Il circolo vizioso viola: c'è chi sogna la musica della Champions mentre la nave affonda

I viola dopo un gol subito a Bergamo
I viola dopo un gol subito a Bergamo / BSR Agency/Getty Images
facebooktwitterreddit

La storia recente della Fiorentina somiglia al più classico dei circoli viziosi, quel distorto e perverso gioco in cui sei convinto di vedere la fine di un labirinto e, al contrario, ti accorgi che sei nuovamente al punto di partenza. Ogni acquisto, ogni cambio di allenatore, ogni passo in avanti su questioni extra-campo (centro sportivo in primis) sembra il seme di una spinta ritrovata, di un possibile slancio di entusiasmo, ma basta un niente per ritrovarsi invischiati nelle solite sabbie mobili, con una Serie A da difendere con le unghie e con i denti nonostante un monte ingaggi tale da giustificare ben altri obiettivi.

Franck Ribery
Franck Ribery / Gabriele Maltinti/Getty Images

Del resto le prove che il monte ingaggi importante non conduca necessariamente al risultato sono numerose, segno evidente dell'alchimia di fattori che contribuisce alle fortune di una squadra o al suo fallimento: le motivazioni, il gruppo, una visione chiara in prospettiva, la presenza di punti di riferimento solidi in società, l'unità d'intenti con l'ambiente. Un fattore che attraversa in modo trasversale il mondo viola è uno, però, e forse è una chiave di lettura significativa: la Fiorentina sembra diventata una sorta di terra di mezzo, non così indietro da essere snobbata ma mai così avanti da diventare un obiettivo stimolante per un grande giocatore nel pieno della sua forza.

Lo abbiamo visto e capito a più riprese, la dimensione è quella della rampa di lancio: certo può essere uno stimolo, sì, ma limitato nel tempo. Poi il Bernardeschi di turno, il Chiesa e il Milenkovic vanno altrove con la testa, sentono la musica della Champions prima di addormentarsi, si vedono già di casa nel panorama internazionale. Questo è lo scotto da pagare, sicuramente, e non c'è neanche da farne una colpa in modo troppo severo: ad oggi è così.

I due ex gioielli viola
I due ex gioielli viola / Alessandro Sabattini/Getty Images

Certo, però, da qui alla lotta salvezza dovrebbero esistere numerose vie di mezzo: la corsa all'Europa League, la classica "stagione tranquilla" in cui c'è solo da guadagnare, la possibilità di divertire e divertirsi. E invece no: arriva inesorabile l'alone di pesantezza che ammanta tutte le ultime stagioni dei viola, con l'occhio che cade (colpevole) sui risultati di chi lotta per la salvezza insieme a te.

Ma il discorso della "terra di mezzo" tra le grandi ambizioni e qualcosa di più tiepido e insignificante pesa adesso più che mai, pesa anche e soprattutto per l'assenza del tifo a sostenere la squadra al Franchi. Certo, è fuori discussione, l'assenza del pubblico pesa ovunque ma, al contempo, certe piazze che hanno spesso fatto del loro stadio un fortino, che hanno tratto risorse preziose anche dal sostegno di uno stadio intero, patiscono maggiormente il colpo e non permettono ad alcuni elementi di talento di pescare quel qualcosa in più, quel pizzico di magia che solo l'adrenalina di uno stadio che ribolle può darti. Tanto da toglierti persino la voglia di vederla solo come una tappa intermedia.


Segui 90min su Facebook, Instagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Serie A!