.