Il caso Dybala è il vero problema della Roma?
Il caso Paulo Dybala non è chiuso. Mentre scriviamo si attende ancora la risposta ufficiale dell'argentino riguardo al proprio futuro. L'unica data certa è stata menzionata soltanto da Daniele De Rossi; quel 2 settembre 2024, giorno successivo a uno Juventus-Roma che si disputerà all'Allianz con il mercato già chiuso. Una data nella quale sapremo sicuramente se l'argentino indosserà la maglia giallorossa anche nella stagione 2024-25 o se vestirà quella, più o meno delle stesse tonalità, dell'Al Qadsiah.
L'offerta della società saudita è importante e sta facendo tentennare il fantasista numero 21 (ancora una volta escluso dalla convocazione dell'Argentina di Lionel Scaloni). La Roma sta cominciando un nuovo ciclo, ma senza attuare quella corposa rivoluzione che modifica completamente la struttura di una rosa. La paura dei tifosi giallorossi è la reazione naturale che avrebbe ogni appassionato di ogni altra squadra se dovesse vedere andar via il proprio giocatore migliore dopo Ferragosto.
L'importanza di Paulo Dybala nella pericolosità offensiva della Roma è risultata evidente già nella prima giornata di campionato. In panchina per 70 minuti, i giallorossi hanno faticato a creare palle-gol nitide e ad accerchiare il Cagliari nella propria metà campo. Dopo il suo ingresso in campo, l'argentino ha invece impiegato meno di 10 minuti per offrire a Dovbyk l'occasione della partita (stampata sulla traversa).
Una dimostrazione di superiorità tecnica che ricorda quanto sia a volte crudele far coincidere calciomercato e le partite di campionato. Il caso Dybala, per i motivi di cui sopra, è quasi l'unico che tiene banco in questo momento nella Capitale, un problema che ne sta nascondendo altri, numerici, riguardanti la rosa giallorossa.
Gli altri ruoli in cui investire subito
Non quello di esterno sinistro in cui operano già Nicola Zalewski e Stephan El Shaarawy, e nemmeno quello di esterno destro in cui oltre a Matías Soulé, De Rossi potrebbe puntare su Tommaso Baldanzi ed eventualmente sul giovane Joao Costa. Neanche a centrocampo, in cui la Roma vanta diversi interpreti e un altro arrivo rischierebbe di mettere in ombra interpreti validi.
Dunque resta solo il pacchetto arretrato, quella linea a quattro dove, ad oggi, senza considerare i giovanissimi e gli esclusi dal progetto, la Roma vanta soltanto 6 giocatori. Ipoteticamente, in un qualunque club chiamato a disputare tre competizioni, una rosa costruita sui famosi doppi ruoli rappresenterebbe la base da cui partire, e l'assenza di ben 2 interpreti (rispetto ai consueti 8 se si opta per una difesa a quattro) in quella giallorossa, a soli 10 giorni dalla chiusura del calciomercato, è un problema a cui il caso Dybala ha tolto attenzione nel dibattito comune.
Come centrali, dopo gli addii di Llorente, Huijsen e Kumbulla, la Roma può contare su Mancini, Ndicka e Smalling, mentre nel ruolo di terzino destro, considerando l'esclusione di Karsdorp, c'è solo Zeki Celik come opzione per le prossime gare. Un ipotetico passaggio alla difesa a tre, in queste condizioni, sembra escluso a priori e l'innesto di due nuovi calciatori potrebbe addirittura essere ritardato alla terza giornata di Serie A, considerando i pochi giorni che ci separano dalla seconda.
Il mercato in entrata della società giallorossa è stato finora entusiasmante, con le operazioni Dovbyk e Soulé (oltre 60 milioni per due calciatori) come segnali forti inviati sia ai propri tifosi che alle avversarie. Tuttavia, il mancato rinnovo di determinati prestiti e la scelta di non puntare su altri calciatori, pongono la Roma in una situazione al momento pericolosa. Ghisolfi e il suo staff dovranno lavorare in fretta per chiudere (in senso positivo o negativo) il caso Dybala e coprire quegli spazi che risultano ancora vuoti nello spogliatoio giallorosso.